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2. Space opera

 

Coniato da Wilson Tucker* nel 1941, il concetto di space opera indica la fantascienza d'azione e di avventura imperniata sui viaggi nello spazio e sulla descrizione di imperi extraterrestri spesso in guerra tra loro. Tipica della space opera è l'articolazione in grandi cicli di romanzi, in cui la stessa vicenda immaginaria viene ripercorsa attraverso più volumi. Tra gli autori che si sono maggiormente impegnati nella space opera spiccano E.E. Doc Smith*, Edmond Hamilton* e Isaac Asimov*.

Edward Elmer DOC SMITH*, The Skylark of Space, 1928
[Skylark I, Nord, Milano 1980]

Doc Smith* è il più diretto prosecutore della fantascienza e del pensiero di Gernsback. La maggior parte degli scrittori di science fiction che lo avevano preceduto si era accontentata di rimanere all'interno del sistema solare, imprigionata dalla velocità della luce: Doc Smith* fece con lo spazio ciò che Wells* fece con il tempo. Come afferma Brian Aldiss*, sotto il procedere di Smith*, gli anni-luce caddero come birilli e le sobrie scoperte della scienza furono fatte proprie dalla science fiction per un cumulo di impossibili avventure (...) Doc Smith* ha descritto il più grande gioco di guardie e ladri che sia mai esistito. La sua saga è piena fino all'inverosimile di forze inarrestabili e di oggetti inamovibili, di tubi iperspaziali.

La serie di Skylark è composta da quattro romanzi: The Skylark of Space, Skylark Three, The Skylark of Valeron, Skylark DuQuesne. La prima sezione apparve sulla rivista Amazing nel 1928, mentre l'ultima fu pubblicata nel 1965, poco prima che Smith* morisse. La scienza traboccava in ogni parola. Si ammetteva la possibilità di un viaggio interstellare e i protagonisti erano dei veri e propri supereroi.

I personaggi principali sono presentati fin dalle prime pagine: Richard Seaton, inventore di una particolare forma denergia che permetterà di viaggiare nelluniverso, e Blakie DuQuesne, il cattivo per eccellenza, la copia in negativo di Seaton. DuQuesne è un personaggio assolutamente privo di scrupoli, un cattivo realistico che punta al sodo: tra tutti i personaggi della serie di Skylark è quello che mostra maggiori risorse di fronte all'imprevisto.

The Skylark of Space è unopera interessante. Dato che si tratta di un romanzo - o meglio di più romanzi - che fa appello soprattutto all'immaginazione e all'estetica, non è invecchiata come la maggior parte delle opere del periodo di Gernsback. La sua freschezza e vitalità la rendono ancora leggibile. Ebbe un influsso notevole sullo sviluppo della fantasia speculativa. Smith* riuscì a trasformare le stelle in una specie di campo da gioco. La vecchia fantascienza di Gernsback era infatti fortemente didattica ed i suoi simboli - i personaggi, le macchine e gli scenari - erano realistici. La pubblicazione del romanzo di Smith* può essere considerata come linizio della transizione che porterà ad opere più impegnative ed estetiche.

Allepoca in cui Smith* iniziò a scrivere, la Luna non era una collocazione plausibile per lesplorazione. Smith* aprì la strada per una scala molto più vasta. Ma alla fine di Skylark Three - la seconda storia della serie -, che apparve su Amazing nel 1930, questo territorio si era già troppo delimitato. Seaton, Crane e gli altri personaggi della storia usciranno così dalla nostra galassia: guardandosi alla spalle non la distingueranno più dalle altre macchie di luce. E così in Skylark of Valeron - pubblicata nel 1934 su Astounding - si parlerà dellesplorazione di altre galassie e della quarta dimensione.

 

Jack WILLIAMSON*, The Legion of Space, 1934; The Cometeers, 1936; One Against the Legion, 1939
[La legione dello spazio, Mondadori, Milano 1986; Quelli della cometa, Mondadori, Milano 1986; L'enigma del Basilisco, Mondadori, Milano 1986]

Williamson* è uno dei fondatori della fantascienza moderna e senza dubbio uno dei migliori rappresentanti della space opera. The Legion of Space è il primo romanzo della serie della Legione ed è incentrato sulla lotta tra i Verdi, il partito degli scienziati, e la casta di Vinar che spadroneggia nello spazio. I Verdi hanno "l'arma totale" che chiamano AKKA, il cui segreto è gelosamente custodito dalle mani di Anthor, la giovane figlia di uno scienziato. I problemi sorgono quando un gruppo di traditori stringe alleanza con i Medusae, una razza aliena venuta dal Pianeta Nero della stella fuggiasca. Anthor viene rapito e a questo punto scende in campo John Star, che parte per liberare la ragazza insieme a un gruppo di legionari dello spazio. I Medusae intendono distruggere la Terra, ma la Legione riuscirà a liberare Anthor e a sterminare i mostri sbucati dagli abissi del Cosmo.

Il secondo episodio della saga ha un titolo originale, The Cometeers, intraducibile in italiano, ma in inglese molto vicino a Musketeers (moschettieri), fatto certamente non casuale dato che Williamson dichiarò di essersi ispirato proprio ai celebri personaggi del romanzo di Dumas. E la storia di una nevrosi: il protagonista Bob Star, infatti, fatica ad uscire dall'incubo dell'impotenza che lo attanaglia fin da quando ha incontrato Stephen Orco. Nel racconto compaiono personaggi e situazioni già incontrate in The Legion of Space: traditori di tutti i tipi, una distinzione netta tra "buoni" e "cattivi", donne bellissime e desiderabili, ma allo stesso tempo altere ed irraggiungibili. E poi Bob Star, che si trova da solo di fronte al pericolo, con l'unico aiuto di Giles Habibula, grasso genio benefico la cui specialità è "aprire porte chiuse". Williamson riesce a descrivere l'orrore con efficacia: l'arma che disgrega la carne, l'essere inafferrabile fatto di pura energia, la cometa che dai lontani spazi siderali "cattura" i mondi come una belva divoratrice.

Il terzo romanzo della Legione, One Against the Legion, è anche il più breve. Rispetto ai due precedenti c'è un forte cambiamento, perché la narrazione si svolge in gran parte in spazi chiusi e ha più la struttura di un poliziesco che di una space opera. Jay Kalam, il comandante della legione, ed il grasso Giles Habibula, sono alle prese con un problema gravissimo e allucinante: scoprire l'identità del Basilisco, inquietante figura che si è impossessata di uninvenzione rivoluzionaria ed è deciso a sfruttarla per prendere il potere e diventare il dittatore del Sistema Solare. Ancora una volta abbiamo perciò una coppia di investigatori, Kalam e Habibula, sorta di Sherlock Holmes e Watson, dove il secondo riuscirà quasi ad oscurare il comandante. Nonostante One Against the Legion sia allorigine della rapida caduta della space opera, Williamson* continuerà a produrre altri romanzi di questo filone, proponendo nel 1983 un ulteriore seguito al ciclo: Queen of Legion.

 

John CAMPBELL*, The Mightiest Machine, 1934; The Incredible Planet, 1949; The Infinite Atom, 1949
[Aarn Munro il gioviano, Nord, Milano 1994]

La serie di Aarn Munro il gioviano si compone di tre romanzi, e fu lunica opera firmata con il nome di Campbell che apparse su Astounding Science Fiction, anche se lautore diresse questa rivista - che ha fatto la storia della science fiction rappresentando le sue istanze neopositiviste - dal 1937 al 1971.

Aarn è un vero e proprio superuomo, sia dal punto di vista fisico che intellettuale. Costruisce unastronave, ma durante il viaggio di prova avviene un evento inatteso: una tremenda forza scatenata dallo spazio profondo, a seguito della collisione con un meteorite, provoca un attraversamento delliperspazio e la nave viene proiettata nelluniverso del sole Anrei. Così, Aarn sarà coinvolto in moltissime avventure, come una specie di Ulisse degli spazi.

La serie di Aarn Munro - insieme a The Legion of Space di Jack Williamson* - è uno dei primi esempi di salto nelliperspazio. Campbell* è stato il primo a dare del salto nelliperspazio una descrizione visiva, una descrizione che secondo Renato Giovannoli ha avuto un forte influsso sulla fantascienza cinematografica.

The Mightiest Machine venne pubblicato su Astounding nello stesso periodo di The Skylark of Valeron di Smith*. Da molti critici i due romanzi vennero considerati delle variazioni concettuali, ma in realtà Campbell* si stava rendendo conto che la space opera aveva ormai finito la sua parabola e volgeva verso la fine.

 

Edmond HAMILTON*, The Star Kings, 1949; Return to the Stars, 1970
[I sovrani delle stelle, Nord, Milano 1989]

Apparso nel 1947 sulla rivista "Amazing", si tratta dell'ampliamento di un romanzo breve dello stesso autore. Un impiegato di New York, John Gordon, scambia la sua mente con quella di un principe dell'Impero galattico del futuro, Zarth Arn. L'imperatore, padre di quest'ultimo, è assassinato e il fratello maggiore ferito. Zarth Arn, o piuttosto John Gordon, è così costretto a mettersi alla guida degli Imperi galattici contro un gruppo di dissidenti. Contemporaneamente nasce l'amore tra Gordon e la fidanzata di Zarth Arn, la principessa Lianna, che non amava il suo promesso sposo impostole dalla politica, ma cambia parere quando lo spirito di Gordon si sostituisce a quello di Zarth. La situazione si complica ulteriormente quando, per respingere l'aggressione del tirannico dominio della Nebulosa Oscura, si deve far ricorso a un'arma fantastica, il terrificante Distruttore che rimane lultima speranza, di cui però solo Zarth conosce il segreto e che John Gordon ignora completamente.

Questa particolare space opera non è un lavoro di serie nell'enorme produzione di Edmond Hamilton*. Il fatto che lo scrittore abbia deciso di tornare due volte sullo stesso soggetto, e che The Star Kings abbia avuto l'onore di apparire rilegato nel 1949 due anni dopo la prima edizione (cosa rara per quel periodo, quando i romanzi di fantascienza erano pubblicati quasi esclusivamente sui pulp-magazine), dimostra sia l'interesse dell'autore per la storia, sia la qualità del testo. Ed in effetti The Star Kings riesce, come pochi altri romanzi, ad esaltare tutto il sense-of-wonder della fantascienza avventurosa.

 

Jack WILLIAMSON*, Seetee Ship, 1951; Seetee Shock, 1951
[Il millennio dell'antimateria, Nord, Milano 1991]

Il ciclo dell'antimateria o di "Seetee" è sicuramente una delle opere dominanti del periodo che va dal 1941 al 1953, il periodo dell'oro della fantascienza. Seetee Ship è un libro cardine nella carriera di Williamson, perché da questo momento lo scrittore inizia a distaccarsi dalla space opera classica che lo aveva visto tra i rappresentati più illustri, per gettarsi invece in un maggior impegno politico, sociale e filosofico.

Pur rimanendo profondamente un ottimista, Williamson* sembra essere consapevole dei difetti e delle deficienze dell'umanità. Eppure il romanzo rimane tutto sommato un'utopia positiva che viene trattata con grande respiro, piena di idee e concetti interessanti. Ciò che Williamson* ci racconta con questo corposo romanzo non è perciò la solita avventura galattica, ma viceversa un vero e proprio sforzo narrativo per descrivere con abbondanza di particolari un intero assetto politico-economico credibile nel quale si fondono tre componenti: la sociologia, la tecnologia e l'avventura.

La narrazione serrata è articolata a sua volta in tre fasi, in cui troviamo tre diversi protagonisti - Rick Drake, Paul Anders, Jenkins - e tre figure femminili. E interessante notare come i superuomini della tradizione della fantascienza siano lentamente scomparsi per lasciare il posto alla genialità scientifica che può albergare anche in un tipico uomo comune.

Va ricordato, infine, che Williamson* cominciò a scrivere il ciclo dellantimateria sotto lo pseudonimo di Will Steward, forse per staccarsi in maniera netta dalle sue opere giovanili.

 

Alfred VAN VOGT*, The Voyage of the Space Beagle, 1951
[Crociera nellinfinito, Fanucci, Roma 1973]

Non è facile orientarsi nel turbinoso mondo di Alfred Van Vogt*, considerato uno dei pilastri della fantascienza del suo periodo. Nei suoi romanzi sono sempre presenti tutti gli archetipi della science fiction, dalle razze aliene alle epopee cosmiche, ma sicuramente il centro del suo narrare può essere considerato la definizione del diverso, del mutante, del superuomo.

The Voyage of the Space Beagle è il suo primo romanzo. Si narra lodissea di una gigantesca astronave, partita dalla Terra da molti anni con il compito di effettuare una vasta esplorazione spaziale. Non a caso il vascello spaziale si chiama Beagle, il nome della nave con cui Darwin compì i suoi viaggi di ricerca.

Le astronavi di van Vogt* incontrano creature fantastiche - alcune delle quali sono dotate di poteri straordinari e spesso spaventosi - che lautore immagina e descrive con un caratteristico gusto del portentoso. Ed infatti è proprio la descrizione tutta vanvogtiana di questa incredibile fauna spaziale che consacra lo scrittore come uno straordinario creatore di mostri.

In The Voyage of the Space Beagle compare inoltre per la prima volta uno dei temi più sfruttati da Van Vogt*: la scienza che risolve tutti i problemi, ma una scienza del tutto inventata (anche se in alcuni casi lautore si ispira a scoperte vere): in questo romanzo si tratta del nessialismo, mentre altrove avremo esempi diversi di superscienze o supertecniche (fisiche o mentali) inventate da Van Vogt* per permettere ai personaggi di uscire da situazioni di stallo (come il sistema Bates per rinforzare la vista, o il connettivismo).

 

Isaac ASIMOV*, Foundation, 1951; Foundation and Empire, 1952; Second Foundation, 1953; Foundations Edge, 1982; Foundation and Earth, 1986; Prelude to Foundation, 1988; Forward the Foundation, 1993
[Cronache della galassia, Mondadori, Milano 1974; Il crollo della galassia centrale, Mondadori, Milano 1974; L'altra faccia della spirale Mondadori, Milano 1974; L'orlo della Fondazione, Mondadori, Milano 1995, Fondazione e Terra, Mondadori, Milano 1994; Preludio alla Fondazione, Mondadori, Milano 1994; Fondazione anno zero, Mondadori, Milano 1997]

La Fondazione è il ciclo più famoso (e il più venduto) di Asimov*. I primi tre volumi di questa serie, Foundation, Foundation and Empire, Second Foundation, furono scritti tra il 1951 e il 1953, cioè in quello che viene considerato il suo periodo d'oro. Il quarto, Foundations Edge, è invece molto più tardo: Asimov* lo scrisse infatti solo nel 1982, quando riprese questa serie completandola fino a raggiungere il numero di sette volumi.

Nato dall'ispirazione che lo scrittore ebbe leggendo Decline and Fall of the Roman Empire (Il declino e la caduta dell'impero romano) di Gibbon, il ciclo della Fondazione narra l'interregno tra la caduta del Primo Impero Galattico e la nascita del secondo: un nuovo medioevo di trentamila anni. Hari Seldom, uno scienziato, è riuscito a mettere a punto un metodo di previsione delle tendenze umane, la Psicostoria, ed interviene direttamente per influenzare gli eventi storici. Seldom fonda così le due Fondazioni che dovrebbero tentare di arginare la crisi e ridurla a un periodo di mille anni.

Il corso degli eventi sarà contrappuntato da effetti a sorpresa. Neanche la Psicostoria può infatti prevedere situazioni come la nascita di The Mule - hitleriana figura di mutante dotato di poteri "psi" - su cui ruota l'intero intreccio di Second Foundation.

Asimov* riprenderà a scrivere la storia della Fondazione dopo un intervallo di circa trenta anni, anche grazie alle pressioni degli editori. Il risultato è Foundations Edge, in cui amori e scontri politici si intrecciano ancora una volta con la mitica immagine della Terra.

Nel 1986 Asimov* scrisse il quinto tassello della sua Storia Futura: Foundations Edge: i tre cicli che lo hanno reso lo scrittore di fantascienza più famoso del mondo (i Robot, l'Impero, la Fondazione) si fondono nel tentativo di scrivere la saga dell'umanità.

Il quinto romanzo parte dallo scontro senza vincitori tra le due Fondazioni create da Hari Seldon. Il problema è decidere se la galassia avrà un nuovo Impero seguendo la teoria psicostorica di Seldon, oppure diventerà una sorta di organismo cosmico basato sulla scienza mentalica del pianeta Gaia. La responsabilità della grave decisione spetta a Golan Trevize. Ma davanti a lui c'è un quesito: perché alla Biblioteca Galattica tutte le informazioni riguardanti la Terra sono scomparse? E chi le ha fatte sparire? La risposta, Trevize ne è sicuro, si trova proprio sulla Terra, il mitico pianeta ancestrale di cui egli ricorda solo l'inquinamento radioattivo. Ancora una volta, come già nel ciclo dell'Impero e in tutta la Fondazione, c'è la simbolica ricerca della Terra, che è ricerca dellorigine, della Terra Promessa, luoghi classici della narrativa di Asimov*.

Con Forward the Foundation del 1993, si torna allinizio del ciclo. Ricompare Hari Seldon, preside di facoltà all'Università di Steerling su Trantor, capitale e cuore dell'Impero, dove si leggono e si studiano i segnali che arrivano dal resto della galassia. Seldon e il Primo Ministro della Dinastia Entun, Eto Demerzel, sono i soli che riescano a capire la situazione: il germe della decadenza serpeggia in tutti i mondi dell'impero, ma nessuno tranne loro riesce ad accorgersene. Demerzel è in realtà il mitico robot Daneel Olivaw, l'umanoide che da ventimila anni si muove nell'impero sotto varie identità per aiutare lo sviluppo del genere umano.

Laskin Joranum, il capo della prima grande crisi, capeggia una rivolta per attuare una dittatura militare. Il controllo dell'impero rischia di sfuggire dalla vigilanza di Demerzel, ostacolato anche dal conflitto tra la legge Zero della Robotica ("Un robot non può fare del male all'umanità o, tramite l'inazione, permettere che l'umanità ne riceva danno") e la Prima Legge ("Un robot non può fare del male a nessun essere umano o, tramite l'inazione, permettere che un essere umano riceva danno"). Insomma tra i milioni di mondi governati dall'Imperatore Cleon I si gioca il futuro dell'umanità. Grazie al perfezionamento dello studio della Psicostoria, caparbiamente sostenuto da Seldon che pare passare indenne attraverso l'immanente catastrofe finale dell'Impero, si attua la rinascita ed il progresso del genere umano. Ma Asimov* riserva un finale a sorpresa.

 

Robert HEINLEIN*, Starship Troopers, 1959
[Fanteria dello spazio, Mondadori, Milano 1975]

Robert Heinlein* fu grandissimo scrittore di pulp-stories che raggiunse unampia popolarità. La sua più grande virtù come scrittore è di non essersi mai accontentato di riprendere un tema di successo o fare assegnamento solo su una formula.

Starship Troopers è stato visto da molti critici come il tentativo di proporre una filosofia politica di destra ed accusato di militarismo. In effetti tutta la narrazione descrive come sia addestrato e come combatte un soldato di fanteria in una guerra del futuro. Protagonista della narrazione è Johnny che decide di far parte della Fanteria dello spazio: lo seguiremo durante il suo addestramento e nelle sue battaglie. Ne emerge un classico della fantascienza dazione - inizialmente pensato per i ragazzi - che tende ad abbellire la descrizione della vita militare e per raggiungere questo obiettivo rinuncia al realismo. Nonostante le difficoltà che Heinlein* trovò per la pubblicazione, Starship Troopers vinse nel 1960 il premio Hugo.

Robert Scholes ed Eric Rabkin hanno segnalato le contraddizioni nella ideologia sottesa al libro di Hamilton*: Il suo ideale sociale è una gerarchia rigidamente organizzata (...) come lorganizzazione militare di Starship Troopers, in cui ci si guadagna il diritto di cittadinanza lavorando per il governo. Ma il suo individuo ideale è un uomo totalmente libero, il che significa che i suoi eroi si accordano male con le sue società ideali.

Nel 1997 il regista Paul Verhoeven ha tratto un film omonimo dal romanzo di Heinlein*.

 

Arthur C. CLARKE, 2001, A Space Odissey, 1968
[2001, Odissea nello spazio, Longanesi, Milano 1969]

Clarke scrisse la sceneggiatura del celebre film di Stanley Kubrick, sulla base di un proprio racconto, quindi ne trasse questa novelization (riduzione a romanzo): film e romanzo sono perciò solo due diversi mezzi espressivi per la stessa storia. Come nel film di Kubrick i dialoghi sono ridotti al minimo, così Clarke nel suo romanzo riproduce il medesimo effetto narrando la storia dallesterno, in modo quasi neutro.

Il primo tema principale del romanzo ruota intorno al principio di evoluzione, che Clarke portò alle estreme conseguenze. In secondo luogo 2001 descrive dellentità meccanica costruita dalluomo per simulare non solo la memoria ma anche la coscienza: unentità che poi diventa davvero cosciente e incontra tutti i problemi connessi con questo stato. Quando lunico sopravvissuto della Discovery toglie i contatti - opera perciò una sorta di lobotomia - al computer HAL, questo torna alla propria infanzia intonando una canzoncina per bambini. Il terzo tema è quello dellesploratore nella sua solitudine, che in qualche modo rimanda allOdissea.

Tra i molti significati allegorici di 2001 emerge il monolito, un simbolo molto potente. Quando la missione dello scienziato Floyd viene chiamata sulla Luna per esaminare il monolito ritrovato nel cratere Tycho, uno degli scienziati che lo accompagnano afferma che si tratta della prima prova dellesistenza di unintelligenza extraterrestre. E così nel monolito si può leggere indifferentemente la Radice dellEssere, Dio, il Numero, la Coscienza, la Tavola della Legge, il Primo mattone dellUniverso (Giovanni Grazzini).

 

Samuel DELANY*, Nova, 1968
[Nova, Nord, Milano 1974]

In primo piano, nel plot di Nova, scritto nel 1968 e rielaborato nel 1969, troviamo due uomini in gara per il possesso di un immenso giacimento di illirio, la più importante forma di energia in un lontano futuro dove luniverso è diviso in tre grandi settori: Draco, Le Pleaidi e le Colonie Estere. A spingere i due rivali non è tanto lavidità, quanto una sfida con il destino ed allo stesso tempo con se stessi.

Nova è unesemplare prova della fantascienza americana alla fine degli anni Sessanta, un romanzo costruito su diversi livelli. Delany* non rinuncia ad inedite e coraggiose ipotesi sulla civiltà e sulla società, sul progresso, sulla rivoluzione industriale ed elettronica di quegli anni, mettendo in campo strani personaggi come lo zingaro detto Sorcio, o i due gemelli Idas e Lynceos, uno nero e laltro albino, che vivono in simbiosi. Il personaggio centrale è il capitano Von Ray, accanto a uno scrittore e a un artista futuribile.

Fantasia e scienza si alternano in un quadro futuribile ricco di germinazioni, che non escludono lallegoria mitica, la riflessione sullarte, ma anche sulla violenza, lincesto, la solitudine. Ha scritto Peter Nicholls: Nova è la storia di Prometeo e del Graal combinate con vivace inventiva... Il libro presenta un tipico protagonista di Delany*, il criminale/deviante/musicista/artista che trova la sua genealogia letteraria da Jean Genet fino a Franÿois Villon.

 

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