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Sapore di sale

Non esiste peggior dittatore di chi ti vuol far mangiare per forza ciò che ha deciso lui. O lei. Anzi , prevalentemente lei: la madre...

...ma anche chi sostiene la necessità di rispettare una ricetta nei minimi particolari, e se a te non piace il cumino, no! Te lo devi mangiare. O chi di nascosto un ingrediente, invece, te lo sottrae, perché a lui o lei non piace e allora non lo devi mangiare nemmeno tu. è una esperienza , come il complesso d'Edipo e la tendenza ad ingrassare, comune a tutta la razza umana: è l'obbligo a mangiare da piccoli...

I tabù alimentari di origine religiosa vanno rispettati come tutto di una religione, ferme restando naturalmente le regole di "cornice" per così dire, che sono quelle delle democrazia politica e della legalità che ne consegue, che sempre devono prevalere, anche nel privato: ad esempio tu detentore della "patria" o "matria" potestà puoi imporre il chador islamico, o il velo, o le palandrane verde-rosa neoumaniste alle tue figlie solo finché hanno 18 anni; quando sono maggiorenni decidono loro e se tu insisti , contro la loro volontà, compi un reato per il quale vai punito. Il tabù alimentare, poi, ovviamente idem (con il più la considerazione che i palati diventano maggiorenni molto prima del resto del corpo). Senza mai dimenticare che qualunque tabù alimentare su base religiosa o culturale non è altro che un momento, sia pur piccolo e tendenzialmente innocuo, di delirio paranoico...

...Ovviamente i vegetariani integralisti, sono fra peggiori. E non perché non sia possibile indursi a pensare che anche gli animali hanno forse, qualcosa di molto simile ad un'anima. è vero, chi può negare che un cane ed un gatto o un delfino o uno scimpanzé, non ci siano in quale modo fratelli? Ma una gallina? "Una gallina non è un animale intelligente, lo si vede da come guarda la gente", recitava un antico poema...

...Ma poi, diciamocela tutta: siamo tutti, noi umani, su tutti i pianeti, discendenti almeno simbolici di Caino, non fosse altro perché Abele è morto, e quindi non si è riprodotto; Caino invece sì, ed è lui il nostro comune padre.Una paternità alla quale non possiamo rinunciare solo volendolo; e quindi noi siamo omicidi, uccidiamo i nostri fratelli e perché non uccidere i buoi? O i maialini da latte? Se non altro loro ce li mangiamo. Per diventare veramente vegetariana ( e nessuno chiede il parere delle piante? Un pomodoro è contento di essere mangiato? alle piante si parla per farle crescere bene, o almeno c'è chi lo fa; e chi lo fa, non mangia verdure?) l'umanità dovrà subire uno scatto evolutivo, mutare, in qualche modo. Ci porremo il problema allora. Credo fra qualche millennio. Nel frattempo, mangiamo. Ricordandoci che ovunque nell'Universo conosciuto, la vita si nutre di vita...

(Tratto da: "L'Umanità, Fuori e Dentro il Sistema Solare" di R.Turturro)

Le cose andarono faticosamente ma bene, per fortuna. Anche perché per le prime due settimane dormii quattro ore per notte. Notte poi in senso relativo, ovviamente. Il tempo di bordo era regolato sul Tempo Spaziale Standard Umano, ossia una giornata di 20 ore di 60 minuti l'una, per sei giorni, ed una di 30 ore, la "Domenica", praticamente, il giorno di riposo per tutti i turni, che però variava a seconda dei gruppi di lavoro. Diversi orologi a bordo fornivano informazioni sui tempi planetari, quello terrestre, quello dei pianeti degli Alieni e da dieci giorni prima dell'arrivo, quello del pianeta di destinazione secondo gli standard locali. Gli Alieni ox si adeguavano al tempo di bordo e quelli non-ox facevano a modo loro, dato che i contatti con il resto dell'astronave erano ridotti ai minimi termini. Di fatto noi lavoravamo, con l'aiuto di Chef e della cucina robotica, 20 ore su 20, dividendoci i turni. All'inizio fu veramente dura. Vedete come tutti i cuochi dilettanti, all'inizio della mia carriera e della scuola stessa, io ero in grado di cucinare alcuni "cavalli di battaglia" piuttosto bene: il mio "Borsch" ad esempio era veramente notevole, per non parlare degli spaghetti con le polpette all'americana o del "boeuf burghignonne" sia pure fatto con le bistecche di soia, a questo già a sedici anni. Ma a scuola imparai non solo che un vero cuoco deve essere in grado di cucinare di tutto, non fosse altro perché ha imparato a seguire le ricette (cosa non tanto facile quando si è inesperti o creativi), ma soprattutto che deve cucinare allo stesso modo, cioè con lo stesso sapore, sia per 2 che per 20 porzioni. E questo lo avevo imparato. Ma organizzare una cucina e soprattutto una cambusa per centinaia di persone e cioè pensare ad uniformare un piatto per centinaia di porzioni! Dio, era quasi un incubo. Imparai rapidamente. Prima di tutto mi fidai alla cieca (anche perché non avevo alternative) dei miei aiutocuochi; e devo dire che tutti, e soprattutto Alfio, furono grandi. In secondo luogo non era proprio così drammatica: i turni di mensa erano tre ed io dovevo seguirne personalmente solo uno e solo supervisionare di massima gli altri due, quindi questo diminuiva ad un terzo dei "commensali" il mio impegno diretto.

Una cucina di bordo in una astronave è attrezzata come una normale cucina di una grande mensa o di un grande ristorante, a parte alcune particolarità' tutte specifiche, relative alle condizioni ambientali che possono determinarsi. Ad esempio può capitare di dover cucinare in assenza di gravità. Sebbene questo normalmente sia un caso limite, più relativo alle piccole navi intersistema o agli sloop sportivi a vento solare. In tal caso così come nelle cucine di bordo sulle navi a vela sulla terra ci sono le cucine "basculanti", che devono seguire le inclinazioni della barca (soprattutto il rollio) , sulle astronavi ci sono le cucine "integrali", cioé con le pentole che fanno corpo unico con fornelli e pavimento, autosvuotanti e praticamente a pressione. E c'è anche un complicato sistema per versare il cibo dalle pentole ai contenitori da cui poi aspirarlo, dato che ci sono poche altre alternative: il rischio che brandelli di cibo, polverizzati e nebulizzati, se ne vadano in giro per l'astronave c'é sempre, ma per fortuna oggi procura meno danni che in passato, dato che gli impianti elettrici, magnetici, i cablaggi di tutti i tipi, i comandi eccetera sono tutti incorporati all'interno delle pareti.

Intendiamoci: una parte della mia cucina era robotizzata (non "la" cucina robot, che faceva parte della struttura portante della nave ed aveva sportelli ovunque; ma veri e propri robot nella mia cucina). Ad esempio certe pentole di quelle grandi (dei cilindri di un metro per un metro e mezzo) erano completamente robotizzate: ti informavano (vocalmente! Erano delle vere e proprie pentole parlanti!) secondo per secondo del punto di cottura, delle cose da aggiungere sulla base della ricetta pre-impostata, secondo anche il menu del giorno ecc ecc. Facevano tutto loro, praticamente, con degli "sguatteri" robot, dei carrelli dotati di una specie di braccio, per portare dovunque servissero le dosi (anche massicce) di farina o olio o strutto o pasta o carne.

Vicino alla cucina c'era la serra Le serre di bordo sono uno dei posti che preferisco. Come tutti i Capocuochi ero io il responsabile della parte alimentare della serra, anche se ad occuparsene veramente sono gli idrogiardinieri (per lo più le serre sono idroponiche, ma non solo: un 20% circa è proprio fatto di coltivazioni "a terra", e la serra di bordo della Muhmmeenuh, è bellissima, fatta con un gazebo al centro ed un vero e proprio orto intorno, grande diverse decine di metri quadrati). Le serre adempiono al doppio scopo di fornire verdure fresche ed ossigeno biologico, quest'ultimo sia per motivi di riserva ed emergenza, sia di "odore naturale" nell'aria, sia psicologico; nelle serre vengono comunque coltivati anche moltissimi fiori, per pura e semplice soddisfazione estetica, ed abbiamo finito con lanciare la moda in tutta la parte umana dell'Agorà: una astronave di classe ha sempre un giardino a bordo. Non necessariamente a poppa, anche se le navi a vento solare, per tradizione marina antichissima, lo hanno proprio lì.

Ed infine c'era la cucina robotica vera e propria. La cucina robotica di una astronave è simile alle cucine robotiche delle grandi mense terrestri, con la differenza che i materiali introdotti nel ciclo sono più numerosi, variegati, saporiti e ben gestiti. Praticamente la cucina robotica è un enorme "robot a circuito chiuso", con due tipi di "uscite" ed un "ingresso": dall'"ingresso" vengono introdotti gli elementi di base preconfezionati per la preparazione dei piatti; dalle mille uscite nelle cabine, nei corridoi e nelle mense comuni escono i piatti preparati; e da un altra uscita ancora gli scarti di lavorazione. Il sistema è alimentato, per motivi cultural-religiosi dovuti ai Neoumanisti, ma anche per motivi pratici, da batterie costruite sulla terra e ricaricate dai reattori della nave, che funzionano a materiali fissili di origine terrestre. I vantaggi oltre alla praticità, sono la totale garanzia igienico sanitaria dei cibi, una loro perfetta calibrazione nutrizionale, ed una certa gamma di scelta a sapori più che accettabili. Per un gourmet il tutto lascia molto a desiderare.Ma ci si può vivere. A me leva soprattutto una massa enorme di lavoro.

La cosa migliore che potevo fare era assecondare il mio personale Tao della cucina. Lo feci, supervisionando tutto e dedicandomi in particolar modo soprattutto alla cena dei passeggeri che era l'unico pasto che richiedeva veramente molta attenzione e soprattutto un menu più variato, più scelte personali e così via. La sera ero esausto. La "notte" coincideva per tutti con le ore dalle 10 alle 20, nel corso delle quali c'era, soprattutto nella zona alloggi un abbassamento generale e progressivo delle luci, non tale da impedire la visuale od il lavoro ma sufficiente a dare la sensazione esclusivamente psicologica della notte. Tutti i tentativi di farne a meno erano falliti, e non solo sulle navi umane; anche gli Alieni, infatti provenivano per lo più da pianeti con una rotazione, quindi con un alternarsi di giorno e notte.

Una difficoltà non da poco era data dai tabù alimentari di equipaggio e passeggeri. Occorreva essere ben informati sulle prevenzioni religiose o culturali di tutti per non urtare sensibilità e soprattutto per non lavorare a vuoto. Il cibo di bordo ad esempio era in gran parte (quasi tutto praticamente) "casher", puro secondo i dettami ebraici della "casherut", o se preferite "alal", stessa cosa solo in un'ottica musulmana, sia per quel che riguardava la produzione a monte (ad esempio la scelta degli animali da macellare, la macellazione stessa o la preparazione di vino o formaggi) che per la preparazione in cucina (ad esempio venivano stoccati separatamente, non mescolandoli fra di loro, e quindi non facendo mai toccare latte e carne, o maiale e qualcos'altro; certo, c'erano anche i cibi"proibiti" come il maiale o il vino o i cibi alieni entrati nell'uso terrestre, ma non di tutti i terrestri; ma separati con particolare cura dagli altri) e per una serie di semplicissimi motivi: prima di tutto andava incontro al gusto degli eventuali clienti ebrei ortodossi e ce n'erano molti fra i viaggiatori per affari e fra i dirigenti delle massime Società terrestri; poi perché all'atto pratico le regole "casher" sono valide pare pare per i musulmani, che in fondo sono tuttora la seconda religione della Terra e dell'umanità in generale; ed infine perché si trattava sempre, proprio perché cibo "naturale" , di cibo al massimo grado di qualità e le regole "casher" (maiale e frutti di mare a parte cui non si applicavano ovviamente, perché non si mangiavano e basta) erano diventate di moda da un centinaio d'anni presso i gourmet: la nostra era anche una nave da crociera di lusso, per così dire, quindi i cibi dovevano essere della miglior qualità. Ovviamente avevamo a bordo quintali di maiale e di derivati, che, a parte gli eventuali ebrei o musulmani ortodossi di bordo, tutti mangiavano, comprese molte specie di Alieni ox. E rispetto ad altre norme casher (ad esempio quella di non cucinare carne e latticini insieme) beh, stavamo attenti e basta, anche perché i lavaggi automatizzati di bordo cancellavano letteralmente ogni traccia organica di cibo in una pentola, ma a livello molecolare, praticamente; molte pentole, servizi da cucina e soprattutto le stoviglie di uso più comune erano solide e sembravano di ceramica ma erano usa, getta e ricicla, quindi si poteva essere certi che il piatto pulito in cui si veniva serviti non aveva mai toccato altro cibo che quello che ci stava dentro ora.

Del resto, almeno in quel viaggio, gli unici veri rompiballe dietetici di bordo erano una ventina di Integralisti Umanisti, un po' xenofobi, per i quali occorreva: cucinare solo ed esclusivamente cibi terrestri (niente cibo proveniente da altri pianeti nemmeno se colonizzati da umani: solo la Terra "vera" poteva dare cibo vero per gli umani secondo loro), cotto e preparato esclusivamente in modi tradizionali (lo scoprii quando non vollero mangiare il mio cremolato "alla paratia") il che voleva dire: arrosto alla fiamma di combustibili terrestri, bollito in acqua terrestre scaldata solo con fonti di energia di tipo terrestre, e la corrente elettrica o comunque l'energia di bordo andava bene solo se l'impianto di fusione era alimentato da idrogeno o materiali fissili di origine terrestre; niente sale e niente alcool, per motivi in senso lato religiosi; maiale si, ma pesce e crostacei marini no, di fiume sì (niente di provenienza dal mare poteva esser mangiato: per loro Terra voleva dire soprattutto terra, suolo!); usare solo ed esclusivamente pentole e tegami destinati alla alimentazione umana; servire le portate solo ad una distanza minima di almeno 9 metri da un Alieno o da un cibo alieno. E questo solo per indicare le regole fondamentali sulle quali non transigevano, poi ce n'erano altre (tipo, non mi chiedete perché, non mangiare cibi che contenessero nel loro nome, in una lingua terrestre, la lettera "K"!)

Non che fossero razzisti, intendiamoci; gli Umanisti frequentano gli Alieni ci parlano e se è il caso stringono loro la mano; poi si fanno una doccia (ad acqua, non ad ultrasuoni!) e si considerano impuri (non potendo avere rapporti sessuali) per tre giorni, eccetera, eccetera. Ma loro negano con forza di essere razzisti. Uno strazio.

Comunque è vero quello che dice sempre mia madre: vesti a gusto degli altri e mangia a gusto tuo. Figuriamoci poi per un cuoco che ci tiene soprattutto che il cliente sia soddisfatto. Certo che con gli Umanisti ho il dente avvelenato. Anche perché fu proprio da loro che venne la prima crisi vera. Una mattina, all'alba , mentre stavo preparando l'impasto per la torta "profiterol", Chef con la sua voce chioccia ed in francese fece

"Mon petit...?"

Aveva deciso di chiamarmi così , quando non c'era intorno nessuno che potesse sentire; e diceva che era per un riguardo verso di me! Lo odiavo per questo ma a parte spegnerlo che gli puoi fare ad un computer?

"... cosa vuoi, trans?" Abbreviato per transistor. Era il minimo che potessi fare per reagire. Non ditemi che è irrazionale! Passateci voi 18 ore al giorno per 40 giorni con un computer di bordo come Chef e con la prospettiva di passarci al minimo tre anni e poi ne parleremo.

"Sc'è una rvapprvesentanza di Umanisti che vuole farve un'ispezione alla tua cucina" e giuro che ne era contento. E quando era contento non parlava con accento francese. Isterico, vi dico.

"...cooosa? E perché?"

"Vogliono assicurvarvsi che tu rvispetti le lorvo norvme dietetiche."

"Ma sono già garantiti dal contratto di viaggio!"

"Non si fidano."

"E chi se ne frega! Non permetterò a dei passeggeri di entrare nella mia cucina a spulciare fra le mie pentole!"

"Ah, oui? Beh, allorva vallo a dirve a quel mega-torrvone al cioccolato di Chaka. Hanno il pervmesso del capitano, mon petit!"

"Vedremo!"

Chiamai sul videinterfono il Capitano e chiesi conferma. Fu succinto come al solito

"Si, Mastro Turturro, gli ho dato io il permesso e per prevenire sue eventuali proteste le vorrei far notare che fra loro c'é Amos Field, consulente per la Chiesa Umanista per la signora Nohemi, la proprietaria di questa e di altre 25 astronavi intersistemi, nonché la signora che metaforicamente firma il suo assegno. Per concludere: spero per lei che sinora abbia rispettato le prescrizioni Umaniste nella preparazione delle sue per altro ottime sbobbe".

E spense il videointerfono. Non c'era mai molto da dire con lui, per come metteva il discorso. Mi pulii alla meno peggio le mani, mi ricomposi, sempre via videointerfono buttai giù dal letto i miei assistenti e dopo una ventina di minuti quando arrivarono eravamo pronti; aprii la cucina.

Entrarono in otto, seguendo tutti Amos Field, un distinto californiano, anzianotto, magro ed alto, con i capelli bianchissimi. Ci presentammo e cominciai a fargli fare il giro delle cucine.

Dov'erano stoccati i cibi puri? E quelli impuri? Ed i tegami per gli uni e gli altri? E quali le fonti di energia? Ed il frigorifero come era alimentato? Quale conoscenza avevo io dei dettami dietetici umanisti? E questo e quello.E quell'altro.

Ve la faccio breve. Ero a posto, ero informato ( ci pensava comunque Chef ad informarmi) e tutto sarebbe andato bene se proprio alla fine, quando ci stavamo rilassando tutti dopo una ispezione di un'ora abbondante, Chef non se ne fosse venuto fuori con una delle sue:

"Mastrvo Turvturrrvooo? Quanto sce ne metto di sale MARVINO?"

Giuro che lo disse marcando la parola. Figuriamoci, per gli umanisti niente sale e niente di marino erano ammessi!

"Di cosa stai parlando Chef?"

"Si, dico, nellasoluzionefisiologicadellalavastovigliequanto SALE MARVINO cidevometterve?"

"I nostri piatti vengono lavati con una soluzione fisiologica A BASE DI SALE MARINO?" tuonò Field

"Non so di cosa stia parlando signor Field. Chef di cosa stai parlando?"

"La lavastoviglie, mastrvo Turvturrvo, sa , la macchina perv lavarve piatti di porvtata e pentole, giù nella seconda stiva, quella che uno sci mette i piattoni sporvchi dentrvo e poi..."

"Ho capito!" mi stavano saltando i nervi: ma di che parlava? "Ma che c'entra la soluzione fisiologica? Noi usiamo i detersivi standard, già approvati dalla Consulta Umanista, o no?"

"Oui, signorve, ma ogni 30 giorvni di navigazione sono le lavastoviglie che vengono automaticamente lavate, secondo le indicazioni della casa costrvuttrvice, con un'altrva soluzione fisiologia contenente divervsi elementi, frva cui il SALE MARRVINO. Orva" e fece una pausa "dai miei prvogrvammi non rvisulta: quanto sce ne devo metterve?"

"Quindi" disse Field "I piatti vengono lavati in un ambiente impuro!"

E sordi ai miei tentativi di spiegazione uscirono tutti in fila.

Chaka mi chiamò due ore dopo. Era nero. Metaforicamente. Di colore di pelle aveva una sfumatura quasi blu, come tutti gli spaziali di razza africana nera che passavano molto tempo nello spazio. Ma di umore era proprio nero.

"Mastro Turturro, cosa c'é di vero nelle proteste del signor Field"

Io avevo fatto le ricerche necessarie.

"Niente di grave signore, le loro direttive dietetiche non sono state mai violate, non ancora per lo meno. La lavastoviglie è nuova, è stata montata sei mesi or sono e sinora non aveva ancora avuto bisogno del lavaggio con la soluzione fisiologica. Quindi non è stata "contaminata" e di conseguenza nemmeno i piatti e le pentole che vi sono stati lavati. Men che meno i cibi o i passeggeri umanisti"

"Può provarlo?"

"Credo di sì, signore, ci sono le bolle di accompagnamento della lavastoviglie ed i turni di lavaggio delle cucine con le registrazioni computerizzate delle cose lavate negli ultimi otto mesi"

Ci pensò un po' sopra e poi con un ghigno

"Forse non cenerà nella stiva, stasera, Mastro Turturro. Sempre che riesca a convincere il signor Field. Vada, vada pure"

Ci andai e gli spiegai tutto. Rimase un po' pensieroso, e si consultò con i suoi correligionari

"Sembra non sia stato commesso sacrilegio, Mastro Capocuoco, ma a questo punto ci siamo posti molte domande"

Aspettai.Mi guardarono tutti fisso e poi Field disse

"Lei cucina molto bene, Mastro Turturro"

"Grazie , ma..."

"Ci è venuto un dubbio."

"Quale?"

"Non è che lei mette il sale di nascosto nelle nostre pietanze?"

Li guardai stupiti.

"Ma no, assolutamente no, perché dovrei farlo?"

"Molti sono i sacrileghi che credono di prenderci in giro in questo modo."

"Ma io non lo farei mai, io stesso mangio poco salato, perché secondo me il sale copre troppo i sapori reali dei cibi"

"Ciò è bene per lei e la sua anima, ma resta il dubbio"

"Ma, il dubbio, da cosa è provocato?"

Si guardarono fra di loro e poi Field.

"La sua cucina è troppo...saporita, secondo noi"

"Ma io non uso sale nelle vostre pietanze"

"Ma noi non abbiamo mai mangiato questi sapori!"

"E avrete dei cattivi cuochi!"

"Non ci prenda in giro!"

"Non lo sto facendo, signor Field!"

Insomma andammo avanti così per un po'. Loro sentivano il sale nelle pietanze ed io non ce lo mettevo, non nelle loro senza dubbio; ma loro non volevano credermi, perché ciò che mangiavano non era sciapo come doveva essere e da paranoici quali erano come tutti gli integralisti religiosi non ci volevano credere. Non se ne veniva fuori.

Tornai nelle mie cucine e scrissi un breve rapporto per il capitano. Poi mi misi a pensarci su. O qualcuno metteva il sale di nascosto anche nei loro piatti, o ci arrivava in qualche altro modo; o il loro palato era alterato. Loro nel frattempo avevano deciso di attenersi solo alla cucina robotica interamente automatizzata delle loro stanze che prevedeva anche menu Umanisti integrali. Era un insulto, ma non ci potevo fare niente.

Il giorno dopo il capitano mi chiamò e quando lo raggiunsi trovai Field

"Anche i piatti della cucina robotica sono salati..."

disse il capitano.

"Qualcuno , qualche infedele vuol renderci impuri. Sa Iddio che noi siamo puri, ma questo blasfemo, chiunque esso sia, deve pagare!!!" disse Field con il viso spiritato.

"Mi scusi, capitano..." ed uscii non ostante le sue proteste. Andai al più vicino sportello di cucina robotica ed ordinai una serie di sei, sette diversi assaggi di pietanze Umaniste. Le assaggiai e nessuna sapeva di sale. Tornai subito dal capitano che stava tenendo testa a Field e:

"Mi scusi signor capitano, ma questi sono degli esemplari prelevati ora, e NON sono salati"

Chaka era furioso per quella mia iniziativa, ma era necessaria, perché mi stava venendo un'idea sul come e perché si era creata quella situazione. Comunque assaggiò alcune delle pietanze e:

"In effetti, signor Field , sono sciapi"

Field ci guardò con gli occhi spalancati, poi si avvicinò, assaggiò anche lui e dopo un attimo sputò tutto in terra urlando.

"Bestemmiatori!!! Canaglie! Ah! ma me la pagherete! Blasfemi!!!!"

Chaka perplessissimo e preoccupato:

"Ma che dice, signor Field?"

"É salato!!! E lei lo sapeva! E mi ha voluto prendere in giro! Ma non ci cadremo più! Mangeremo solo le razioni di sopravvivenza e l'acqua delle scialuppe di salvataggio del nostro settore! Sarà dura ma Iddio ci aiuterà! Ci salveremo e vi faremo punire! Quello che state facendo è illegale e soprattutto è contro il contratto di navigazione"

Ed uscì, sempre urlando. Chaka, aggrottando le sopracciglia mi guardò.

"Ce l'hanno in bocca..."dissi.

"Cosa sta dicendo?" mi disse corrucciato Chaka.

"Il sapore di sale. Ce lo hanno in bocca loro. O nel cervello. Quindi li meta subito in quarantena; anzi meglio in stasi"

"Si spieghi!"

"Eh, non so che dirle, capitano, però se troveranno salate anche le provviste e l'acqua delle scialuppe mi pare evidente che il sapore di sale che sentono o è una reazione psicosomatica ed allora non vedo proprio cosa possiamo fare; ma siccome non sapremo cosa faranno loro e in questo caso sono probabilmente in uno stato di allucinazione, mettiamoli in quarantena prima che diventino pericolosi: con gli Umanisti non si sa mai; o è un sapore che gli si forma in bocca, direi sulle gengive, sulla lingua o sul palato, sulle mucose insomma, e da lì passa o sembra passare ai cibi. E direi che può essere solo una infiammazione batterica fuori controllo; e allora più che mai mettiamoli in quarantena; e se non vogliono mangiare nemmeno le razioni di emergenza che troveranno salate, in stasi"

Chaka sbiancò per quanto può sbiancare uno Zulu: un batterio sconosciuto fuori controllo su una nave interstellare? Peggio che se fosse piena di vampiri transilvani. Chiamò subito la sicurezza e fece circondare ed isolare al tempo stesso le cabine degli Umanisti.

Loro avevano trovato salate anche le razioni di sopravvivenza. A questo punto la paranoia era totale e reciproca. Chiedemmo loro di sottoporsi a visita medica. Rifiutarono, asserragliati nelle tre grandi cabine comunitarie che occupavano.

Intervenne Chaka

"Signor Field , le devo chiedere di venire a farsi visitare. Lei per primo e poi tutti gli altri"

"Ci rifiutiamo!!! E poi lei non può arrogarsi questi poteri! La pagherà cara!"

"Dinanzi anche solo al sospetto di un rischio di una endoepidemia provocata da un batterio sconosciuto io non ho il diritto, ma il dovere di intervenire. Se non lo facessi il mio secondo mi sparerebbe, se necessario, e prenderebbe il mio posto, è chiaro? Dia retta, apra e faccia entrare il dottore ed una scorta"

Ci volle una lunga trattativa e dovemmo assecondare la richiesta di videoregistrare ogni singolo momento di quella fase ma alla fine il dottore insieme ad una scorta di marines, tutti in tuta integrale da combattimento , entrò nel loro settore della nave; visitò prima Field poi altri dieci Umanisti a campione. Prelevò dei campioni di saliva e molecole di gengive che analizzò in un piccolo laboratorio-robot che aveva con sé. Poi, dopo dieci minuti rivolto al Capitano:

"Allora, capitano, la situazione è questa: quelli che ho visitato hanno tutti una leggera stomatite con una secrezione che mi sembra sia provocata al contatto con alcune molecole organiche molto comuni presenti in tutti i cibi; la secrezione contiene molti sali, praticamente li concentra dai fluidi sanguigni e li deposita nella saliva; da qui il sapore di sale che questi signori provano ogni volta che mangiano; ho identificato il batterio e sembra una mutazione di un normale herpes umano; essendo mutato però non so cosa possa fare oltre dare sapore ai cibi"

"Come è entrato a bordo?" chiese Chaka; in teoria la nave era assolutamente sterile o popolata solo da batteri simbionti nei corpi umani e nei cibi, circa 40 specie diverse e tutte conosciute una per una; si può dire che tutti i batteri ed i microorganismi a bordo nell'area umana avevano nome e cognome, praticamente; un batterio mutato di quel tipo ed in quella quantità non ci doveva essere, nemmeno se un tipo conosciuto avesse deciso di mutare a bordo dell'astronave.

"Non saprei, capitano..."

Field esplose.

"Le procedure di sicurezza di questa nave lasciano molto a desiderare signor Capitano, chiederò i danni alla compagnia..." e mentre andava avanti vaneggiando dentro il monitor io mi avvicinai al capitano gli feci cenno di isolare i microfoni dalla nostra parte.

"Capitano, dica al capopattuglia di cercare nelle cabine se trova cibi di qualche tipo."

Mi guardò perplesso poi su un canale riservato passò l'ordine ai marines. Uno si allontanò mentre Field ancora parlava e tornò dopo pochi minuti con un cesto con diverse buste all'interno.

"E questi cosa sono?" chiese Chaka, mentre anche il dottore guardava di che si trattava

"Cibi...cibi puri della Santa Madre Terra!" disse Field

Io stavo rapidamente controllando con Chef.

"Capitano io non ho mai supervisionato l'imbarco di quei cibi, ergo sono illegalmente a bordo. E non sono stati nemmeno sterilizzati."dissi

Il dottore che ci aveva sentito.

"...il campo di coltura ideale per qualunque tipo di microorganismo" disse

Poi perplesso aggiunse:

"Ma come se lo sono passato l'un l'altro con tanta rapidità?"

Ed io che avevo appena avuto l'informazione da Chef.

"Ecco, nel corso di una delle loro funzioni, si scambiano il segno della pace, e...beh, lo fanno con un bacio alla francese..."

Mentre i marines sghignazzavano, Chaka mi guardò come non capisse

"Con la lingua, signore..."

Insomma gli Umanisti ci fecero una gran brutta figura. Avevano violato una delle regole ferree della nave e del contratto introducendo di nascosto a bordo cibo non sterilizzato. Loro sostenevano che l'operazione di sterilizzazione lo avrebbe reso impuro e gli fu risposto che ne potevano fare benissimo a meno: erano infatti semi di tutti i tipi, lupini, noccioline, merendine, snacks, tutta roba naturalmente saporita, senza bisogno di integrare il sapore con del sale. Comunque dovevano avvertire e non lo avevano fatto; di rottura di contratto erano responsabili se mai loro, non la Compagnia. Poi il fatto che il loro comportamento avesse dato origine ad una malattia per di più ad opera di un batterio mutato, per le condizioni ambientali non terrestri, addirittura nei loro corpi, beh, li rendeva impuri per un centinaio di generazioni secondo me: rischiavano una quarantena di mesi al porto di arrivo. Fatti loro, ma avevano messo a rischio l'intera nave.E, in teoria, l'umanità intera. In passato si erano dati casi del genere, per questo le norme a riguardo erano così ferree. E questi erano fatti nostri. Inoltre dato che di questo batterio non si sapeva niente, e visto che non sembravano a rischio di vita, beh, sarebbero restati confinati nelle loro stanze, sotto costante controllo medico. A mangiar salato qualunque cosa mettessero sotto i denti.

Yin e yang.Il Tao non è una religione ma una descrizione plausibile e quasi scientifica della realtà per come la conosciamo o la possiamo conoscere almeno con i nostri sensi. Conoscete il simbolo del Tao? E' un cerchio formato da due virgole incastrate l'una nell'altra, una bianca e una nera; all'interno di ogni virgola un puntino del colore opposto, bianco in campo nero e nero in campo bianco. Il puntino sta ad indicare che ogni realtà, ogni segno, ogni manifestazione di checchessia, da un fiore ad un circuito elettronico, ha in sé il proprio contrario. E che l'eccesso di Yin, produce, inevitabilmente, Yang; e viceversa, con la conseguenza che sperare in una stabilità totale ed eterna, o anche solo duratura, è senza senso: in qualunque situazione uno dei due termini della vita si sviluppa ed eccede, determinando il suo contrario che nascendo dapprima sottile, come la parte sottile della virgola finirà con il prendere il sopravvento, a sua volta eccedendo e determinando il suo contrario; e così via. L'unica cosa eterna è il Tao, che vuol dire eterno, costante, rivoluzionario e stabile cambiamento. Non vi stupirà sapere che sono molte le razze Aliene che hanno filosofie e simboli pressoché identici. A livello cosmico forse vuol dire che alla fine di questo universo se ne creerà un altro. O forse no. Nel suo piccolo un bravo cuoco deve sempre e soprattutto sapere il significato di quell'acronimo che figura nelle ricette a proposito dell'indicazione della quantità del sale: "q.b.", quanto basta.

(Tratto da: "L'Umanità, Fuori e Dentro il Sistema Solare" di R.Turturro)

Formaggio condito alla Moda Anti-Umanista

Ricetta tratta da " Il Turturro, Manuale di Cucina Spaziale, 8va Edizione" di Rudy "Basilico" Turturro

Dosi per mezzo chilo di prodotto

Circa 500 grammi di "phormujeenohkomounae"

Odori vari: curry, pepe, sale, aglio in polvere o spremuto (q.b.)

2 cucchiai da tavola di salsa di soia

2 cucchiai da tavola di olio d'oliva

2 cucchiai da tavola di salsa worchester

1 cucchiaio da tavola di pasta d'acciughe

1 cucchiaio da tavola di ketchup

1 tazza di acqua calda

Dovreste trovare del formaggio "phormujeenohkomounae" che sarebbe l'ideale, dato che è la negazione di molti principi neo-umanisti: è infatti un formaggio tratto dal latte di un mammifero marino alieno, la "KK-uppruh"; a questo formaggio dovrete aggiungere le seguenti spezie ed ingredienti: aglio spremuto, curry, pasta d'acciughe, kechup, mostarda, prezzemolo, basilico, pasta di capperi, una fetta di cipolla bianca tagliata a pezzettini, salsa di soia, paprika piccante, pasta di rafano, kurkuma.

Se non trovate il "phormujeenohkomounae" potrete ripiegare su un qualunque formaggio in pasta che vi piaccia anche i normali formaggini a triangolo, per intenderci.

Mettete tutti gli ngredienti insieme in una comoda terrina.

Schiacciate il formaggio con una forchetta ed amalgamatevi le spezie.

Usate parte dell'acqua calda per amalgamare meglio e per rendere un po' più liquido l'impasto , a gusto vostro

Note e variazioni

Ricordate che il ""phormujeenohkomounae"" è famoso per tutto l'universo dell'Agorà per essere un formaggio molto nutriente, che non sa assolutamente di niente (l'unica cosa che sadi meno è notoriamente il to-fu) e che si conserva all'infinito. E' il tipico pasto dello spaziale, del colono e del single con il frigorifero vuoto di tutto tranne che del formaggio in questione, che si compra sempre e si mangia per ultimo perché , appunto, non sa di niente (un po' come il to-fu) e quindi va insaporito di tutte le spezie che avete in casa. La ricetta che vi do è quella che io usavo sulla Mummeenuh e l'ho imparata sul pianeta Sunlowraentzo.

Usate pure tutti gli aromi e gli odori che vi passano per la testa, e più sono variati e meglio è: ad esempio io , personalmente, aggiungo anche cumino, erba cipollina, cipolla rossa a pezzettini, tantissimo aglio, un pizzico di polvere di rosmarino; in pratica ciò che trovo in cucina.Mia o di altri.

Ripeto: se non trovate il formaggio in questione, qualunque formaggio in pasta che non sappia di niente va bene. Ma sarà difficile trovarne uno che non sappia proprio di niente niente come il "phormujeenohkomounae".

 

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