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Numero 9 Roma, 19 gennaio 2001


Sommario

  1. Editoriale
  2. Intervista a Gaetano Cherubini
  3. Il Premio Italia vinto da Valerio Evangelisti: intervista alla dottoressa Mavaracchio
  4. A proposito del "grande fratello"
  5. L'anno 3000 di Paolo Mantegazza, stampa On-demand
  6. L'inedito di lovecraft
  7. Notizie da Future Shock

Editoriale

L'editoriale è normalmente al plurale, dato che siamo sempre noi tre, Io, Carlo e Franesco che prendiamo insieme le decisioni. Questa volta però vorrei esordire io chiedendo scusa per l'omesso controllo che spettava a me sulla parte "refusi" dello scorso numero: i refusi, gli errori di battitura, erano veramente troppi! Era responsabilità mia e me ne scuso con i lettori.

Per il resto in questo numero troverete alcune interessanti novità, in particolar modo la ripresa della notizia dell'inedito di Lovecraft scoperto da "Mistero".

Speriamo di riuscire a portare a termine la ricerca su "perché NON amo la fantascienza" entro Febbraio, così da darvi i dati e le nostre considerazioni.

Fine millenio, inizo millennio, vi risparmiamo l'ennesima ripresa dell'argomento e ci limitiamo ad augurarvi buon anno.

Buona lettura.

Carlo Benedetti
Massimo Mongai
Francesco Romeo

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Un fantastico scultore "fantastico"

di Antonio Pumilia

    

L'opera di Gaetano Cherubini è il classico caso della perla nel fango.Il fango è un misto di incapacità del mercato di scoprire i veri talenti e di colpevole "incapacità" mista a pigrizia di Gaetano nell'autopromuoversi.
Non vi sembri esagerato quello che sto dicendo. Conosco abbastanza bene il "milieu" degli artisti romani e sono sicuro che su piazza ci sono autori sopravvalutati che vendono e vengono lodati oltremisura. Gaetano invece è schivo e non si sa vendere al meglio, motivo per cui non è famoso, anche se è solo questione di tempo. Scolpisce, fonde, elabora, sia soggetti classici e veristi, sia, con la stessa tecnica sopraffina, soggetti fantastici. Se quanto ho detto sia o meno vero giudicatelo voi: qui di seguito troverete alcune delle sue opere ed una intervista, oltre al link al suo sito.

http://utenti.tripod.it/GaetanoC

Caro Antonio,

per prima cosa ti ringrazio dell'interessamento che dimostri alla mia persona ed al mio lavoro (frase tratta dal manuale del perfetto intervistato).

Sarò breve.

Di seguito riporto in successione cronologica le fasi salienti della mia vita artistica e non:

-Sono nato a Roma il 26 dicembre del 1948

-le prime tracce documentate del mio cammino artistico sono rappresentate dal diploma di arti ornamentali rilasciato nel 1975 dalla scuola "S. Giacomo" di Roma, scuola che ho frequentato per circa 5 anni nelle sezioni plastica e scultura come allievo del Prof. Eugenio de Courten. Va però detto che l'attività scultorea (da autodidatta) inizia nei primissimi anni di vita (le cronache dell'epoca riportano la mia abilità nel plasmare pappine e frullati);

-il mio nome figura nell'elenco ufficiale del comune di Roma per gli scultori abilitati al restauro delle opere ornamentali (praticamente per rifare i nasi ai busti del Gianicolo) ma non ho mai esercitato questa attività;

-nell'anno 1978 (rapimento Moro) sono andato a lavorare in Algeria come aiuto contabile di cantiere (il vero Tanò le mokò sono io);

-nel 1979, ritornato ricco e spietato da Sur el Gohzlan, ho aperto il mio primo studio artistico, con discreta produzione, a P.za Camerino.

-nel 1981 sono stato assunto dalla soc. Autostrade;

-negli anni 1982 e 1984 ho vinto il premio di scultura organizzato dal comune di Montecatini (in realtà era ed è tuttora organizzato dal dopolavoro Autostrade ed i partecipanti erano e sono dipendenti o familiari di dipendenti);

-nel 1987 ho partecipato al premio "Città della Magnagrecia", organizzato dal comune di Rossano, inviando un bozzetto in gesso e rame (che puoi vedere nel mio sito nella sezione "altri materiali"). Il premio era sponsorizzato da Rai Due (detto tra noi era organizzato da Carlo Barrese, GR2). Il bozzetto è stato rubato, Barrese, da me contattato per la richiesta di risarcimento, si è defilato ed io sono rimasto con un bozzetto in meno ed una partecipazione in più (troppo m'è costata) ed è per questo che ce la metto.

-una mia scultura lignea, una pietà (intesa come soggetto rappresentato), è esposta nella chiesa "Regina Pace" di Anguillara Sabazia.

Per quanto riguarda il mio medagliere non aggiungerei altro, anche perchè non c'è altro.

Aggiungerei solo la mia scarsa propensione all'autopromozione e il mio carattere schivo e riservato che mi ha precluso onori, fama e denari.
Per quanto riguarda i contenuti dei miei lavori, ho sempre evitato di dare spiegazioni. Sarebbe abbastanza semplice trovare solleticanti interpretazioni motivate da macerazioni interiori o visioni notturne allucinate e deliranti, la verità è molto più semplice: la creazione, se è spontanea, onesta e non inquinata da pressioni esterne, mette a nudo molto più di quanto, in fondo, io riesca ad accettare.
Domanda: Ma allora perchè lo fai?
Risposta: perchè non ho particolari nefandezze morali da nascondere e quindi, in definitiva perchè non ho scelta.
La "costruzione" di quasi tutte le mie sculture inizia con un'idea che spesso cambia nel corso del lavoro e sempre con emozioni contrastanti: sconforto quando sono costretto a modificare, esaltazione quando vedo che l'idea procede.
Per quanto riguarda gli scacchi (sinceramente non ricordo perchè ho deciso di fare proprio degli scacchi visto che sono un pessimo giocatore) credo che facciano parte di me (bella robba!); ho cominciato a disegnarli parecchi anni prima di realizzarli in argento e ne ho fatta anche qualche copia in legno.
Credo di aver scolpito qualsiasi materiale mi sia capitato a tiro (a parte ghiaccio, cioccolata e cacca) e sempre per la ricerca dell'intimo piacere che dà l'esaltazione a cui accennavo prima.Questa è l'intervista più lunga mi sia mai fatto, ma ho comunque la convinzione di non aver detto quasi niente di quello che volevi sapere.
Se vuoi che non ti dica altre cose chiedimele pure.
Ciao

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Il Premio Italia, Valerio Evangelisti ed il radiodramma "Il Castello di Eymerich"

Intervista di Massimo Mongai alla dr.ssa Mavaracchio, Radio RAI 2

Il fatto che Valerio Evngelisti abbia vinto come autore del testo del radiodramma mattutino,"Il Castello di Eymerich" è passato molto sottotono. Io non me ne sono accorto, il che non vorrebbe dire nulla considerando che non sono molto attento al fandom ed in generale sono un tipo distratto, ma in raltà se ne sarebbe dovuto parlare di più. Soprattutto perché si tratta di un perfetto esempio di come la FS possa uscire dal ghetto per entrare sui mass media in quanto tali. Ed il premio Italia è un premio antico e prestigioso che premia di volta in volta opere di assoluto valore come minimo mediatico

Abbiamo deciso d tornare sull'argomento per dedicarli lo spazio che merita ed abbiamo intervistato Annarosa Mavaracchio, che dal 1995 cura gli sceneggiati e la fiction di Radio2. Prima della separazione delle reti , Annarosa Mavaracchio era responsabile della fiction di tutte e tre le reti radio .

Domanda
Sergio Valzania mi ha detto che è stata lei a scegliere Valerio per il radiodramma. Come è andata?

Risposta
Il mio incontro con Evangelisti risale al '97 , quando fui incaricata dall'allora direttore dei programmi Stefano Gigotti , di pensare ad un X- files italiano . Mi rivolsi allora ad Evangelisti che sapevo godere di un grande successo di pubblico e di cui avevo letto una delle prime storie di Eymerich .

D.
FS e radio. Ricordo di averne sempre sentita in radio, sia pure non tantissima, o per lo meno da bambino. Valerio a parte, c'e nè ancora? Ce nè stata? Compresa la letteratura fantastica in generale?

R.
La Fantascienza è stata offerta sempre in forma di racconto . Sono stati letti i grandi classici : Asimov e Bradbury .

D.
L'orario del radio dramma della mattina fra le 9 e le 9,30 è un peak time, per la radio. Fa ascolti. Una posizione di prestigio quindi ed impegnativa. Com'è andata la doppia esperienza di Valerio? Gli ascolti?

R.
Il primo sceneggiato di Valerio è stato : " La scala per l'inferno " che sta andand in onda nuovamente dall'11 dicembre. Ha avuto circa 850 mila ascoltatori . Lo stesso risultato ha avuto "Ilcastello di Eymerich "

D.
Lo sa che le donne non leggono fantascienza? Lei lo fa? E sia se sì, sia se no, perché secondo lei questo accade?

R.
Ho letto anch'io i classici e anche qualche episodio di X- Files , oltre ad Evangelisti ovviamente . Io considero grandissimi antesignani di SF : Aldous Huxley : Brave New World e Edward Foster : consiglio a tutti di leggere un suo racconto profetico del 1924 : The Machine Stops.

D.
Il premio Italia. Come nasce, quando, comeviene aggiudicato, chi lo ha vinto sinora?

R.
Il Premio Italia nasce dopo la guerra , esattamente nel 1949 . Per la fiction è stato vinto da Radio1 ( Elio Molinari ) , da Radio2 ( Dal compianto Adolfo Pitti ) e dalla sottoscritta per Radio3 e Radio2 nel '97 , '99 e adesso nel 2000 . Un "bottino " di cui vado sinceramente e senza finta modestia orgogliosissima .

D.
Una considerazione personale.Ho saputo che Valerio lo aveva vinto una settimana fa,perché me lo ha detto en-passant Restuccia (il regista de "Il ruggito del coniglio che ho inntrato ad una conferenza). Mi sembra che non sia stato molto pubblicizzato, né dalla stampa, né dalla RAI . Oppure la stampa non ha reagito per disinteresse per la FS? O mi sbaglio?

R.
Ha perfettamente ragione . Si parla assai poco della radio , anche internamente all'azienda . Eppure il Presidente, il prof. Zaccaria mi ha onorata facendomi molti complimenti e dicendomi : per fortuna che c'è la radio ! Altrettanto il consigliere Stefano Balassone .

D.
E' possibile ri-sentire le puntate andate in onda collegandosi con il sito della RAI. E' quasi fantascienza! Il futuro di questa forma di radio-da-computer?

R.
Ricevo molte e- mail che lamentano disfunzioni dell'audio by internet . So che ci sono sati dei problemi , che sussistono ancora , ma che prestissimo saranno risolti .

D.
Programmi per la letteratura fantastica via etere?

R.
Io vorrei che ci fosse una collocazione fissa ad hoc nel palinsesto pomeridiano di radio2 . Sono convinta che i giovani ci seguirebbero con grande interesse . Ma credo che i miei rimangano desideri e sogni ....

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A proposito di Grande Fratello, di Apocalittici e di Integrati

di Goffredo Sarsina

No, non interverremo nel merito della trasmissione di Canale 5. Piaccia o non piaccia non ci interessa in questo contesto. Ci interessa prendere lo spunto dal titolo cha a sua volta prende spunto da un famoso romanzo di FS. "1984" di Orwell è senza alcun dubbio un romanzo di Fantascienza. Al tempo stesso è anche un romanzo da "meinstrim", dato che è stato molte volte recensito, in tutto il mondo, da critici accademici di tutte le accademie. E del resto un romanzo così eccezionale non poteva non essere altro che un romanzo che debordava dal genere nel "meinstrim" (sì, sì, "maistrim", anzi, "meinstriim")

Tant'è vero che quel nome alla trasmissione è stato dato perché quel nome, quel termine, da decenni ormai è un luogo comune per una superautorità, un super controllo.

La pagina che vedete qui sopra è una riproduzione del manoscritto originale di 1984 ed è esattamente la pagina nella quale apparte per la prima volta la parola, ed il concetto di "big brother", grande fratello, la prima volta che appare nel romanzo, nella letteratura inglese e nella letteratura e nell'immaginario mondiale.

Ma "1984" è anche uno dei più clamorosi esempi i fallimento della capacità predittiva della fantascienza. Pubblicato nel 1948 (donde, ribaltando le ultime due cifre il titolo) era una fosca previsione del troskista Horwell sul futuro del mondo dominato da una dittatura che derivava evidentemente direttamente dallo stalinismo.
Ma 52 anni dopo il massimo di quella previsione è il Grande Fratello di Pietro Tarricone.

La fantascienza , notoriamente, non prevede bene il futuro. Dove sono finite le catastrofi nucleari? Il "day after" minacciato costantemente per tutti gli anni 50, le alterazioni genetiche della natura con relativi "formiconi", le dittature folli di supercontrollori nazistoidi non si sono realizzate.
La FS NON ha previsto i personal computer, né Internet, né l'arresto pressoché totale delle esplorazioni spaziali, né il fenomeno dell'integralismo religioso, né i comportamenti punk. Il cuberpunk è nato quasi dieci anni dopo il punk reale.
Ma non sarà che ad essere troppo pessimisti si sbaglia? Ma non sarà che il futuro non è poi così fosco e cupo?
Dove sono le meduse giganti che dovrebbero affondare i transatlantici, create dagli esperimenti nucleari sottomarini degli anni 50? E Godzilla? Perché nessuno negli anni '60 ha previsto, come possibile catastofe ambientale, il buco nell'ozono?
Apocalittici ed integrati è il titolo di un famoso testo di Umberto Eco degli anni 70 (credo...), è interessante e complesso da leggere, ma come spesso accade ai libri importanti, lascia un segno nella società e nel linguaggio sin al solo titolo.
Ci sono gli apocalittici che prevedono catastrofi (in realtà le minacciano dato che se le augurano perché sono masochisti) e gli integrati che le negano (in realtà le temono perché minaccerebbero il potere che loro hanno o credono di avere).
E la FS , ahimé, purtroppo, segue le mode...
A quando un racconto o romanzo imperniato sulla mucca pazza e relative future catasrofi alimentar-ecologiche? O è già stato scritto?
Ma il futuro, cosa ci riserva, davvero?
Io non credo che morirò per il morbo di Kreuzfelt-Jacob (sono un integrato che ama la care rossa e cruda!) temo che morirò per una caduta a terra, a 85 anni, nel 2035, spezzandomi il femore, e restando a terra, non soccorso, dopo uno scippo ad opera di un extracomunitario quindicenne proveniente da Oslo. Biondo, alto, feroce come tutti gli scandinavi in fuga da una norvegia coperta dai ghiacci della prossima improvvisa glaciazione , anticipata dalla forzata chiusura del buco dell'ozono, voluta dai "verdi" e contro i ritmi naturali che prevedono una buco nell'ozono largo ogni 5000 anni per evitare le glaciazioni...Sono anche un apocalittico fantasioso e sovversivo, va bene?
Insomma: continuiamo a scrutare il cielo perché non si sa mai, ma non rovinamoci la vita nel frattempo attribuendo troppa importanza ai catastrofismi di moda.
Una mia amica non volle comprare per tutto il 1986 il miele perché aveva letto che nel miele si concentravano "nanocurie" di radiazioni a tonnellate provenienti da Cernoyl. Una spaventosa palla! Quanta gente è morta solo di quotidiano inquinamento, solo nel 1986?

Dopo il 1948 la parola ed il concetto di Grande Fratello sono diventati un luogo comune al punto che ne è nato lo spettacolo "cult dell'autunno. Che vi sia piaciuto o meno 'Il grande Fratello" di Mediaset/Stream è cosa sulla quale non mi interessa dibattere qui. Non parlerò quindi dello spettacolo, non dirò quello che ne penso, non ha importanza, e poi lo hanno fatto già in tanti e fra non molto non lo fa più nessuno.Nel nostro futuro non credo ci siano molti rischi di dittature, di limitazioni delle libertà e via catastrfeggando. Il Grande Fratello non è un orribile dittatore che ci controlla tutti, ma a 52 anni da quando è stato temuto per la prima volta, è solo uno spettacolo, in fondo, una farsa, è fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, come diceva Willie...

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"L'Anno 3000" di Paolo Mantegazza: stampa on demand


Amici, conoscenti e qualche lettore ci hanno chiesto spesso di avere una copia dell'Anno 3000 di Paolo Mantegazza. A tutti abbiamo detto di andare nel sito a scaricarselo, ma in effetti non tutti hanno una stampante "letter quality", può non esser comodo, va comunque rilegato. Per cui abbiamo deciso di organizzare una mini-produzione di copie del testo. Siamo in colegamento con una società specalizzata e vi faremo sapere a breve il costo, le carattristiche del libro, e vi faremo vedere copertina ed altri dati.

Ricordiamo a chi non lo conoscesse che questo romanzo è il primo romanzo di fantascienza italiana mai scritto da uno scienziato italiano nel lontano 1898. Paolo Mantegazza, medico, scienziato, antropologo e fondatore della scuola di antropologia in Italia, era uno scrittore prolifico ed estreamemnte progredito, soprattutto per il panorama culturale dell'italia umbertina.Tanto per dire ha scritto una serie di libri sull'importanza della igiene sessualen sulla parità fra uomo e donna e su infiniti altri argomenti analoghi.E questo quando in Inghilterra la regina Vittoria metteva le tendine alle gambe dei tavoli, ed in Italia succedeva di peggio...

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L'Inedito di Lovecraft

di Massimo Mongai

    

Personalmente non ho mai amato molto Lovecraft, lo trovo troppo fosco e cupo. Ma che sia un autore "di culto" e molto amato , non si discute. Mystero, la rivista de mistei che dedica ampio spazo alla letteratura el fantastico, ha trovato e pubblicato un romanz inedito dell'autore di tanti amati incubi. Ringraziano sebastiano Fusco che ce lo ha permesso, riportiamo per intero l'articolo uscito sul numero di novembre di Mystero a riguardo.

"...La notizia, apparsa sul numero 4 di Mystero, del ritrovamento di romanzi inediti di H.P. Lovecrafl, un autore del quale si pensava fosse gia stato pubblicato tutto e più di tutto, ha fatto piovere in redazione richieste di chiarimenti da parte dei lettori. Possibile, è la domanda piu frequente, che in tanti anni nessuno ne abbia mai saputo nulla? ...
...Ho dedicato una ventina di pagine proprio a ripercorrere, passo dopo passo, tutto il cammino che mi ha condotto a identificare i testi (un romanzo e una lunga novella, che sto ancora traducendo) come opere del creatore dei "Miti". Qui, cerchero di riassumere in breve le mie conclusioni.
II punto di partenza (va dato a Cesare quel che è di Cesare) è una frase contenuta in un saggio del critico francese Jacques Sadoul, che nella sua Storia della fantascienza (Garzanti, Milano 1975) fa notare come H.P. Lovecraft, dopo la pubblicazione di The Color Out of Space su "Amazing Stories", non sia mai più apparso su tale rivista, ma che essa ospitò, negli anni successivi, due racconti di un certo P.H. Lovering, un autore mai più ricomparso su nessun'altra rivista americana. E si chiede se per caso non si tratti di un trasparente pseudonimo.
Incuriosito, sono andato a verificare. Dopo aver avuto la conferma che il nome "Lovering" non figura mai più in altre pubblicazioni, né prima né dopo la comparsa dei due titoli a lui attribuiti (uno su "Amazing Stories", I'altro sul suo supplemento "Amazing Stories Quarterly"), mi sono procurato i fascicoli in questione, per cercare qualche indizio che mi riportasse, eventualmente, a Lovecrafl.
...Un indizio l'ho trovato subito, ed e abbastanza robusto. Nella seconda puntata del romanzo The Inevitable Conflict (pubblicato su "Amazing Stories" nei numeri di dicembre 1932 e gennaio 1931), sotto il nome "P.H. Lovering" compare una didascalia che dice testualmente: "Autore di When the Earth Grew Cold, The Color Out of Space, etc." II primo titolo e quello dell'altra lunga novella inedita, comparsa sul "Quarterly" dell'autunno 1929 a firma "Lovering". L'altro è, ovviamente, il notissimo racconto di Lovecrafl, scritto nel marzo del 1927 e ospitato da "Amazing" nel numero di settembre dello stesso anno. La rivista stessa, dunque, rivela che i due autori sono la stessa persona.
Ovviamente questo è un indizio, non una prova: poteva sempre trattarsi di uno sbaglio.Ho analizzato allora la trama del romanzo, per vedere se in essa vi fossero riferimenti a qualcosa scritto da Lovecrafl.
In breve, la vicenda di The Inevitable Conflict racconta di un'America del prossimo futuro (nel 2100 all'incirca: la data esatta non è specificata) dominata da un governo imbelle e svirilizzato, e minacciata da un'invasione da parte dell'impero mongolo che aveva gia conquistato quasi tutto il resto del mondo. Orbene, questa è esattamente la "traccia del futuro" che Lovecrafl configura in un suo scritto del 1914, Astrology and the Future, pubblicato il 14 ottobre di quell'anno dal "Providence Evening News" nel corso di una sua polemica con un astrologo locale.
Ripeto: lo scritto del 1914 riproduce esattamente la trama del romanzo pubblicato circa quindici anni piu tardi.
Difficile sia un caso: Lovecrafl infatti torna piu volte, nelle sue lettere e nei suoi saggi, a parlare del pericolo di una "invasione mongola" (simbolo estremo della xenofobia che caratterizzò i suoi anni giovanili), e ne fa un accenno anche nel racconto Through the Gates of the Silver Key. Tutti i riferimenti sono riportati nella mia Introduzione, ovviamente: qui sono costretto a essere piu conciso. A questo punto, dunque, sapevo che la rivista sulla quale era ospitato The Inevitable Conflict lo attribuiva allo stesso autore di The Colour Out of Space, cioe a Lovecrafl, e che la trama del romanzo stesso era stata messa su carta e pubblicata, sempre da Lovecrafl, già quindici anmi prima.
Ho cercato qualche altra prova. L'unico elemento a disposizione era la "filosofia" del romanzo, il suo senso interno. Orbene, I'opera non è altro che un'anti-utopia nella quale Lovecrafl drammatizza la propria visione politica, e traccia narrativamente le conseguenze dei rischi che vedeva emergere nella societa americana del suo tempo: la svirilizzazione, la perdita delle tradizioni coloniali, il decadere delle arti e del buon gusto, il pacifismo spinto all'estremo, il culto del denaro, I'edonismo materialista. Insomma, ho constatato che la filosofia personale di Lovecrafl e quella espressa nel romanzo sono identiche.
Di più: ho rintracciato nell'epistolario una serie di lettere (anche queste dettagliate nell'introduzione nelle quali l'autore... descrive esattamente lo stesso tipo di società, precisa fin nei particolari, ipotizzata nel romanzo firmato "Lovering". La descrizione nelle lettere ricalca addirittura la stessa terminologia impiegata nell'opera narrativa. Nell' l'ingrandimento del richiamo editoriale americano si legge: "...Di Poul H. Lovering, autore di "Quando la Terra gelò", "11 colore venuto dallo spazio"...
A questo punto, personalmente non avevo più dubbi, ma ho cercato ugualmente altri indizi, trovandone numerosi, sia a livello stilistico e lessicale, sia riguardanti la struttura della trama. Anche questi sono esposti nel mio scritto introduttivo. Qui&emdash;per ragioni di spazio&emdash;mi limiterò a citarne uno solo, che riguarda non The Inevitable Conflict, ma l'altra novella, When the Earth Grew Cold (owiamente, ho esaminato i due scritti "in parallelo", anche se ho scelto di pubblicare per primo il romanzo, più lungo). La trama riguarda un'umanita del futuro, condannata al gelo eterno per lo spegnersi del Sole. Cercano un'altra stella presso cui emigrare, un astro intorno cui ruoti un pianeta accogliente, che faccia all'uomo da nuova patria. Lo trovano, e sapete come battezzano quest'agognata dimora, questo mondo a lungo sognato? Gli appassionati di Lovecrafl l'avranno gia capito: lo chiamano PROVIDENCE, come la patria tamto amata dallo scrittore, la cittadina da cui non poteva stare lontano, e della quale diceva: "Io sono Providence, e Providence e me".

Bene, questo è quanto. Nello spazio che mi rimane, vorrei rispondere a qualche dubbio espresso dai lettori. C'e chi mi chiede: sappiamo che Lovecraft aveva detto che mai più avrebbe mamdato racconti ad "Amazing", perche aveva faticato moltissimo a farsi pagare The Colour Out of Space. Come mai allora ricompare sulle sue pagine? Rispondo. Lovecrafl non ce l'aveva con "Amazing", ma col suo editore-direttore Hugo Gernsback, la cui avarizia era leggendaria. Ma Gernsback perse il controllo della rivista nel 1928, e fondò una nuova casa editrice, per la quale pubblico "Wonder Stories". Andato via lui, nulla osteggiava una nuova collaborazione di Lovecrafl con "Amazmg": esistono infatti diverse lettere (sempre citate nella mia Introdazione), nelle quali HPL manifesta l'intenzione di inviare nuovi racconti alla testata, diretta ormai non più da Gernsback, ma da T. O'Conor Sloane.

Un'altra osservazione: è possibile che Lovecrafl non abbia mai fatto cenno a questa sua opera nell'epistolario? In realta, noi non sappiamo se l'abbia fatto o meno. Delle centomila lettere che Lovecrafl scrisse nella sua vita, ne rimangono circa sedicimila, molte delle quali lunghissime, che nessuno al mondo ha ancora letto per intero. Ne è in corso una faticosa trascrizione integraie che, se tutto va bene, verrà riversata su Internet intorno al 2010. Quelle pubblicate (quasi tutte parzialmente) sono circa un migliaio. D'altra parte, lo scrittore accenna più volte, nell'epistolario noto, a un'infinita di suoi testi scritti e mai pubblicati, a nome proprio e altrui, e che sono liniti dispersi o sono ignorati. Per esempio, il 25 marzo 1933 comunica a Elizabeth Toldrid di essere impegnato nella riscrittura di un omanzo di quasi trecento cartelle (Selected letters I V, pag. 166); che fine abbia fatto quest'opera, nessuno lo sa. Secondo me, sono possibili altre sorprese.

...perché l'uso di uno pseudonimo, mi si chiede ancora. Ritengo per diversi motivi. In primo luogo, perché L'orrore che viene dall'Est (che probabilmente scrisse prima degli anni Venti, e aggiornò in seguito) era per tematica e stile narrativo assai differente dalle opere grazie alle quali era ormai ben conosciuto, e non voleva confondere i propri lettori. Poi, per non fare un dispetto a Farnsworth Wright, il direttore di "Weird Tales", la rivista su cui pubblicava con una certa continuità, il quale era notoriamente "geloso" dei propri autori. Ancora, perché con tutta probabilita era poco soddisfatto del romanzo stesso (era sempre fortemente critico nei confronti della propria opera): e questo spiegherebbe anche la reticenza nei confronfi dei corrispondenti.

Spero di aver chiarito dubbi e perplessità, del resto ben comprensibili. Comunque sia, saro lieto di ogni obiezione, osservazione, informazione ulteriore che gli appassionati di Lovecraft vorranno darmi, scrivendo alla redazione di Mystero. L'autore di Providence e come una miniera inesauribile, che continua a regalare tesori inaspettati. Siamo ancora molto lontani dall'averla esaurita."

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Notizie da Future Shock

Riceviamo comunicazione dalla redazione di Future Shock e molto volentieri pubblichiamo.

Il 1° e il 2° premio della IV Edizione del Concorso di narrativa esclusivamente di science fiction, bandito da Future Shock, sono stati rispettivamente assegnati a L'ultimo down e a Cacciatori, racconti entrambi di Piero Gai. Il 3° premio non è stato assegnato. I premi consistavano nell'abbonamento gratuito a Future Shock. Alla pagina http://digilander.iol.it/carruggio/premio/home.htm e' possibile visionare tutti i racconti, vincitori delle precedenti Edizioni.

E' andato on line il n.32 di FUTURE SHOCK http://digilander.iol.it/carruggio/fsk32/home.htm , la rivista che cerca di valorizzare della fantascienza non tanto la sua attendibilita' nel campo delle anticipazioni tecnologiche e delle previsoni futurologiche, quanto la sua capacita' di mediare tra le due culture e di contribuire al rinnovamento umanistico della nostra societa'.

Ecco, in breve, il sommario:

EDITORIALE: La Grecia classica e la fantascienza (A. Scacco).

SAGGISTICA: DUNE - Libro e film (S. Bernardini); Il meraviglioso Duemila (M. Cassini); La science fiction negli anni Cinquanta (M. Conti); Lino Aldani - I racconti (1978-87) (M: G. Cucci); La stella di Arthur C.Clarke e il sole di Fatima (A. Scacco).

NARRATIVA: Il paradosso del crononauta (R. Casazza); Problemi di pelle (S. Diciassette); Destino terminale (G. Lupi); Deodoranti planetari (G. e A. Monaco); Pulcino (L. Picchi); Extra moenia mundi (poesia) (L. Picchi).

RECENSIONI DI LIBRI: K.W.Jeter, Blade Runner 2; I.Asimov, Fondazione Anno Zero; M.Pierri, Siderale esistenza; L.Cazzato, Generi, recupero, dissoluzione; J.G.Ballard, Deserto d'acqua; Ph.K.Dick, L'occhio nel cielo; E.Benedetto, Viaggio al pianeta Marte.

RECENSIONI DI FILM: Fahrenheit 451; The Astronaut's Wife; Il Gigante di Ferro.

SPAZIO FANZINES (a cura di S.Ferrigni) NOTIZIE (a cura di A.Scacco).

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