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Star Stripper

di

Marco Ramadori


Spogliarsi a gravità zero? Non è facile. Con movimenti lenti e provocanti, Elena si tolse anche le mutandine, che rimasero immobili, sospese in aria. Peccato non ci fosse anche la musica. Si carezzò i fianchi, salendo con le mani sino a coprirsi i seni, sino a strizzarsi i capezzoli. Con quel sorriso invitante che sapeva far impazzire qualunque maschio.
Ma la reazione del suo ospite la lasciò perplessa.
Non sembrava particolarmente eccitato. Se non, forse, per la bava che gli colava abbondantemente dalla bocca. Era disgustoso. Ma in fondo non così diverso dalla maggior parte del suo pubblico. E lei, con gli anni, si era abituata un po’ a tutto.
La madre, morta durante la distruzione di Milano, avrebbe voluto vederla diventare un avvocato. Ma lei era contenta di non averle dato retta. Sulla New Heaven, l’ultima astronave-colonia che era riuscita miracolosamente a fuggire dalla Terra, non c’era posto per gli avvocati. Si era invece trovato un posto per una spogliarellista. Certo, Elena si era dovuta scopare un paio di politici (e non si ricordava neanche più quanti altri, durante quell’orgia a base di karzac chimico a cui era stata costretta a partecipare). Ma, infine, era riuscita a imbarcarsi sulla New Heaven. Come spogliarellista.
Le era stata assegnata una delle cabine più ampie. Tutta per lei. E lei non doveva fare altro che spogliarsi, davanti alla videocamera collegata con uno dei 15 canali video. Così chiunque sulla New Heaven, quando voleva, poteva ammirarla. Con la speranza di vederla masturbarsi, attività in cui si esibiva abbastanza spesso. Con le gambe bene aperte, davanti all’occhio indifferente della videocamera. Elena era certa di riuscire a percepire, ogni volta, le onde di eccitazione dei sopravvissuti. Era felice di poterli aiutare a dimenticare, attraverso qualche istante di veloce piacere, le orrende immagini di guerra totale che tutti si lasciavano alle spalle. L’apocalisse finale. L’invasione spietata degli Cyzorg.
L’unico vero problema era l’animazione sospesa. La destinazione della New Heaven era una stella sconosciuta (scelta non si sapeva bene neanche da chi), ai confini della galassia. Migliaia di anni luce. Nessun essere umano sarebbe potuto sopravvivere a una tale eternità. E così, ogni tanto, lei sentiva l’odore del gas narcotizzante. E si addormentava. Tutta la New Heaven entrava in uno stato di animazione sospesa. Lei non aveva ben capito quanto durasse. Forse qualche mese, forse qualche anno, forse qualche centinaio di anni. Le sembrava di ricordare almeno 4 risvegli… ma non ne era sicura. E poi, in fondo, non le importava molto. Era un po’ come aver raggiunto l’immortalità. A volte si sentiva una specie di Dea, una Dea spaziale del Sesso. E ogni volta che si risvegliava dal suo lungo sonno, con il profumo dei cornetti di soia caldi di Ashab, il cuoco etiope della New Heaven, era felice.
Ma ora il corpo di Ashab era orrendamente sventrato, spiaccicato sul muro. Con il sangue che levitava in assenza di gravità, in affascinanti globi scarlatti. Attorno ai cornetti etiopi, come in una incredibile scultura di arte kaira.
Ed Elena aveva trovato, accanto a lei, lo Cyzorg che, molto gentilmente, le aveva chiesto di mostrargli qual era la sua funzione sull’astronave. E ora, dopo aver assistito allo spogliarello, il mostro sembrava molto perplesso.
"Ma tutto questo… 'movimento' che hai fatto… qual è la sua funzione precipua… necessaria?" le chiese con tono un po’ snob, avvolgendo la membrana che usciva da uno dei suoi 10 tentacoli attorno alle mutandine di Elena, che libravano nel vuoto. Poi le tirò a se’, e le fece sparire nell’orifizio luminoso da cui colava quell’orrendo fiume di bava viola.
La domanda la lascio’ interdetta. "Serve a eccitare gli uomini. E’ il mio lavoro!" E scoppiò in lacrime. "E’ l’unica cosa che so fare!" Possibile che non riusciva a capire?
"Bene. Grazie per la cooperazione." E il mostro uscì dalla stanza, muovendosi velocemente sulle sue orrende estremità tentacolari, come un polpo che, contraendosi, schizza via nell’acqua.
Elena non capiva. Perché non l’avevano uccisa subito, sventrandola come il povero Ashab? Perché tutte quelle domande?
Iniziò a sentire l’odore del gas narcotizzante. Ma il suo cervello lavorava velocemente. Forse gli Cyzorg non volevano uccidere tutti. Forse volevano conservare alcuni esemplari della razza umana… i piu’ caratteristici, i piu’ originali… per collezionarli… come trofei delle loro conquiste. Solo alcuni esemplari, accuratamente selezionati. Poche copie dei figli di Dio, fatti a Sua immagine e somiglianza e…
Molto tempo dopo, Elena finalmente si risvegliò. Ma in una stanza diversa dal solito. Strano. Sembrava tutto uguale ma, nello stesso tempo, tutto sembrava avere un qualcosa di irreale, di ricostruito, di alieno. Ma forse era solo una sensazione. Forse solo una conseguenza di un qualche ormai lontano incubo notturno, confuso, indistinto... Cercò di non pensarci.
Sorrise alla videocamera e, con la solita malizia, inizio’ a spogliarsi.