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Sesso & Mater: l'Edipo di Altomare,

di Leo Sorge

Animazione di Donato Altomare

Dalla versione originale erano sparite alcune sequenze erotiche che Nigralatebra rende pubbliche.

Donato ha scritto un romanzo bellissimo ed insolito, per la fantascienza in generale. Il taglio al testo, benché garbato, non è stato indolore. La parte riguarda la descrizione della scena d'amore tra un terrestre, che finirà… stralunato, e una satellitare, tenera in quanto vissuta senza grande gravità. Ricordo benissimo che nel leggere Mater ero rimasto colpito dalla contrapposizione tra il rischio, anche di vita, corso dalla satellitare, e la ridotta intensità della descrizione pubblicata. Più che d'un vero taglio si tratta d'una censura sui termini più erotici. Ringrazio Giuseppe Lippi per la sua disponibilità sulla questione. Personalmente sono lieto di aver letto la versione originale, e di poterla proporre ai lettori di Nigra Latebra. (Leo Sorge)

Il 'pezzo' pate dalla fine della pag. 28 (a partire da "E fu completamente nuda") e termina a metà della pag. 30 di Mater Maxima, alla fine della parte 3. Le modifiche sono poche ma sostanziali.

Copertina dell'ultimo premio urania Mater MaximaE' necessario ribadire che NON mi sono state imposte, e che avrei potuto lasciare il tutto inalterato, ma, a parere di Riccardo Valla, andava modificato come poi è avvenuto. E ancora oggi mi rendo conto che aveva ragione.
E' importante sottolineare che sono stato lasciato libero di decidere senza alcun tipo di costrizione. Rammento che ad un certo punto bisognava decidere se lasciare o togliere una frase in un'altra parte del romanzo e ne discutevo con Valla. Lui aveva espresso il parere di toglierla, ma io non ero d'accordo e lui ha subito detto: "L'autore sei tu, tu decidi." E così ho fatto lasciando la frase inalterata.
Tutto sommato posso dire che la revisione di Valla è stata discreta e 'leggera', discussa punto per punto senza vincoli di sorta.

Donato Altomare

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Il brano "cut":

"Era bianca, bianchissima, e i capezzoli risaltavano come minuscoli acini d'uva nera in panna montata. Il ventre piatto senza ombelico, come tutti i nati e cresciuti in una Camera Neonatale. Il pube ricco di peli neri riccioluti non molto folti, sapientemente sagomati da un'accorta depilazione definitiva.

"Non puoi... tu sei una satellitare... hai... hai le ossa troppo fragili. E la tua carne è tenerissima, lo sai." Lei parve non fargli caso e si avvicinò.

Gabriel sentì un ben noto formicolio, che da tantissimo non provava, partirgli dalla mente, attraversargli il corpo e scuotere la sua voglia sessuale. Ma non si arrese a quello che sapeva impossibile: "Se soltanto ti stringessi un po' ti farei male e potresti persino morire..."

"Tu non ti muovere, lascia fare a me."

"Il mio... il mio sesso ti potrebbe sfondare la vagina, sei una satellitare, i tuoi muscoli sono fragili... troppo per la forza di un normalissimo terrestre."

"Vuoi che non lo sappia?" Intanto gli aveva aperto i pantaloni disattivando la cerniera magnetica. Con dolcezza glieli sfilò. Il sesso dell'uomo dava segni sin troppo evidenti e spingeva lo slip come a volerlo strappare. Lei lo sfiorò con una mano, ma non indugiò, si limitò a tirargli via la maglietta da notte mettendo a nudo il resto del suo corpo.

"Ti prego... sei... sei troppo bella... non credo che riuscirò a resistere." Gabriel tremava per l'eccitazione. Era combattuto dalla voglia che diveniva di attimo in attimo più incontrollabile e, al contempo, dalla paura di farle del male.

Lei strinse le labbra in un sorriso malizioso: "Non devi resistermi, devi soltanto restare fermo e non muoverti, lascia fare a me. Tu non toccarmi, lascia che sia io a toccarti, lascia che sia io a possederti." E con estrema lentezza avvicinò la bocca al suo basso ventre.

Gabriel restò immobile, rigido più del suo sesso.

"Rilassati... se lasci fare a me non mi farai alcun male... cerca soltanto di non dare colpi di reni. Vedi," continuò a dire avvicinando le labbra al pene eretto dell'uomo "metto la mia vita nella tue mani... nel tuo sesso."

E lo portò a percorrere sensazioni mai provate. Il suo sesso divenne duro come una pietra e s'ingrossò allo spasimo come mai rammentava gli era successo. E lui faticò immensamente per non affondare le mani tra i capelli della donna e darle colpi frenetici di piacere. Sudando e godendo restò immobile mentre la satellitare l'avvolgeva delicatamente con le sue sensazioni.

Poi, quando credette di non farcela più e di scoppiare tra le sue labbra, la donna si sollevò e con un sorriso umido disse: "Ora non respirare neanche." E lentamente allargò le gambe e gli fu sopra.

Gabriel vide quel gesto sensualissimo come al rallentatore, e vide il suo sesso scomparire tra due pieghe carnose, poi ricomparire e sparire ancora, allora chiuse gli occhi, si morse le labbra. "Resisti... ti prego... " ansimò la donna e lui si morse le labbra per farlo, "ancora un po'... ti prego... ancora un po'... " ma sino a quando avrebbe saputo resistere a quel piacere crescente che quasi lo stordiva? Poi... "Sì... ora... adesso... sciogli i tuoi freni... Sì... ORA." E con un urlo di piacere venne fuori il suo sperma a scaldare il ventre della satellitare che s'era aggrappata al suo petto scavando con la punta delle dita un solco nella sua pelle fin quasi a fargli male, mentre con gli occhi chiusi lanciava un grido di piacere e di dolore.

Ci vollero alcuni minuti perché la donna si riprendesse e si rendesse conto degli occhi ansiosi con i quali l'uomo la stava fissando. Scosse il capo e forzò un sorriso a rassicurarlo: "E' stato violento il tuo spruzzo, mi ha dato un immenso piacere e fatto anche un po' male, ma non temere, sto bene." Poi si risollevò e si adagiò con un sospiro di sollievo accanto a Gabriel: "Sul mio satellite sarebbe stato meno faticoso ma anche meno piacevole."

Il sognatore sembrava stralunato. A stento riuscì a riprendersi: "E' stato... magnifico. Non ho mai... mai... "

"Neanch'io ho mai fatto nulla del genere." Quasi a scusarsi.

"Mi spiace d'averti fatto male."

"Se consideriamo che per un momento ho temuto che non riuscissi a controllarti e affondassi il tuo sesso a forza credo che ti sei comportato benissimo."

Gabriel si sollevò a sedere. Improvvisamente aveva una gran voglia di dormire: "Se vuoi puoi dormire qui a fianco, con me. E' più comodo del divano letto."

Lei sorrise: "Come se avessimo sottoscritto un Contratto Matrimoniale?"

"Con una satellitare? Mi prenderebbero per pazzo."

"Ti prenderebbero per pazzo anche se raccontassi a qualcuno quant'è avvenuto questa sera."

Lui fece un cenno di sì col capo. Poi cadde in un sonno profondo.

Naturalmente non sognò.

Lui quando dormiva non sognava mai.