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5 Universi paralleli

La fantascienza ha offerto numerosi romanzi in cui si narra una "storia alternativa", cioè gli sviluppi della storia terrestre se-le-cose-fossero-andate-in-un-altro-modo: se tedeschi e giapponesi avessero vinto la Seconda guerra mondiale; se il computer fosse stato inventato nel secolo scorso; se il mondo fosse dominato dai vampiri. Ma a volte la science fiction ha immaginato anche una realtà parallela alla nostra, coesistente e assurda.

Katharine BURDEKIN, Swastika Night, 1937
[La notte della svastica, Editori Riuniti, Roma 1993]

Pubblicato sotto lo pseudonimo Murray Constantine da una scrittrice di sinistra molto attiva sulla scena politica inglese degli anni Trenta, Swastika Night è un interessante e precoce esempio di storia alternativa. Come in molti altri romanzi successivi, si immagina un mondo in cui i nazisti hanno ottenuto il dominio totale. Ma, al contrario di altri autori, Katharine Burdekin scriveva il suo libro prima della Seconda guerra mondiale, quando Adolf Hitler era vivo, e il Terzo Reich era ancora saldo e aggressivo.

Nellanno 720 dopo la morte di Hitler, il fondatore del nazismo è adorato come una divinità nella Cappella del Sacro Hitler, da un regime che ha ghettizzato e schiavizzato le donne, ricostruito in Europa uneconomia eminentemente contadina e sterminato finalmente tutti gli ebrei. La storia è stata manipolata dai gerarchi nazisti fino al punto di cancellare ogni riferimento alle capacità intellettuali delle donne. Solo un libro conserva ancora la memoria del vero ruolo femminile nei secoli precedenti, e sarà proprio la sorte di questo prezioso volume ad essere al centro del romanzo.

Il ritratto di un mondo futuro autoritario e oppressivo precorre di un decennio anche la celebre antiutopia di George Orwell*, scrittore che conosceva Katharine Burdekin, ma che, come nota Carlo Pagetti, non la menzionò mai.

 

Fredric BROWN*, What Mad Universe, 1949
[Assurdo universo, Mondadori, Milano 1973]

Nel suo tipico stile paradossale e ironico, Brown* ha scritto con What Mad Universe il primo libro in cui la fantascienza parla di sé. Protagonista del romanzo, infatti, è Keith Winton, direttore della rivista di science fiction Storie sorprendenti. Un razzo lunare ricade sulla Terra, uccidendo dodici persone, e Keith si trova catapultato in un mondo diverso dal suo, simile alla Terra ma molto strano, perché assomiglia ai pianeti narrati dalle storie fantastiche della sua rivista. Nelluniverso dove è proiettato, tutte le assurdità fantascientifiche che era abituato a leggere nei testi dei suoi autori diventano realtà. In questo mondo parallelo, Winton vede anche un suo doppio: è il sogno di un folle o è realtà?

Cè un numero infinito di universi, scrive Brown*, in cui non esistiamo, vale a dire non esistono creature simili a noi, anzi in cui la razza umana non esiste affatto. Ci sono per esempio infiniti universi in cui i fiori sono la forma di vita predominante, oppure in cui non si è mai sviluppata né mai si svilupperà, alcuna forma di vita.

Il romanzo descrive tra l'altro il primo tentativo di inviare un razzo sulla Luna. Secondo Brown* questo evento (fallimentare) sarebbe accaduto sei anni dopo la stesura del libro, cioè nel 1954: nella realtà bisognerà attendere almeno il 1959, quando il Lunik 3 fotograferà la faccia nascosta del nostro satellite.

 

Philip K. DICK*, The Man in the High Castle, 1962
[La svastica sul sole, Fanucci, Roma 1997]

Primo, grande successo di Philip Dick*, presenta una variante immaginifica alla realtà degli anni Sessanta, periodo privilegiato della narrativa dickiana, riscritti alla luce di unipotesi tipica delle storie alternative: i nazisti hanno vinto la Seconda guerra mondiale e hanno occupato gli Stati Uniti. Tedeschi e giapponesi si spartiscono lAmerica, imponendole i loro differenti modi di vita. Mentre aumentano i conflitti tra i gerarchi del Terzo Reich e la rivalità con il Giappone, un libro segreto scritto da un certo Hawthorne Abendsen desta curiosità e inquietudine: intitolato The Grasshopper Lies Heavy (La cavalletta non si alzerà più), vi si racconta una storia alternativa in cui i tedeschi sono stati sconfitti e gli Alleati hanno distrutto il nazismo. Così, Dick* propone un romanzo-nel-romanzo e moltiplica i piani della sua realtà fittizia. In questa America alternativa, scrive Norman Spinrad, convinto che The Man in the High Castle sia il capolavoro di Dick*, un romanziere ha scritto un libro su unaltra America alternativa.

Torna quindi in Dick* lassenza di confine tra realtà e illusione, autentico e simulacro, ma anche una raffinata serie di allusioni alle culture orientali, scandita da citazioni dellI Ching, il Libro delle Mutazioni, che viene consultato da tutti, nel futuro parallelo sotto il segno della svastica.

 

Philip K. DICK*, The Three Stigmata of Palmer Eldritch, 1964
[Le tre stigmate di Palmer Eldritch, Nord, Milano 1984]

Tutti i grandi mondi del sistema solare, da Marte a Venere, sono stati popolati da uomini strappati con violenza dal loro ambiente. La loro vita è passata nel tentativo di rendere fertili le terre aliene, tra problemi e difficoltà. E di notte ci sono misteriosi predatori telepatici...

Per andare avanti in questa difficile e squallida vita, cè un solo rifugio: il Can-D, un allucinogeno che consente di vivere esperienze straordinarie in mondi fantastici. Ma un giorno da Proxima Centauri compare unastronave. E il ritorno di Palmer Eldritch, un miliardario misterioso che era partito dieci anni prima da Urano. Ma si tratta veramente di lui? E veramente Eldritch la persona che offre un dono incredibile allumanità, il lichene Chew-Z? E cosa è questa nuova droga che può aprire la porta tra passato e futuro, dare limmortalità e realizzare i più intimi desideri?

Se i romanzi di Dick* si possono considerare come delle tappe nella definizione del concetto di realtà, allora il drammatico dibattito sullessenza del reale si conclude proprio con The Three Stigmata of Palmer Eldritch, lopera che rappresenta quasi la resa dello scrittore di fronte allinconoscibile.

Dick* descrive il caos delluniverso spazio-tempo come successione di allucinazioni, ed allo stesso tempo introduce un elemento nuovo, una vaga alternativa mistica. Lintreccio è molto confuso, ma proprio la caoticità delle situazioni e la trama involuta, disordinata, comunicano al lettore il senso della disintegrazione del reale.

 

Philip K. DICK*, Ubik, 1969
[Ubik, Fanucci, Roma 1989]

Il corpo centrale del romanzo, costruito da molte storie che si intersecano fra loro, è rappresentato dalla fuga di Joe Chip, scagliato nellAmerica degli anni Trenta. Un incubo assurdo in cui è trascinato insieme a Pat che ha la capacità di controllare il flusso del tempo. Il romanzo, unopera unica ed irripetibile, è forse il maggior successo di Philip Dick*. Lautore ripropone tutte le tematiche che lo hanno reso famoso: la vita oltre la morte, il rapporto realtà-apparenza, i poteri psi.

Che cosa è Ubik? E la quintessenza dellesistenza, il simbolo della mercificazione che annulla lidentità. Dick* riesce ad interpretare meglio di chiunque altro lAmerica degli anni Sessanta, cogliendone gli sviluppi sociali e tecnologici (la nuova frontiera, la televisione).

Io sono vivo e voi siete morti, titolo di una nota biografia di Dick* (scritta da Emmanuel Carrère e pubblicata in Italia da Theoria, Roma 1993), è la frase cardine di questo romanzo e di tutta la narrativa dickiana. Quando esplode la bomba che uccide Runciter, Joe Chip lo porta al moratorium dove è possibile vivere in uno stato di semi-vita. Ma Runciter invia messaggi - Io sono vivo e voi siete morti - dando così lavvio al ribaltamento. Joe è in stato di vita sospesa ed è costretto a difendersi da Joak, unentità che divora le forze vitali dei semi-vivi. Per farlo deve ricorrere a Ubik, sorta di balsamo a cui rimandano gli spot che introducono ogni capitolo. Ma proprio in chiusura del romanzo ci sarà un nuovo ribaltamento.

 

Norman SPINRAD*, The Iron Dream, 1972
[Il signore della svastica, Longanesi, Milano 1976]

La creazione di storie alternative non è mai stata così appassionante come in questo romanzo di Spinrad*: è il libro stesso a diventare una sorta di falso dautore, unico e originale. Anche perché gioca sulla simulazione totale. The Iron Dream, infatti, viene presentato non come un libro di Norman Spinrad* (che in copertina appare solo come curatore) ma addirittura di Adolf Hitler in persona.

Lespediente narrativo sta in unipotesi di universo alternativo senza precedenti. In questo mondo altro, Hitler non è diventato il capo del nazismo, ma è emigrato a New York nel 1919, dopo una breve parentesi politica in patria. E in America Hitler si dedica allillustrazione nelle riviste di science fiction e poi passa direttamente a scrivere romanzi e curare testate di genere. In breve diventa un celebre autore, insignito del premio Hugo e ammirato da plotoni di appassionati.

The Iron Dream è anche una satira delleditoria di fantascienza: il libro si apre con lelenco dei romanzi dellAdolf Hitler parallelo (da Limperatore degli asteroidi a Il trionfo della volontà), la scheda biografica sullautore e persino una Nota alla seconda edizione in chiusura. La quarta di copertina recita: Il signore della svastica è unanimemente riconosciuto come il capolavoro di Adolf Hitler, il celebre scrittore di fantascienza morto a New York nel 1954... La forza fantastica di queste pagine è tale che il lettore si domanda smarrito che cosa sarebbe potuto accadere se, invece di diventare uno scrittore, Hitler avesse potuto portare avanti i disegni politici intessuti in un momento di illusoria frenesia nella Germania sconvolta della Repubblica di Weimar.

 

Rudy RUCKER*, Master of Space and Time, 1984
[Signore dello Spazio e del Tempo, in Urania n.1030, 1986]

Joe Fletcher e Harry Gerber sono due scienziati un po folli che, in passato, hanno tentato diverse imprese commerciali fallite miseramente. Ora Joe si è sistemato, ma un bel giorno nella sua macchina trova delle copie dellex-socio, di varie dimensioni. Si tratta forse della teoria di Fred Hoyle che afferma il rimpicciolimento delluniverso? E se è così, ciò significa che Harry è riuscito a scoprire il segreto dello spazio-tempo?

Harry è tornato da uno degli innumerevoli universi paralleli, per chiedere aiuto al suo amico: vuole costruire il blunzer, la macchina che rende possibile il passaggio da un universo allaltro, servendosi della costante di Plack miscelata con i gluoni rossi. Joe si trova così nel bel mezzo di un paradosso temporale, un esempio di casualità circolare che nel romanzo ricorrerà più volte come un gioco di scatole cinesi.

Romanzo di fantascienza hard, Master of Space and Time ha una narrazione rutilante, in cui tutto può avvenire (anche la crescita di cespugli di costolette alla brace e alberi di frittelle). La caratterizzazione dei personaggi è ridotta al minimo, non è questo linteresse di Rucker*: lautore vuole descrivere i paradossi temporali immergendo il lettore in un mondo fantastico, un nuovo paese delle meraviglie.

E così vedremo Joe, Harry e Sondra scivolare nel mondo dello specchio, dove tutto è speculare e dove dei grossi parassiti con i loro tentacoli si avvinghiano agli uomini, dominando il loro cervello. Ma il pericolo è dietro langolo: Gary Harber, lalter ego di Harry, è passato nelluniverso di partenza e minaccia di assumerne il controllo.

 

William GIBSON*, Bruce STERLING*, The Difference Engine, 1990
[La macchina della realtà, Mondadori, Milano 1992]

Dalla realtà virtuale dei computer, il duo Gibson* e Sterling* è passato ad occuparsi di una realtà totalmente virtuale come quella delle storie alternative. Una virtual reality vittoriana, come la definisce il regista di Blade Runner, Ridley Scott in una frase utilizzata per pubblicizzare The Difference Engine. Siamo nel 1855, in unInghilterra del tutto mutata rispetto alla storia vera a noi nota: Charles Babage, infatti, ha inventato un calcolatore azionato a vapore che anticipa di un secolo le meraviglie dellinformatica. E non poteva mancare lintreccio a suspense, nello stile di Gibson*-Sterling*, con la caccia a un gruppo di schede perforate che contengono un programma molto ambìto.

Il libro non rinuncia a immaginare le varianti politiche avvenute in questo mondo parallelo, citando personaggi storici paradossalmente rivisitati: Lord Byron è diventato un influente leader politico, John Keats si occupa di spettacoli kinotropici e Karl Marx, in America, ha dato vita alla Comune di Manhattan.

Ma è limpianto stesso del romanzo ad essere innovativo e caleidoscopico. Scrive Mirko Tavosanis: Lautocoscienza con la quale gli autori maneggiano la rete simbolica o allegorica del libro corrisponde anche a una consapevolezza sul piano letterario, e alla manipolazione della struttura del romanzo nella sezione conclusiva.

 

Piergiorgio NICOLAZZINI (a cura di), I mondi del possibile, Nord, Milano 1993

Una delle più vaste antologie di racconti e romanzi brevi sul tema della storia alternativa e degli universi paralleli. Il filone (definito a volte anche come ucronia, allostoria e storia immaginaria) è ripercorso a partire dai classici mondi fantastici di L.Sprague de Camp*, per arrivare fino allintromissione nella storia reale dei supereroi da fumetto nei testi di Kim Newman* e David Brin*.

Numerosi i racconti che descrivono varianti della Seconda guerra mondiale, quasi sempre ribaltando il corso storico degli eventi e assegnando la vittoria ai nazisti (esistono anche specifiche antologie americane che riuniscono novelle tutte orientate in questo senso). Curioso e imperdibile è un brano di sir Winston Churchill, If Lee Had Not Won the Battle of Gettysburg (Se Lee non avesse vinto la battaglia di Gettysburg) che ipotizza i risultati per la storia americana e mondiale di un diverso esito del famoso combattimento tra nordisti e sudisti a Gettysburg.

Secondo il curatore Piergiorgio Nicolazzini, la fantascienza riscopre la sua funzione essenziale sullasse della storia, per cui si confronta con ciò che non è accaduto ma sarebbe potuto accadere, introduce unipotesi controfattuale che nega un accadimento e ne propone un altro, in breve imprime una ramificazione del tempo, verso una direzione altra, imprevedibile e parallela.

 

Paul DI FILIPPO, The Steampunk Trilogy, 1995
[Steampunk, Nord, Milano 1996]

Autore vicino ai fondatori del cyberpunk fin dallinizio, Di Filippo ha concentrato le sue energie su un preciso filone della fantascienza contemporanea, il cosiddetto steampunk, anticipato in forma di romanzo proprio da The Difference Engine* di Gibson* e Sterling*. Un particolare e originale universo parallelo, quello inventato dallo steampunk, che ambienta storie di marchingegni ultratecnologici nellepoca delle macchine a vapore (steam=vapore), cioè la fine dellOttocento preferibilmente nella Londra vittoriana.

L'antologia riunisce tre racconti di Paul Di Filippo: "Vittoria", "Il feticcio rubato", "Walt ed Emily". Il primo racconto narra la sostituzione della giovane regina Vittoria con un umanoide dai forti appetiti sessuali, creato dallo scienziato Cosmo Cowperthwait. Il secondo racconto presenta la ricerca di uno strano reperto compiuta da uno svizzero, il naturalista antievoluzionista Louis Agassiz, che si trova a confronto addirittura con H.P.Lovecraft* e le sue orrende creature. Infine, il terzo racconto mette in scena i poeti Walt Whitman e Emily Dickinson, in viaggio verso unaltra dimensione, la Terra dei Morti, grazie alle pratiche di una medium.

Gli universi alternativi diventano così il pretesto sia per una satira del moralismo vittoriano, sia per un umoristico gioco su celebri intellettuali dellOttocento.

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