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Si può mangiare (e cucinare) tutto

Nutrirsi non è altro che una trasformazione energetica. Un organismo prende dell’energia sotto forma di alcune determinate sostanze e composti chimici e , con un processo chimico-fisico complesso, che richiede energia a sua volta, li trasforma in energia che utliizza per funzionare. Questo vale per gli umani, per gli alieni, per i computer. Tutto qui.

(Tratto da "Cibo ed Energia", di R.Turturro)

Lasciammo Porto Pazzo, in fondo, con un sospiro di sollievo. Io personalmente cominciavo ad aver paura che non sarei mai riuscito ad andar via da quel pianeta. In realtà, dopo un po' di tempo scoprii che non desideravo nemmeno ritornarci. Quello che avevo fatto era stato...beh, diciamo molto divertente, ma era stato veramente troppo!

Non era una questione morale, ovviamente, ma solo una sorta di indigestione: non si può realizzare tutti i propri sogni erotici più spinti e poi non sentirsi vuoti; verso la fine ci pensavo spesso e cominciavo anche ad aver paura che il sesso "normale" non mi avrebbe interessato più, avevo paura che avrei passato i mesi successivi a pensare a quel posto ed a pensare di spenderci cifre enormi. Solo dopo alcuni giorni cominciai a rendermene conto, quando mi accorsi di essere tanto concentrato su me stesso da non sentire nemmeno più Chef che mi prendeva in giro:

"Ti sei scopato via il cervello? Hey, mouton! Boef, pas mouton! homme non plus! alor!" mi ripeteva in continuazione insulti sanguinanti ai quali non solo non rispondevo, ma dei quali proprio non mi accorgevo. Anzi, alla fine mi accorsi solo del fatto che aveva smesso del tutto di parlarmi se non per comunicazioni strettamente di lavoro e per lo più su video.

"Alors? Sei torvnato fra noi, vivement?" mi disse una mattina Chef.

"Sc'é da prveparvarve i menù pev il prvossimo carvico di clienti paganti, te lo rvicorvdi? E la lista perv rviempirve di nuovo la cambusa."

Aveva ragione ovviamente e mi misi al lavoro. Era l'inizio del viaggio di ritorno, quello, il giro di boa finale, salvo imprevisti sempre possibili se non addirittura probabili ovviamente, ma insomma eravamo sulla strada per la Terra che bene male sempre "casa" era, anzi dopo tutto quel tempo passato sulla nave e fuori, beh, diventava più che mai la casa a cui tornare.

Lavorammo, quindi ricominciammo da capo ad immagazzinare, scegliere, controllare i codici a barre di tutto, fare due conti, fare estrapolazioni, cercare di prevedere consumi eccessivi o altro. Cercammo anche di variare i menu e di prevedere, sulla base dell'esperienza fatta, da dove sarebbero venute fuori le nuove grane.

Arrivarono da una parte veramente inaspettata. Come al solito fu Chef a darmi le prime notizie.

"Sci sono guai in arvivo..."

"Perché?" mentre preparavo delle scorte di salsa bianca da surgelare.

"In plancia hanno ricevuto dei messagi di soccorso via subspazio."

Mi interruppi.

"Ah!? E...é normale, o cosa?"

"No, norvmalmente quando scoppiano guai nello spazio, i guai sono tali che se hai bisogno di aiuto vuol dirve che stai perv morvive e che non sc'é nemmeno tempo di lanciave un sos. Hai prvesente esserve morvso da un cobrva? Non esiste antidoto pervché il veleno è trvoppo vapido, beh, nello spazio i guai sono così. Non si fa in tempo a chiederve aiuto."

"E se invece si fa in tempo? I guai sono minori?"

"No, se si fa in tempo vuol dirve che sono peggiorvi! Soprvattutto perv chi deve porvtarve aiuto. In questo caso, noi."

Ancora non sapevo fino a che punto aveva ragione. Deviammo dalla rotta e dopo alcune ore Chaka convocò una riunione generale via intercom! Tutti gli esseri senzienti a bordo dovevano ascoltare ciò che aveva da dire. E questo vi dia la misura di quanto grave era la situazione.

"Due ore fa abbiamo ricevuto una richiesta di soccorso da due astronavi, una umana, della Compagnia ed una degli Zingari." esordì Chaka senza preamboli "Stiamo per raggiungerle, insieme ad altre astronavi che si trovano in questa zona dello spazio. Fra non molto questo sarà un settore molto affollato. L'astronave degli Zingari è entrata in contatto con una entità sconosciuta ed in qualche modo l'ha "catturata". O ne è stata catturata, ancora non è chiaro. La situazione nel suo insieme sembra essere di notevole pericolo"

Fece una pausa.

"La situazione è tale che ho il dovere legale di dichiarare lo stato di emergenza su questa nave, assumendo il grado militare corrispondente al mio. Analogamente, nel rispetto delle norme di navigazione spaziale terrestri e del nostro contratto con l'Agorà, tutti voi umani siete, di fatto, militari sottoposti alla legge militare: il che vuol dire che i vostri diritti di cittadini ed i vostri contratti che li tutelano sono sospesi per tutta la durata dell'emergenza. Per quello che riguarda tutti gli alieni-ox e non ox, i membri dell'equipaggio sono equiparati agli umani. Gli altri, ospiti e passeggeri paganti, vedranno i loro diritti sospesi per la durata dell'emergenza, nel rispetto delle regole dell'Agorà per queste situazioni. Parlando ai membri dell'equipaggio voglio che sia ben chiaro a tutti che quanto sinora vi ho detto" disse posando le carte da cui aveva letto la dichiarazione" non è altro che un obbligo legale, cui ero tenuto. In realtà mi aspetto da tutti voi la stessa efficienza ed obbedienza cui mi avete abituato finora. Siete stati finora un buon equipaggio. Il primo fra voi, comunque, che non manterrà alto il livello di efficienza e di disponibilità cui mi avete abituato, non avrà grandi problemi legali. Lo scorticherò vivo io, con le mie mani, molto prima dell'eventuale ritorno su Terra. Stesso discorso per qualunque esssere senziente a bordo. Nel caso non l'aveste capito, ne va della pelle. O delle squame, o della pelliccia, o di qualunque sia il vostro tegumento esterno. Vi terremo informati. Buon lavoro a tutti."

Due giorni dopo cominciarono a girare sulla nave le voci più disparate su ciò che era successo. Eravamo arrivati rapidamente nella zona che ci interessava, una zona remotissima e quasi senza stelle o ammassi stellari a portata di mano, una zona deserta come poche; dopo altre 48 ore di voci varie, di nuovo Chaka apparve sugli schermi della nave.

"Una astronave zingara classe base" cioé una di quelle che stabilivano contatti fra le navi-pianeta, nelle varie zone dello spazio, in altre parole le più grandi, di dimensione veramente notevole "ha incontrato un' entità non ben definita mentre era in navigazione in questa zona dello spazio; l'entità sembrava essere in difficoltà di qualche tipo e gli Zingari l'hanno contattata per aiutarla. L'entità ha reagito attaccando gli Zingari che si sono difesi. L'attacco ha avuto la forma di una tempesta di energia violentissima e brevissima, una forma di arma mai trovata prima" Chaka fece una pausa "La nave zingara era molto ben difesa e non ha subito grandi danni, comunque ha chiesto aiuto; è stata aiutata dapprima da una nave della nostra Compagnia e ora lo sarà da noi. L'entità è ancora attiva, il che ha comportato dei problemi. Ci sarà altro da dire quanto prima, ma per ora questo vi dovrà bastare."

Non aveva evidentemente intenzione di allargarsi più di tanto.

"E' convocata in plancia una riunione di tutti i Capi settore. Immediatamente" concluse Chaka. Quello riguardava anche me.

In plancia eravamo in 30, tutti i capi settore presenti a bordo più i primi assistenti ed altri membri dell'equipaggio; una riunione di capi settore, così allargata poi, a prescindere da quella della partenza, era una riunione per definizione eccezionale. Quindi la situazione che l'aveva determinata doveva essere eccezionalmente grave.

D'altra parte, pensate che Chaka e tutti i membri dell'equipaggio di plancia indossavano la tuta corazzata da combattimento dei marines, con solo l'elmetto non ancora indossato.

Al solito esordì in media res.

"Da subito, appena finita questa riunione e sarete rientrati nelle vostre cabine, indosserete una tuta corazzata come questa ed andrete in giro armati. Le armi saranno necessarie nell'eventualità di resistenze anche minime. Entro il minor tempo possibile, voglio che tutti gli esseri viventi senzienti a bordo di questa nave indossino delle tute autonome, quelle d'emergenza delle scialuppe di salvataggio andranno benissimo. Per gli alieni ox e non ox che non ne dovessero avere, l'alternativa è o le scialuppe di salvataggio attivate ed in orbita stretta intorno alla nave o la stasi. Appena mi avrete informato dell'avvenuta esecuzione dell'ordine, ci prepareremo ad interrompere l'erogazione dell'ossigeno a bordo della nave.E del metano nella sezione non-ox..."

Si interruppe per rispondere qualcosa al comunicatore da polso; dette delle direttive e riprese.

"Non voglio allarmarvi, ma nemmeno illudervi . La situazione è grave ed io non voglio che a fronte di un eventuale attacco a questa nave ci siano dei morti per falle nello scafo o cose simili."

Si rivolse al capo ingegnere.

"Lei provveda immediatamente alla attivazione delle procedure per il distacco veloce delle sezioni in cui è divisa la nave, garantendo per ognuna energia in pari misura. Potrà mettere in stasi completa le sezioni una volta staccate fra di loro?"

"Sì signore, in linea di principio si può fare. Ma quanto deve durare la stasi?"

"Indefinitamente. Si tratta di una situazione di naufragio."

Ah. Ecco qual'era il punto. Mettere tutti in stasi in attesa di soccorsi, anche a distanza di secoli.

"Capisco" rispose , il capo ingegnere grattandosi la testa " Beh se Hobson reputa possibile dividere per sette le cellule solari di prora" lo guardò e Hobson, il capo tecnico, assentì " beh, allora si può fare, capitano, diciamo a livelli di vivibilità molto bassa, tipo scatola di sardine e tutti in stasi finché durano le cellule e l'universo, beh, sì, può durare anche per secoli...se sarà necessario."

"Speriamo non lo sia, ma prepariamoci a che lo sia."

Andò avanti così rivolgendosi a tutti i capi settore per preparare tutta l'astronave per...per cosa? Poi si rivolse a me.

"Mastro Turturro, il 90% dell'equipaggio andrà in stasi, ma il rimanente 10% dovrà restare sveglio ed attivo; quindi dovrà mangiare, cose nutrienti, rapide ed in assenza d'aria e di gravità, per un periodo di tempo indefinito. Quanto tempo ci vorrà per organizzare la mensa in questo modo?"

Non aveva nemmeno chiesto SE si poteva fare o no. Pensai velocemente.

"Per l'emergenza attuale, è già tutto pronto. Per creare un flusso di azioni costanti per un periodo di tempo indeterminato, beh, ci vorrà almeno un giorno, signore: le provviste da consumo in assenza di gravità sono disponibili immediatamente, ma sono in quantità ridotta, solo per le emergenze. Per preparare i cibi delle riserve in modo tale che possano essere succhiati dai contenitori, occorrerà decongelarli, omogeneizzarli e disporli in un flusso operativo costante...Forse 18 ore, signore, ma non meno."

"Accettabile. Intende supervisionare lei la cosa o vuole affidare l'incarico ad un sostituto ed entrare in stasi? Non ostante ciò che ho detto lei non è un militare e per di più è un azionista della compagnia, e direi che non è tenuto ad affrontare l'emergenza."

Ma scherzava?

"No signore, resterò sveglio. Potrò servirmi dell'aiuto di Chef?"

"Si, finché non sarà necessaria anche al sua energia. In quel caso anche lui verrà disattivato."

Figurarsi!Si sarebbe incavolato nero, in quell'ipotesi. Chiesi il permesso di andare a preparare tutto, tanto sapevo che Chef mi avrebbe tenuto informato delle conclusioni.

Così fu. Otto ore dopo, quasi tutti i senzienti di bordo e parte dell'equipaggio erano in stasi. Eravamo svegli ed attivi i marines, i tecnici, gli ufficiali, io, Boss e Chef e la nave era pronta ad esplodere in unità autonome che si sarebbero dirette a velocità super luce in direzioni diverse, potendo restare in stasi forse per secoli, con dei tracker subspaziali e spaziali che ne avrebbe segnalato la posizione ad eventuali soccorsi.

Qual'era la situazione?

"Gli Zingarvi hanno incontrvato uno dei Distrvuttorvi, o degli Amok, come li chiamate voi tervestvi" mi disse Chef " e sono rviusciti a catturvarvlo vivo. Al tempo stesso lui ha prvaticamente catturvato lorvo.E noi."

"Un Distruttore?Ma non erano una leggenda?"

"Pave di no. E' lì fuovi, bloccato nel campo di stasi grvavitazionale dell'astrvonave zingarva e di quella dell'altrva nave umana; e da alcune orve anche dal nostrvo. Appena lo abbasservemo prrvobabilmente scappervà, solo che forvse, prvima sci distvuggervà, Mon dieu."

In una riunione degli ufficiali umani, e Zingari, 20 ore dopo, ne seppi di più. Stavo portando nel quadrato dei contenitori con cannucce (l'unico modo per mangiare in quelle condizioni, se succhiare può significare mangiare, a parte i primi 10 mesi di vita!) pieni però di caffé caldo; quello almeno potevo farlo espresso, anche in assenza d'aria e di gravità: avevo modificato una caffettiera di bordo, che ora funzionava a pressione, come le macchine da bar per fare l'espresso di quattro secoli fa: il caffé uscita a pressione dalla caffettiera direttamente dentro i contenitori, in cui avevo già previsto zucchero e latte, oppure niente; gli Zingari bevevano il caffé umano. La scusa di portare qualcosa e restare a sentire mentre distribuivo, restando poi, funzionò anche questa volta.

Il capo degli Zingari stava dicendo, non in koiné ma in un traduttore vero e proprio:

"...no non ci sono, dubbi: non è vivente, o meglio non è biologicamente vivente. La mia specie lo ha sempre sospettato, anzi, ormai ve lo posso dire, dato che abbiamo già trasmesso tutti i dati alla nostra Nave Madre, lo sappiamo con certezza da almeno duecento anni: i Distruttori sono macchine, estremamente evolute, fino al punto di essere quasi energia pura, ma macchine e non esseri viventi in un qualsiasi senso biologico."

"Perché non lo avete rivelato prima?" chiese Chaka.

"Perché non avevamo prove fisiche, ma solo deduzioni. Ora purtroppo abbiamo anche quelle. Sono là fuori e sono pronte a distruggerci."

"Ma riusciamo o no a comunicare con loro?"

"Con lui. E' uno solo, ma basta e avanza. Sì, da due ore riusciamo a comunicare. Abbiamo scoperto come fare. In realtà noi comunicavamo da subito, era lui che non voleva rispondere. Poi, per caso, abbiamo scoperto che le comunicazioni sub-spaziali gli danno fastidio. Forse, addirittura lo danneggiano. All'inizio abbiamo cercato di comunicare con segnali luce, via laser, o, data la vicinanza, con onde sonore ed elettromagnetiche; ma il Distruttore non rispondeva. Poi, alle onde sub spaziali, ha risposto chiedendoci di smettere perché lo infastidivano, usando una versione antichissima della Koiné, che però noi Zingari conosciamo perché è derivata dalla nostra lingua commerciale, una delle prime forme di Koiné interspecie."

"E cosa ha detto?"

"Poco. Non vuole parlare con noi, lo considera tempo sprecato e risponde solo dietro minaccia di inondarlo di onde sub spaziali."

"L'astronave che forma ha? E che caratteristiche rilevabili?"

"Non è chiaro; sembra non esserci una vera e propria astronave. All'interno del campo rileviamo un nucleo metallico di circa 10 metri di lunghezza che, all'analisi di massa e gravitazionale, risulta cavo o quasi. E' piccolo ma è anche circondato da una sfera di energia notevolmente inferiore rispetto ai casi precedenti da noi registrati. Deve essere danneggiato o indebolito, forse alla deriva da anni in questa zona dello spazio poco trafficata.Forse non da anni, ma da secoli. Per questo siamo riusciti a catturarlo. Normalmente qualunque incontro di qualunque razza con i Distruttori si conclude sempre con la distruzione degli esemplari che li incontrano."

"Ma, allora, voi Zingari ne sapete molto su di loro! Perché non avete comunicato i dati in vostro possesso alle altre specie?"

"Lo abbiamo fatto da otto anni standard, appena si è costituito uno specifico organismo interspecie che potesse in qualche modo assumersi una qualche responsabilità a riguardo e che ci sembrasse adatto ad intervenire: il Consiglio per la Sicurezza della Navigazione all'interno dell'Agorà. Tutti i membri del consiglio sono stati informati, se loro abbiano informato le loro razze non lo sappiamo e non potremmo saperlo."

Quindi lo sapevano almeno 320 rappresentanti di specie diverse. Beh era già qualcosa. L'umanità non faceva ancora parte di quel consiglio ma aveva fatto richiesta di ammissione.

"Noi crediamo che i Dist, o Amok che dir si voglia, siano macchine, una specie di super computer, evolutisi autonomamente, dopo esser stati creati chissà da chi, probabilmente in un'altra galassia e comunque millenni e millenni or sono."

Cominciarono a discutere e naturalmente alla fine venne fuori che avevano ragione gli Zingari, come al solito. O per lo meno che erano quelli che probabilmente ci erano arrivati più vicino. Gli Zingari erano entrati in contatto con la macchina per caso, (dissero loro, e tutti pensammo che dovevano aver avuto una qualche traccia o segnale; ma come al solito volevano tenersi qualche informazione per loro) e lo avevano catturato in un campo di stasi prima che potesse sfuggire, reagire o chiedere aiuto: nella stasi niente entra e dalla stasi niente esce. Alla fine, sempre con il sistema del ricatto con le onde subspaziali, erano riusciti a convincerlo a parlarci ed a rispondere alle nostre domande.

Due giorni dopo fu organizzato, nella plancia della nostra astronave, un tentativo di incontro-dialogo con il Distruttore. Ormai a forza di caffè e di tè vegano, la mia presenza era accettata senza discussioni nel quadrato, per cui seguii tutto.

Fu il comandante zingaro a fare le domande in una Koiné quasi incomprensibile e che veniva tradotta per noi dal computer della sua nave, che traduceva anche le risposte del Dist.

"Vogliamo sapere cos'hai contro di noi"

"Siete inutili"

"Che intendi?"

"La vita organica ha adempiuto il suo scopo primario eoni orsono. Ormai è ridondante e superflua, anzi in realtà dannosa."

"Ti arroghi il diritto di decidere per migliaia e migliaia di specie e milioni di miliardi di individui senzienti ?"

"Ti sforzi di non capire. Non è la vita senziente che è superflua, è la vita organica in quanto tale. Per un capriccio dell'evoluzione è stata necessaria una razza organica senziente per creare noi Eterni, ma una volta adempiuto a questo compito non era più necessaria e noi abbiamo provveduto ad eliminarne gli ultimi epigoni. Voi, le altre razze senzienti e tutta la vita organica residua di qualunque tipo, siete ormai superflui: voi, consumando energia, favorite l'entropia. Solo noi possiamo arrestarla; voi siete uno spreco di energia e quindi un danno all'universo."

"Noi non la pensiamo così."

"Ovviamente. Ma avete torto. Solo perché è uno spreco eccessivo di energia in questo eone, voi esistete ancora, ma presto provvederemo ad eliminare completamente ogni forma di vita senziente da questa galassia, come abbiamo fatto nella nostra. Ti ripeto, con il vostro uso dissennato dell'energia, sia pure lentamente, voi aiutate l'entropia, ne accellerate il corso, mentre noi stiamo tentando e forse riuscendo a trovare il modo di arrestarla: di sicuro noi esisteremo finché resterà un briciolo di energia nell'universo ma vorremmo esistere anche dopo, ed essere eterni oltre il tempo collegato alla materia. Ma tu non puoi capire."

Andò avanti così per ore e ore. Noi registravamo tutto e le registrazioni erano riprodotte in più lingue ed in più copie e stivate in tempo reale all'interno di contenitori che, in caso di distruzione dell'astronave si sarebbero salvati. Forse.

I Dist erano stati una fosca leggenda fino a quel giorno. Ora sapevamo che sarebbero diventati un grave pericolo per tutte le razze senzienti dell'universo entro "poco" tempo: qualche decina di migliaia di anni o giù di lì. Venne fuori che i Dist erano macchine sì, ma a quel che riuscimmo a capire, solo per modo di dire o come origine. Erano nati come macchine, alcuni milioni di anni prima, ad opera di una razza sconosciuta che li aveva creati per i propri forse banalissimi scopi; i costruttori dei Dist si erano poi involuti, anche perché tutti i problemi esistenziali venivano risolti per loro direttamente dai Dist, così che di fatto arrivò il momento in cui alla specie non restò altra evoluzione che l'involuzione.

Dinanzi alla quale i Dist rimasero assolutamente indifferenti.I Dist "originali" per così dire erano una sorta di enormi computer planetari, dotati di migliaia di periferiche di tutti i tipi, dai singoli corpi robotici di taglia "piccola", alle fabbriche intere, alle astronavi. Estintisi i loro creatori da soli e nella sostanziale indifferenza dei Dist, i Dist si erano da tempo impegnati nella soluzione di un problema fondamentale per tutti, anche per loro: la sopravvivenza. Solo che loro, giustamente, avevano una visione allargata del problema. Essendo macchine ( e molto ben progettate), erano virtualmente immortali come individui, potendo sostituire all'infinito i propri "pezzi di ricambio". E questo era valido anche per il nucleo " senziente" di ognuno di essi. Come questo nucleo, questo "io", si fosse sviluppato, se per caso o per programmazione dei loro creatori, non riuscimmo a capirlo. Il Dist parlava di "inevitabilità" della coscienza nella sua specie, e sembrava giudicarlo un assioma mistico.

Insomma così era andata: erano coscienti, per ora erano immortali, avevano trovato un qualche sistema per continuare ad evolversi ed a mantenere una potenzialità di sviluppo all'infinito, così che il loro unico limite era la fine del tempo, cioé dell'universo in sé e per sé: l'Entropia, in una parola terrestre. Di lì a circa 12 miliardi di anni, secondo loro, tanto tempo, certo, anche per loro, ma pur sempre limitato. Occorreva "fermare l'entropia" come diceva Frank (abbreviativo di Frankenstein: ovviamente il soprannome che l'equipaggio umano gli dette subito, appena capite come stavano le cose; gli Zingari, conosciuta la storia, si dissero d'accordo sul soprannome) e in quest'ottica, noi senzienti organici eravamo d'impaccio. Quando capitava l'occasione di farlo con un minimo spreco di energia andavamo eliminati.Secondo Frank il modo migliore, quello che determinava il minor spreco possibile di energia era, se possibile, lasciarci morire di fame. Ma non sempre era possibile, diceva...

Non ci fu verso di convincerlo del nostro diritto alla vita. Eravamo in una impasse. Gli Zingari ritenevano che appena avessimo allentato il campo di stasi, Frank sarebbe fuggito con l'opzione di distruggerci prima, tutti quanti eravamo. Trasportarlo con noi era impossibile: tutta l'energia se ne andava nel tenerlo prigioniero. Era un classico caso di "cavalcare la tigre". Anche perché eravamo bloccati lì e non potevamo più mandare altri messaggi subspaziali, sia per risparmiare energia sia perché il campo che tutti ci bloccava , li impediva. Dovevamo convincerlo che la sua specie non aveva il diritto di eliminare le nostre e strappargli una ammissione di inrtressi comuni, per lo meno una ammissione della nostra utilità allo scopo finale della sua razza. Ma come?

Andammo avanti per 20 giorni. Frank non aveva bisogno di dormire e così a turno si dettero il cambio in diversi per spiegar perché e per come.

Chaka fece il punto qualche tempo dopo.

"Non c'é niente da fare. Sul nostro diritto a vivere comunque, lui, semplicemente non è d'accordo, anzi sostiene che noi siamo parassiti dell'universo, quindi della sua specie, l'unica che sopravviverà. Non vedo via d'uscita. Qualunque patto dovessimo fare con lui, sarà per definizione inaffidabile: finora ci ha risposto solo perché avevamo uno strumento di pressione e perché in fondo di noi non è che gliene importi molto, ma ora, con il fatto che forse sta morendo, gliene importa ancora meno. Non abbiamo niente da dargli perché non ci uccida appena lo libereremo, perché se continuiamo così per allora non avremo più energia. Ci ucciderà e morirà subito dopo, cosa comunque cui sembra essere rassegnato; o forse se avrà energia si metterà in una qualche forma di stasi in attesa di essere recuperato fra qualche millennio da un esploratore Dist di passaggio fra le rovine di questa galassia!"

Calò un silenzio pesante.

Tossii per schiarirmi la voce.

"Mi scusi capitano...ma, Frank, come si nutre?"

Mi guardarono tutti perplessi. Chaka invece preoccupato.

"Come sarebbe a dire...?"

"Eh, si dovrà pur nutrire: non è mica un moto perpetuo, il nostro Frank, no? A qualche fonte di energia dovrà pur attingere."

Si consultò con i tecnici.

"In effetti " disse il capo ingegnere "abbiamo rilevato delle variazioni di energia all'interno del campo di stasi in cui lo teniamo, secondo diversi parametri. Probabilmente, a parte la parte esterna metallica dell'astronave, all'interno, l'essenza del Dist deve essere una forma di plasma alimentato, crediamo, da una forma di energia di fusione, ricavata dall'idrogeno circostante."

"Possiamo verificare?"

Continuammo a parlargli e chiedemmo delle estrapolazioni su di lui in base a ciò che sapevamo ai computer di bordo delle nostre astronavi che lavoravano in pool. Venne fuori che, in effetti, Frank si poteva nutrire di qualunque forma di energia disponibile nell'universo, tranne le onde sub-spaziali, anche se normalmente si nutriva di idrogeno, che è la materia più abbondante dell'universo, ma che in quel punto in particolare era più rarefatta del solito (motivo per cui si era bloccato). Venne fuori anche che il suo scopo, l'obiettivo che aveva e per cui era penetrato insieme ad altri nella nostra galassia, era quello di raccogliere informazioni, dati, di tutti i tipi, da utilizzare poi chissà come e perché, che era bloccato in quella zona da centinaia di anni.

E che era affamato ed annoiato...

"Beh, io un'idea ce l'avrei..."

Chaka si mise le mani sul viso, come suo solito.

"Dica..." disse.

"Ecco, cuciniamogli un po' di pane e companatico..."

Gli Zingari controllarono tutti contemporaneamente i loro traduttori chiedendo spiegazioni nella loro lingua al computer centrale se avevano capito bene.

"Ha detto: pane e companatico?"

"Si, proprio"

"Ma se abbiamo appena detto che Frank si nutre di idrogeno..."

"Sì, ma anche che può nutrirsi di qualunque forma di energia. E che il suo scopo vitale è raccogliere informazioni. L'idrogeno lo usa per alimentare un qualche impianto a fusione che ha lì dentro. Inoltre, probabilmente, non ha mai "mangiato" niente di cucinato."

"Ma non si può cucinare l'energia!"

"E chi lo ha detto? Secondo me, se è cibo, si può."

"Ma se lo teniamo proprio perché ne ha poca e lei gliene vorrebbe dare altra?"

"In piccolissime quantità naturalmente: diciamo degli "hors d'oevre". Ma molto companatico..."

Mi spiegai meglio, rivolgendomi ai capi tecnici presenti. Ne discutemmo a lungo. Si poteva fare e non sarebbe stato pericoloso per noi e solo un minimo vantaggio per Frank. Il comandante zingaro guardò Chaka, pensieroso

"Lei che ne dice?"

Chaka lo guardò, poi guardò me e infine:

"Cos'abbiamo da perdere?"

Preparai un menu vero e proprio.

Più tardi, organizata la cosa, in plancia attivai lo schermo di comunicazione mi rivolsi a Frank.

"Ehm, ecco, io sono il Capocuoco della Mummeenuh..."

"Non capisco tale termine, o organico."

"Mhm, sì, ecco io preparo i cibi, rendo commestibili e gradevoli le sostanze organiche da cui traiamo energia per la sopravvivenza fisica."

"Capisco. Non finirete mai di stupirmi con la inutile futilità dei vostri comportamenti. E perché mi ti rivolgi tu, ora?"

"Vorremmo dimostrarti che, nell'esperienza delle forme organiche, ci sono cose che meritano di essere conosciute, anche da parte vostra e che il vostro atteggiamento nei nostri confronti è irrazionale e sbagliato."

"E come pensi di riuscire a convincermi tu, mentre i tuoi amici hanno fallito?"

"Vorrei cucinare per te..."

Ci fu una pausa, forse di perplessità.

"Sei tu forse in stato di degrado mentale più accelerato del normale, o organico?"

"No, no, ascolta: ai limiti del campo che ti tiene prigioniero, nella direzione della fonte di questa comunicazione, dovresti percepire l'immissione in questo momento di una struttura metallica."

"Sì, la percepisco. E allora?"

"Se puoi collegarti con questa struttura riceverai energia, in quantità limitata ed in forme "cucinate" apposta per te; e tutte le informazioni disponibili a bordo delle nostre tre navi" e gli spiegai tutto.

Altra pausa. Il capotecnico mi disse di aver percepito un contatto nella nostra sonda.

"Sta verificando se può servirsene per fuggire, credo; ma è isolato"

Frank riprese a parlare.

"Allora, organico? Cosa aspetti?"

Cominciammo. Man mano che emettevamo energia io provavo anche a commentare ciò che gli stavamo fornendo: si sa, un certo accompagnamento di parole condiziona anche la percezione del sale.

"Ecco ora se estendi i tuoi... sensori sui terminali di rame, i primi dieci in basso nella struttura che hai di fronte, riceverai una corrente alternata di sei e dodici volts, alternata sui terminali dispari e quelli pari con una fase di un secondo l'una."

Silenzio.

"Nella seconda fila del dispositivo troverai dei terminali diversi: sono costituiti di 40 diversi materiali, a coppie di due; in alternanza fra quelli dispari e pari riceverai corrente a 60 volts a periodi di 10 microsecondi e di 20."

Ancora silenzio.

"Ricevi la corrente?"

Silenzio. Decisi allora di interrompere il flusso di corrente.

"Perché hai interrotto?"

"Non rispondevi.Devo continuare?"

"Si."

Continuai. Gli demmo energia di tutti i tipi: elettrica, elettromagnetica, calorifica, in tutta la gamma, perfino piccole dosi di diverse radiazioni, raggi x, beta e gamma. La "cucina" consisteva nelle variazioni: del materiale conduttivo, dei tempi e dell' intensità. Scoprimmo ad esempio, noi e lui, che un periodo alternato di corrente a ritmi velocissimi aveva un effetto inebriante: ossia una alternanza di corrente sì, corrente no, a 1, 2 volts ad intervalli di 5 microsecondi era per lui come un buon vino; a 50 volts un robusto superalcolico. La corrente assorbita via rame era "nutriente" mentre quella assorbita via superconduttori era meno nutriente ma più "gradevole".

Al tempo stesso gli davamo informazioni, sempre sotto forma di energia e sotto forma di flussi di "numeri" booleani, in codice binario. In altre parole: energia sì, per l'uno, ed energia no, per lo zero.

All'atto pratico nell'attimo stesso in cui riceveva l'energia e la "mangiava", la introduceva all'interno del proprio sistema, riceveva anche le informazioni, che venivano direttamente dai computer di bordo delle nostre AES. Erano loro di fatto a fare tutto: traducevano i dati in numeri booleani, li immettevano a livello di microvolts, per lo più, nella sonda che era a contatto con Frank. E quello era il "companatico". Man mano che mangiava, inevitabilmente, assumeva informazioni, volente o nolente, su...beh, su tutto.Tutta l'Agorà, tutte le specie, tutte le nostre attività ed idee, e parte di tutto ciò che passava nei cervelli di almeno 2000 specie senzienti. Lui riteneva che fossimo tutti superflui e dannosi, ma forse, non ci conosceva abbastanza. Così, ci avrebbero conosciuto almeno un po' di più. Se era informazioni che voleva, beh, ora ne avrebbe fatto una scorpacciata.

Gli esperimenti proseguirono per tre giorni. Li interrompemmo solo perché Frank ci disse "che la sua entropia personale era molto forte" e riuscimmo solo a capire che era in uno stato di "disorganizzazione" mentale. Secondo me stava soffrendo di indigestione. O era ubriaco. O aveva sonno, va a capire.

Passarono altre 12 ore di silenzio totale su sua richiesta. Poi riprese il contatto.

"Organici, forse avete ragione"

"Che intendi dire?"

"Il nostro sistema di "alimentazione" è qualcosa che non potete capire. Diciamo che noi assumiamo energia dall'ambiente, dalla radiazione di fondo ad esempio o direttamente da una stella o dall'idrogeno che è nello spazio. Dato che usiamo l'energia al meglio possibile non abbiamo bisogno né di assumerne grandi quantità né di immagazzinarla. Di fatto, da un tempo immemorabile, ci nutriamo automaticamente e, direste voi, inconsciamente. Il vostro esperimento, flusso informativo compreso, in sé e per sé non dimostra niente. O meglio dimostra solo una cosa. Siete riusciti a sorprendermi."

"Spiegati meglio"

"Noi abbiamo piena coscienza di ciò che voi chiamate piacere. Non starò a descrivervi cosa intendiamo, non potreste capire. E' una specie di percezione della compiutezza, della perfezione, della possibile mancanza di entropia. Troviamo questo piacere nella comunicazione fra noi, per lo più. In effetti la comunicazione fra noi ha forma di energia variabile, in cui le variazioni sono estremamente complesse ed individuali. Ora, io non ho mai pensato di poter trarre piacere anche dall'atto della nutrizione. Questo piacere è possibile per come sono strutturato, e potrò ripeterlo all'infinito ed insegnarlo ai miei simili. Ma la cosa incredibile è che siate stati voi ad attirare la mia attenzione su questo fatto. Forse è possibile che la vostra esistenza abbia un senso, dunque..."

Fece una pausa. Il comandante zingaro guardò Chaka che assentì.

"Noi abbiamo interesse a comunicare con la tua specie. Non fosse altro perché vorremmo evitare ulteriori distruzioni. Se ti lasciamo andare porterai questo nostro messaggio agli altri membri della tua comunità?"

"Si. E non vi distruggerò, quando il campo di stasi verrà disattivato. Per rassicurarvi vi dirò che so benissimo che si disattiverà da solo entro due ore."

Se ne era accorto! Ma come? Ci guardammo tutti stupiti.

"Se vi state chiedendo come faccio a saperlo è molto semplice. Dal tipo di strutture che vi ospitano ho dedotto il massimo carico possibile di energia che potevate portare con voi. Anche supponendo che i materiali con cui tenete sotto controllo l'energia siano migliori di quelli che formano le strutture esterne delle vostre navi e sulla base di ciò che sappiamo delle vostre tecnologie, non potevate tenere attivo il campo di stasi che ci cattura tutti per più di 30 giorni. Ne sono passati 29, quasi 30. Anche ammettendo un errore nei miei calcoli (altamente improbabile) o nelle valutazioni delle vostre strutture interne, le possibilità di un margine di errore non sono superiori allo 0,02%. In altre parole, la certezza che il campo di stasi sta per cadere da solo. A proposito, appena avrete staccato il campo di stasi (o appena si staccherà da solo), grazie all'energia che mi avete fornito e ad alcune informazioni specifiche su questa zona della galassia, io potrò accumulare energia a sufficienza per estroflettere una sonda che raggiungerà, non vi starò a spiegare come, una stella vicina. E da lì farò il pieno, come direbbero alcuni fra voi. Ci vorrà un po' di tempo per accumularne anche per voi, ma sarà possibile.Vorrà dire che, per così dire, ricambierò l'invito a pranzo..."

Faceva anche lo spiritoso!

Così fu. Quando staccammo noi il campo, a dimostrazione di disponibilità e anche perché non c'era praticamente alternativa, Frank non solo non ci attaccò. Continuò a comunicare e dopo alcune ore ci disse di rimandargli il congegno di contatto e cominciò a riversare energia in quantità notevoli all'interno delle nostre navi. Con un altro sistema che non ci spiegò concentrò, anzi, enormi quantità di idrogeno dallo spazio circostante e ce le fornì sotto forma ipercompressa; l'idrogeno riattivò il nostro impianto a fusione e nel giro di due giorni fummo pienamente efficienti. Boss lavorò full time per assorbire una serie di nozioni che Frank gli trasmise. Alla fine, Frank se ne andò. Senza dire niente.

"Vedremo" disse Chaka alla conclusione di una riunione nella nostra AES risistemata e ripristinata in tutte le sue funzioni " esiste sempre la possibilità che abbia mentito e che abbia detto e fatto tutto in funzione del fatto che vuole trarre in inganno l'intera Agorà per futuri scontri. Ma intanto un contatto è stato stabilito e probabilmente con un certo successo.Ripeto: vedremo."

Rivolto a me che stavo facendo servire il dessert, e sorridendo per di più, disse:

"Comunque complimenti Mastro Turturro, anche questa volta è riuscito a sorprendermi. Forse da qui nascerà il suo soprannome, che ne dice "cuoco-di-Frank" o Rudy-Dist Buster-Turturro? O pensa di stupirmi ancora?"

Tutti risero cortesemente. Anch'io, ma non fu quello il soprannome che mi guadagnai.

Cibo spirituale (ovvero Ricetta della Cena Allegra)

Tratto da "La festa finirà: norme per un perfetto ospite" di R.Turturro

A qualunque cena occorre aggiungere del "cibo spirituale". Personalmente ritengo che questo cibo sia formato da ciò che di positivo i commensali portano con sé . E tutto ciò culmina nel piacere della reciproca compagnia e nella soddisfazione di una cena riuscita. Appunto una "cena allegra".

L'ospite può influenzare questo tipo di "cibo" in tanti modi, ma sempre si tratta di facilitazioni, per così dire, piccole spinte alla disponibilità, che non possono che transitare attraverso una preparazione ottimale della cena.

L'ospite può poco.Ma qualcosa può. Alcune brevi regole fondamentali

Scegliete con cura gli ospiti.

Mescolare fra loro ingredienti inconsueti può dare una sferzata di brio e di originalità ad una cena, ma occorre non esagerare o rischiare a ragion veduta. Se gli ospiti si staranno simpatici, tireranno loro fuori il meglio da se stessi.

Preparate molte portate, più del necessario, ma non in quantità sufficente a tutti

Ad esempio due o tre primi, ma sei porzioni per ogni primo, per dodici ospiti. Il totale sarà di 18 porzioni per 12 ospiti, quindi cibo in abbondanza, ma non essendocene per tutti, tutti si sentiranno costretti a prendersi subito la porzione che gli spetta dal piatto che amano di più, rinunciando al resto.Sarete così sicuri che i vostri ospiti "non faranno complimenti", che è la base per far riuscire una cena.Resterete sorpresi: in questi casi, non avanza mai niente.

Alcool in quantità eccessive

Di tutti i tipi, se possibile e in quantità massicce.E' vero che l'alcool può determinare reazioni inconsulte, ma in una cena allegra ciò non accade. E se accade, forse vuol dire che non siete in grado di organizzare una cena allegra

Musica solo di sottofondo

Tanto per ricordare che c'è.

Mangiare comodi

Se è una cena in piedi ad esempio, non preparate del roast-beef, a meno che non lo tagliate preventivamente a pezzettini.Non ho mai capito quegli ospiti che ammanniscono un piatto di plastica, una forchetta ed un coltello di plastica , ed un paio di belle fettone larghe di roas-beef. Con un bicchiere in mano. come si fa a tagliare la carne, senza appoggiarsi? Occorre essere esapodi.

Mangiare comodi vuol dire il massimo di informalità possibile

Non si può chiedere ad una signora in abito da sera di sedersi a terra o su un cuscino.Occorre o informarla del fatto che la cena è molto informale o invitarla un'altra volta.

Essere liberi di mangiare ciò che si vuole

Regola d'oro.E ricordate di essere commensale fra i commensali, prima ancora che ospite.

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