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"La soia ha salvato l'umanità dalla fame"

Pierre Du Pont, Segretario del Fondo Intra-Sistemico per il Cibo

"E l'ha lasciata viva a chiedersi se ne valeva la pena"

Rudy "Basilico" Turturro

Una scelta

Oggigiorno, fare con soddisfazione personale e professionale, il cuoco su una astronave, per un cuoco che tenga a fare bene il suo lavoro, è difficile; ma mai come fare il cuoco sulla Terra. Sempre che si tenga a fare bene il proprio lavoro, nel rispetto dell'arte. Ma in fondo è proprio questo il motivo per cui faccio il cuoco su un'astronave. Le mie letture sull'argomento, oltre al parere dei miei maestri alla Scuola Cuochi, mi fanno pensare che sia sempre stato così, per lo meno da due secoli a questa parte: fare il cuoco è difficile ovunque, e su una astronave è peggio; ma almeno in passato c'era più gente che sapeva mangiare decentemente. Forse proprio perché c'era più gente, chissà.

E' vero che trovare cibo, semplicemente commestibile, per i soli 12 miliardi di esseri umani che affollano il Sistema solate e la Terra soprattutto, è già di per sé una impresa titanica; anche se grazie alle serre idroponiche a grattacielo, a quelle sulla Luna ed alla coltivazione intensiva dei fondi marini delle piattaforme continentali, ci si riesce, almeno per ora, senza troppi problemi. Ma non si può davvero pretendere che il "mangime" così raccolto sappia veramente di qualcosa!

Certo, si può fare un pasto completo di antipasti, entree, secondi, contorni e dolci finali solo usando come unici ingredienti (a parte i soliti odori da cucina) soia od alghe ed acqua. E chi non lo sa? E' uno degli esercizi per l'esame del secondo anno a qualunque Scuola Cuochi. Ma dopo un po' che mangi piatti fatti in questo modo, te ne accorgi che stai mangiando sempre e solo soia. O alghe. E d'altra parte aveva senso rischiare di distruggere tutto l'ecosistema solo per continuare a dare miliardi di hamburger ad una umanità obesa, affetta da cardiopatie e gotta? Ovviamente no. Solo che è ben triste che come conseguenza secondaria della necessità di standardizzazione della produzione e della distribuzione del cibo si sia persa la vera grande cucina. Oggi in qualunque ristorante o casa privata si possono cucinare (diciamo meglio: riscaldare) e mangiare diverse centinaia di prodotti, diversi fra di loro, ma alla fine sempre e solo di due cose si tratta, soia ed alghe, alghe e soia, anche se ben truccate e perfino saporite, anche se le specie oggi coltivate fra quelle originali e quelle mutate geneticamente, sono centinaia.

Il fatto vero è che l'umanità ha nella sua maggioranza perso il gusto di mangiare. E non solo il gusto di mangiare carne (che non è proibito come cercano di far credere agli ingenui gli Animalisti del Domani, ma solo fuori moda e scoraggiato sul piano culturale); ha perso anche il gusto di mangiare vegetariano. In fondo il 90% della storia della cucina di questo insipiente ma ingordo pianeta, è da sempre storia di cucina vegetariana. Ma non storia della cucina a base di soia ed alghe!

Non si mangia più, ci si nutre e basta. Da studente cuoco ero stato fortunato: grazie al fatto che la scuola era annessa ad una grossa fattoria di cibi naturali (prodotti costosissimi e, ovviamente, riservati solo ai gourmet o ad usi religiosi, ad esempio farina per le ostie ed il vino cattolici, o il succo di pomodoro per gli Umanisti Integrali; e altri) nella retta erano compresi anche i materiali naturali con i quali sperimentavamo e che, di tanto in tanto, necessariamente, assaggiavamo, compresi quelli più costosi o meno alla moda, come ad esempio la carne o certe verdure.

Ricordo la prima volta che ho preparato ed assaggiato un vero "potage al pomodoro"! Incredibile! Avevo sbagliato tutto: troppo sale, troppo peperoncino ed aglio, troppo di tutto, ma il pomodoro era vero pomodoro delle serre idroponiche della scuola e non sugo di soia rossa californiana, ed anche rovinato come l'avevo rovinato io, dio!, quant'era buono! Lo raccontai subito, la sera stessa , ai miei, agli amici, a tutti quelli che incontravo.

Ebbi così la mia prima e vera lezione di cosa vuol dire passare la barricata o "passare dall'altro lato del bancone della mensa" come si diceva alla scuola. E del resto era ovvio. Se volevo continuare ad avere una vita sociale e non volevo essere ostracizzato, beh, dovevo imparare a stare zitto e a non dire cosa mangiavo o non mangiavo. Nessuno vuole stare a sentire quant'è buono ciò che non ha e non può avere, vero o falso che sia, ed è facile credere (e far credere alla massa) che ciò che non hai e non potrai mai avere fa schifo: è la sindrome della volpe e l'uva. E se arriva qualcuno a dirti il contrario, beh, o ci credi e ti arrabbi (casomai anche con lui); ma è inutile; o non ci credi, e allora è meglio che chi dice quelle bugie stia zitto, con le buone o con le cattive.

Nel Sistema Solare praticamente non si può più parlare di cibo in società, se non in certi ambienti sociali molto elevati per censo e cultura. Punto. Io imparai rapidamente a stare zitto con le buone. Però volevo fare il cuoco. Non so perché, non l'ho mai capito e dopo un po' ho smesso di chiedermelo.Io sono un cuoco e basta.

Insomma, a tempo debito presi il diploma e cercai di cominciare a lavorare come aiuto cuoco.Mense soprattutto: aziendali, di campeggi e grandi albergi o comunità varie. Insomma dove capitava. In realtà lavoro ce n'era quanto ne volevo: tutti dobbiamo mangiare, ma pochissima gente vuole fare il cuoco. Solo che non capivo più cosa avessi studiato a fare tutte quelle raffinatezze che avevo studiato dato che il lavoro di una mensa è quasi completamente automatizzato e l'intervento del cuoco si limita soprattutto a supervisionare le macchine. Certo è il capocuoco che decide i menù del giorno o della settimana, ma sempre sulla base dei prodotti precotti quando non addirittura dei piatti già precotti, surgelati, precucinati, liofilizzati e staticizzati, che gli vengono forniti dalle fabbriche direttamente. Dal fondo del mare alla tua tavola, zac!

Alla scuola avevo anche vinto una borsa di studio ed andai per un periodo a fare uno stage in una fabbrica di cibi, per vedere se mi potevo inventare qualcosa o mettere in pratica quello che avevo imparato, ma niente da fare. La raccolta dei vari tipi di soia ed alghe veniva fatta automaticamente; stoccaggio, preparazione e lavorazione delle varie fasi, pure: tutto automatizzato.

C'erano dei centri di ricerca dove si sperimentavano nuove combinazioni di soia e di alghe per vedere se si riusciva a produrre un nuovo o un miglior sapore. Ma a parte il fatto che era giocato tutto a livello di DNA e di provette, con un solo assaggio finale (ormai comunque effettuato da parte di incompetenti, almeno secondo me), serviva una specializzazione in genetica solo per poter pensare di entrare nell'anticamera della fabbrica; e di genetisti erano pieni i fossi, ormai.

Non vi nascondo che un paio di anni dopo il diploma ero, se non proprio triste e disperato almeno molto depresso. Tanto abbacchiato che non mi divertivo più nemmeno con gli amici. O con Didi e Bibi.

"Ma sei scemo, Rudy?" mi dicevano gli amici "Vivi con una coppia come Bibi e Didi ed hai l'energia per essere depresso? Ma sei malato!"

In effetti. Bibi e Didi erano l'unico raggio di sole nella mia vita, e anche se ero depresso non potevo non accorgermene. Bibi e Didi erano due stupende ragazze bisessuali, che stavano in coppia fin da quando erano adolescenti e facevano l'amore con gli altri (o le altre) sempre insieme; erano inseparabili, sessualmente disinibite, scatenate e dolcissime.

Me mi avevano prima notato forse perché fisicamente ero un po' diverso dagli altri (grassoccio, soprattutto, non proprio grasso ma grassoccio; e ormai, vuoi per il cibo che non induce granché ai peccati di gola, vuoi per la mania della salute a tutti i costi, vuoi per il desiderio di vivere oltre i duecento anni di vita media che ci toccano a tutti, sulla Terra sono tutti magri); poi preso a ben volere; poi visto che per timidezza non facevo avances, mi avevano praticamente sedotto; erano arrivate quasi a segregarmi in casa loro fino al punto di far diventare il duetto un trio, anche se per lo più ormai "esercitavamo" i nostri talenti solo in casa e fra noi.

Ma non vi dico la fatica. Piacevole, non dico di no, ma erano decisamente due ragazze come dire, impegnative: Bibi era il tipo svedese, alta una decina di centimetri più di me, bionda, con la pelle bianchissima, snella, ma ampia e muscolosa; Didi invece era una Masai purosangue, alta quanto Bibi, ma nera quanto lei era bianca e flessuosa come un serpente.

Appagarle, assecondarle, era impegnativo e faticoso, ma relativamente facile quanto a stimolo iniziale per così dire: bastava guardarle un paio di volte di seguito per avere voglia di fare l'amore anche se si era stanchi. I maschi del nostro giro mi odiavano tutti per averle allontanate dal gioco, per così dire, ma giuro che avevano fatto tutto loro.

Cominciammo a vivere assieme e visto che il lavoro che trovavo non mi piaceva, io avevo rinunciato a lavorare ed erano loro che (lavorando come esperte di pianificazione delle risorse energetiche erano strapagate) mi mantenevano in cambio delle mie prestazioni culinarie ed amatorie, dicevano, e, non ci crederete (non ci credeva nessuno) apprezzavano più le seconde delle prime.

"Vedi, Rudy, tu sei diverso dagli altri uomini" mi disse una volta Bibi " Tu, soprattutto quando baci, o quando usi in un qualunque altro modo la bocca quando facciamo l'amore, sei...sì insomma, sei diverso"

"Hai ragione" disse Didi "E' come se, quando fai l'amore, tu stessi pensando a qualcos'altro, ma a qualcosa da mangiare, come stessi pensando, non so, ma forse ad una enorme bistecca al sangue. Bleah!" Didi era vegetariana "Non posso capire come ti possa piacere il modo di mangiare di una volta, anche se ammetto che sei un grande cuoco. Ma forse è proprio questa voglia che ti fa diverso, ed il risultato è notevole. Ci fai sentire...profondamente profanate, ecco, sì, come fossimo cibo per te. Ci divori, ci annienti cercando di mangiarci ogni volta che facciamo l'amore. Sei come un animale affamato, un dolcissimo, grassoccio e peloso primate in calore..."

"Hai proprio ragione" disse Bibi alzandosi e cominciando a spogliarsi , venendo verso di me "Proviamo un po' se è meglio adesso che lo sappiamo un po' più chiaramente..."

Fare l'amore con loro mi faceva sentire come lo stecchino del cremino: avvolto dall'abbondanza.

Fu proprio quella volt, però, che mi decisi a fare qualcosa per smuovere le acque. Oh, fu gradevolissimo, intendiamoci, quella volta e le volte dopo, ma il punto era che io non mi sentivo realizzato, e sublimare nel sesso la mia mancata libido culinaria, non mi sembrava una buona soluzione. Così mi guardai intorno con maggiore attenzione e siccome chi cerca trova, trovai.

All'Ufficio Federale del Lavoro chiesi al computer una ricerca per "tutte" le offerte di lavoro per cuoco o aiuto cuoco, non solo sulla Terra ma in tutto il Sistema Solare. Ci mise due ore a fornirmi il risultato su carta ed io avevo programmato una ventina di giorni per leggermelo bene tutto. Invece fui fortunato ed al terzo giorno trovai ciò che cercavo senza saperlo bene: la richiesta per un Cuoco, aiuto del Capo Cuoco su una AES (Astronave Extra Sistema, quelle vere ragazzi!) per una crociera non inferiore ai tre anni! Era praticamente l'equivalente della Legione Straniera di una volta, ma sentii che era proprio quello che ci voleva per me.

Uno stacco netto. Avendo a disposizione materiale gastronomico di primissima qualità e probabilmente un "pubblico" di buongustai; o per lo meno maggiori chances di averne.

Bibi e Didi, a cose fatte, la presero dapprima male, poi capirono e si misero l'anima in pace; anzi mi organizzarono un addio con i fiocchi: spesero una cifra pazzesca per acquistare verdure, pasta, pane, carne, vino, marijuana marziana ed altre due o tre cosucce semi-illegali e mi chiusero in casa.

"Ci devi lasciare ricordi per tre anni, Stecchino" disse Bibi.

Restammo per sette giorni ad abusare dei nostri corpi in vari, fantasiosi ed illegali modi. Abbiamo anche battuto qualche record, credo. Ma io sono un gentiluomo e si sa, un gentiluomo, gode, mangia e tace.

La soia è estremamente versatile. Dalla soia si ricavano moltissimi prodotti alimentari diversi. Se ne ricava farina per fare pane, focacce, dolci; una pecie di latte, per farne gelati, bevande varie fra cui una simile al latte, e da questa il il to-fu, che è una specie di formaggio; i germogli sono un'ottima insalata e la soia in se è un cereale gustoso, da consumare in zuppe, saltato, bollito; se ne ricavano bistecche, macinato, spezzatino, paté; se ne ricava olio, salsa e vari integratori alimentari. La soia è una ottima fonte di proteine , di fibra, di vitamine e di sali minerali. Ognuno di questi prodotti ha a sua volta numerose variazioni, è arricchibile all'infinito di sapori scelti fra quelli comuni, come fra quelli più nuovi. Permette invenzioni, variazioni, mutazioni. E' grazie a questa sua estrema versatilità che la soia ha permesso la sopravvivenza della specie umana e perfino delle altre, dato che l'ecosistema non è stato distrutto, ma anzi favorito, dalla produzione delle risorse alimentari essenziali alla razza umana: per allevare bovini per fare hamburger e bistecche l'umanità letteralmente si mangiava il pianeta; le piantagioni di soia, invece, a dir poco arricchiscono l'aria di tutti, avendo contenuto alla grande i primi grossi danni all'atmosfera. Sono state soprattutto le piantagioni di soia, a rimediare alla deforestazione ed a facilitare la chiusura dei buchi nello strato di ozono. Era, ed è, giusto, non si discute. Ed è solo molto triste che siano rimasti in pochi gli esseri umani che si chiedono se, a questo prezzo, valeva davvero la pena di salvarla, la specie.

(Tratto da: "L'Umanità, Fuori e Dentro il Sistema Solare", di R.Turturro)

Fettuccine "a la mode de la Terre"

Ricetta tratta dal manuale del Secondo Anno della Scuola Cuochi "Spes contra spem", Anno Accademico 2450-2451.

Dosi per 4 persone.

800 grammi di fettuccine di soia

2 cucchiai da cucina di olio di semi di soia

2 cucchiai da cucina di farina di soia

500 centilitri di latte di soia

300 grammi di to-fu (formaggio di soia) fresco

Una tazza di germogli di soia

Curry, rafano sale e pepe q.b.

Per la besciamella procedete in questo modo: scaldate in un pentolino dell'olio di semi di soia e stemperatevi due cucchiai di farina di soia a fuoco lentissimo fino ad ottenere una pastella liquida, ma compatta e densa al tempo stesso; se necessario, aggiungete acqua fino ad amalgamare; aggiungete lentamente il latte di soia (preventivamente riscaldato appena), in modo da non formare grumi; lasciate raffreddare.

A parte tagliuzzate del to-fu fresco in pezzetti minutissimi, quasi una polvere, e mescolatelo a poche gocce di salsa di soia, di curry ed una manciata abbondante di rafano sintetico grattuggiato.

Scolate le fettuccine al dente e condite con besciamella e to-fu; in tavola, ad ogni singolo piatto aggiungete una manciata di germogli di soia.

Note e varianti

Potrete comprare delle fettuccine alla soia, o in alternativa procedere voi a prepararle secondo la ricetta tradizionale, sostituendo la farina di soia a quella di alghe o di migro-grano mutato; se siete così ricchi o fortunati da poter usare farina di grano, consigliamo il grano lunare, dato che quello marziano è troppo ricco di proteine mutate che potrebbero essere pericolose per il vostro DNA ( a meno che non siate coloni marziani o lo siano i vostri commensali, ovviamente); ricordate comunque che, se non lo avete mai assaggiato prima, la farina di grano ha un sapore, come dire, un po' forte e selvatico, occorre abituarcisi per poterla apprezzare; non affrontate quindi una spesa troppo forte la prima volta: per quattro persone 120 grammi basteranno ed avanzeranno.

Usate 15 grammi di polvere d'uovo per amalgamare la farina. Certo, sempre se siete ricchi eccetera, un uovo vero.

Se non vi piace il piccante è meglio non usare il rafano, o usarne poco. Certo che se non abbondate di rafano, questo piatto saprà di poco. Se esagerate, sentirete un gran calore in bocca e poi più niente per un paio d'ore. Il che però con la soia è notoriamente un vantaggio.

Ricordate che le fettuccine vanno appena scottate

Mentre mangiate, rivolgete un pensiero triste e riverente allo sconosciuto essere umano che per primo, millenni or sono , ha scoperto e coltivato la soia, questo dono della natura così versatile. E non scordate che mangiando queste fettuccine voi non state mangiando "qualcosa alla soia", ma che, a parte il curry, la polvere d'uovo ed il rafano, voi non state mangiando nient'altro che soia.

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