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9. Robot, cyborg, androidi

 

La narrativa sulle intelligenze e le creature artificiali è antica, da Der Sandmann di E.T.A. Hoffmann e Frankenstein* di Mary Shelley*, ma è stata sviluppata soprattutto dalla science fiction. L'autore di riferimento è ancora una volta Asimov*, per il suo "ciclo dei robot". I robot della fantascienza, con i loro parenti cyborg, androidi e replicanti, suscitano anche due paure precise: possono raffigurare le inquietudini per una futura spersonalizzazione, ma anche il timore per la ribellione delle macchine.

Eando BINDER, Adam Link - Robot, 1939-42

[Adam Link Robot, Longanesi, Milano 1978]

Un robot antropomorfo si confessa, rivelando tutti i suoi dubbi e tormenti di fronte a unidentità artificiale e meccanica: è questa lidea di fondo di una delle prime storie sui robot inventate dalla fantascienza moderna. Comincerò dal principio, esordisce il robot. Sono nato, sono stato creato, cinque anni fa. Sono un robot. Voi umani avete delle difficoltà a crederci. Sono fatto di fili e rotelle, non di carne e sangue. Funziono elettricamente. Il mio cervello è spugna diridio.

Si chiama Adam, questo robot meditativo alla scoperta di se stesso, e naturalmente ha una moglie che evoca a sua volta influenze bibliche: Eve Link. E buono, sofferente come un essere umano, dedito alla difesa dei terrestri dalle minacce più terribili. Per molti versi richiama la figura dolente del mostro di Frankenstein nel romanzo di Mary Shelley*, ma con meno risvolti macabri e sanguinari.

Il titolo originale del racconto che diede vita alla serie di avventure imperniate su Adam Link, apparso su Amazing Stories, era I, Robot, identico a quello usato in seguito da Isaac Asimov per un suo celebre libro sul medesimo argomento.

Dietro il nome dellautore si nascondevano due persone di origine tedesca, i fratelli Earl e Otto (E-and-O) Binder, che firmarono nello stesso modo anche le storie di Anton York, un uomo diventato immortale, e molti altri racconti di science fiction.

 

JACK WILLIAMSON, The Humanoids, 1949

[Gli umanoidi, Perseo Libri, Bologna 1996]

The Humanoids venne pubblicato a puntate su Astounding con il titolo ...And Searching Minds come seguito al racconto breve With Folded Hands. Ultimamente la Perseo ha riunito la serie integrandola con la terza sezione che lautore ha scritto molto più tardi.

Il romanzo è un tipico esempio di fantascienza tecnologica così come era stata concepita da John Campbell*. Gli umanoidi del titolo sono esseri bellissimi con una mente superiore ed un corpo sottile e grazioso (...) privo di qualsiasi goffaggine meccanica. Il loro compito è stabilito dalla Direttiva Suprema: servire, obbedire e proteggere luomo dal male. In effetti essi portano la pace in un mondo che si preparava alla guerra contro i suoi vicini e rischiava la distruzione totale.

Ma gli umanoidi pongono un problema: per portare la pace occorre rendere gli uomini inoffensivi. E meglio per la razza umana essere al sicuro, protetta da macchine perfette, oppure i pericoli e le insidie sono parte integrante della vita umana? Insomma, la pace mantenuta dagli umanoidi è un trionfo, o piuttosto una tragedia come pensa Clay Forester, il protagonista del romanzo? Forse dietro la benevola facciata della loro missione si nasconde il tentativo di spegnere qualsiasi iniziativa umana. Da questo punto di vista, alcuni critici hanno ritenuto il lieto fine del romanzo una conclusione forzata.

 

Isaac ASIMOV, The Caves of Steel, 1953; The Naked Sun, 1957; The Robots of Dawn, 1983; Robots and Empire, 1985

[Abissi dacciaio, Mondadori, Milano 1988; Il sole nudo, Mondadori, Milano 1978; I robot dellalba, Mondadori, Milano 1985; I robot e lImpero, Mondadori, Milano 1986]

Insieme al ciclo della Fondazione, i quattro romanzi della quadrilogia robotica sono le opere più famose di Asimov*. Si tratta di storie che hanno alle spalle lhumus robotico creato dallo scrittore negli anni Quaranta, con decine di racconti. Al centro di questi testi è lo spazio e soprattutto il rapporto uomini-robot. Asimov infatti ripropone il mito della frontiera americana in chiave fantascientifica, attraverso una sorta di detective-story, dove i protagonisti sono l'agente Elijah Baley, terrestre, e R. Daneel Olivaw, il primo robot antropomorfo.

I luoghi sono i più diversi: si passa dal sovraffollamento delle città terrestri chiuse nelle loro cupole di acciaio e cemento (The Caves of Steel), ai grandi spazi di Solaria tanto vicini ai latifondi nel sud degli States (The Naked Sun), ad Aurora, il pianeta della mistificazione e dell'illusione (The Robots of Dawn), per arrivare, duecento anni dopo la morte di Baley, il primo colono, a Baleyworld (Robots and Empire).

La quadrilogia robotica illustra il tentativo di sviluppare una tecnologia sempre più sofisticata, per risolvere i problemi sociali e ambientali ed espandersi verso lo spazio esterno. Nelle indagini che Baley e R. Daneel si trovano a condurre insieme, non mancano i contrasti, allinizio: è chiaro che sotto il rapporto uomo-robot Asimov stava trattando - con una scrittura scevra da ogni ambizione letteraria, come lui stesso dichiarava - il tema della tolleranza razziale.

Tra i quattro romanzi, il più efficace rimane The Caves of Steel, con una Terra sovraffollata e bisognosa di sfogo esterno (tema classico della fantascienza dell'età dell'oro) e i Mondi Spaziali dalle frontiere invalicabili a protezione delle loro ricchezze. Suggestivo anche The Naked Sun con le ambientazioni di Solaria, dove convivono senza problemi uomini e robot.

Va ricordato che Robots and Empire è l'anello di congiunzione con il ciclo della Fondazione, nel tentativo di creare un continuum logico tra i due cicli. Gli ultimi sforzi di Asimov* scrittore furono infatti tutti indirizzati a fondere i suoi tre cicli - la quadrilogia robotica, il ciclo dell'Impero, la Fondazione - per realizzare la saga dellumanità.

 

Philip K. DICK, The Simulacra, 1964

[I simulacri, Fanucci, Roma 1996]

Scritto nel periodo in cui Dick* era sotto leffetto di droghe allucinogene, The Simulacra descrive unipotetica America del futuro, dove la struttura sociale si regge su un incredibile inganno. Per conservare una fittizia stabilità delluniverso, infatti, una mitica coppia domina da secoli la Casa Bianca, venerata dalle masse che non hanno più nemmeno la forza di chiedersi come possano i due vivere così a lungo. Il presidente, eletto dal popolo, in realtà è un simulacro elettronico, mentre Nicole Thibodeaux, first lady del paese da più di un secolo, è in realtà morta e sostituita da comparse. Il potere reale è detenuto da un consiglio di sconosciuti e da potenti cartelli industriali.

Insomma, lo scrittore ci avverte che in America si sta instaurando uno stato dittatoriale, controllato da una stretta oligarchia che falsifica la realtà. Tutti sono catturati dalla ragnatela realtà/non-realtà. Ian Duncan è una delle vittime. A chi gli spiega come limmagine venerata di Nicole Thibodeaux, leterna first lady, sia solo unillusione a uso e consumo delle masse, egli risponde: Per me, lei è reale più di ogni altra cosa, più reale di te. Più reale di me stesso, della mia stessa vita. Ma la piazza rumoreggia e un ebreo, Bertold Goetz, dirige addirittura un gruppo nazista. Per completare il quadro, il maresciallo Goering è stato strappato alla sua epoca per manipolare il passato e impedire la morte di sei milioni di ebrei per ordine di Hitler.

Ma Philip Dick* non si accontenta di questi argomenti esplosivi e vi aggiunge un pianista dotato di facoltà psi che suona a distanza, lultimo psicanalista rimasto, gli assassini pubblicitari automatici (la gente deve abbatterli a revolverate) e gli uomini di Neanderthal che popolano le foreste della California. Da questo cocktail stupefacente, Dick* ha saputo trarre uno dei suoi migliori romanzi, pubblicato quasi contemporaneamente a The Three Stigmates of Palmer Eldritch*.

 

William F. NOLAN (a cura di ), The Pseudo-People, 1965

[Quasi umani, Longanesi, Milano 1975]

Una celebre antologia di quattordici racconti (editi e inediti) sui robot e gli androidi, curata dallo scrittore americano William F. Nolan, noto soprattutto per le sue storie horror. Lintento della raccolta, molto anni Sessanta è giustificato dallo stesso Nolan con lentusiasmo tecnofilo dellepoca: Siamo tutti daccordo sul fatto che robot pensanti non sono soltanto possibili ma inevitabili. Landroide duplicherà la forma umana nel modo più perfetto; carne sintetica ricoprirà un corpo ed un cervello costituiti da componenti elettroniche altamente perfezionate.

Nel volume si alternano autori noti della science fiction americana, come Isaac Asimov*, Ray Bradbury* e Henry Kuttner*, accanto a piccole rarità di scrittori meno conosciuti. E il caso di Frank Anmar, che scrive una divertente parodia robotica delle storie di James Bond, The Fasterfaster Affair (Il caso Rapidorapid), e di Shelly Lowenkopf che propone in The Addict (La tossicomane) un androide femmina divoratore di libri. Curioso anche il racconto di Richard Matheson*, apparso su The Magazine of Fantasy and Science Fiction, dal titolo Steel (Acciaio): immagina che nel futuro gli androidi sostituiranno malinconicamente i pugili in carne ed ossa sul ring.

Lintroduzione al volume - noto anche come Almost Human - è firmata da A.E. van Vogt*.

 

Philip K. DICK*, Do Androids Dream of Electric Sheep?, 1968

[Blade Runner, Fanucci, Roma 1996]

Cuore del romanzo (noto in Italia anche come Cacciatore di androidi) è la caccia. Rick Deckard è una sorta di moderno cacciatore di taglie: deve trovare e ritirare gli androidi, creature artificiali messe al bando e che si sono infiltrate di nuovo sulla terra. Il compito non è facile, perché ormai gli androidi sono talmente perfezionati, con la loro unità celebrale Nexus-6, che è difficilissimo scovarli. Insomma, il tema è linterfaccia naturale/artificiale, quel nodo che anni più tardi sarà ripreso dal movimento cyberpunk e porterà Darko Suvin a parlare di seconda natura che si oppone alla prima natura.

Lo scenario in cui si dipana la trama è San Francisco, la città del futuro, un enorme cumulo dimmondizia radioattiva, in cui la vita dei protagonisti si svolge nella più totale solitudine e conduce alla più totale disintegrazione. Allinterno della città il kipple, il cumulo di immondizia tecnologica che si riproduce autonomamente, segna il trionfo della non-vita, il processo della necrosi metropolitana.

E questo un punto focale del romanzo: il rapporto tra la vita e la non-vita, tra gli umani e gli androidi. Ma i confini tra lumano e lartificiale sono molto labili, tanto che nel celebre film di Ridley Scott, Blade Runner (1982), tratto proprio da questo romanzo, sono proprio gli androidi nella figura di Roy Batty a farsi portatori di valori molto alti come la misericordia o il perdono. E in un mondo del genere, che gli androidi stanno portando alla rovina, diventa centrale Wilbur Mercer, una figura televisiva che si fa portatrice di valori che gli androidi non hanno.

Il romanzo - che si sviluppa nellarco di ventiquattro ore - al suo apparire non ebbe lattenzione della critica. Fu ritenuto infatti minore rispetto alle altre opere di Philip Dick*, perché fuoriusciva in parte dei canoni della fantascienza per mettere laccento su elementi fantastici ed orrorifici.

 

Sandro PERGAMENO (a cura di), Robotica, Nord, Milano 1980

Unantologia che compendia il meglio della fantascienza dedicata ai robot, dai fratelli Binder ai giorni nostri. Una lettura indispensabile per capire le Tre Leggi della Robotica che furono inventate da Isaac Asimov* in collaborazione con John W. Campbell*: 1 - Un robot non può nuocere ad un essere umano, o, tramite linazione permettere che un essere umano sia fatto del male. 2 - Un robot deve obbedire agli ordini dati da un essere umano, eccetto a quelli che sono in contrasto con la Prima Legge. 3 - Un robot deve difendere la sua esistenza, sempre che questa protezione non sia in contrasto con la Prima o la Seconda Legge. (Manuale di Robotica, 56^ edizione, 2058 A.D.)

Il rapporto che queste tre leggi stabiliscono con la realtà esterna ed il loro rapporto interno può provocare difetti e strane reazioni: è il caso di uno dei racconti di Isaac Asimov* riportati in Robotica, Girotondo. Qui il potenziamento della Terza Legge (...) insolitamente elevato, controbilancia perfettamente il potenziale della Seconda Legge (...) insolitamente debole (...) E questo stabilisce un equilibrio. Così un robot, programmato per estrarre selenio, si mette a fare un insensato girotondo intorno a uno stagno dove abbonda questo minerale: un pericolo lo allontana dallo stagno, ma lordine di procurarsi selenio lo spinge a tornarci, cosicché il robot descrive unorbita.

 

Isaac ASIMOV*, The Complete Robot, 1982

[Tutti i miei robot, Mondadori, Milano 1985]

La preziosa antologia The Complete Robot riunisce le storie robotiche di Isaac Asimov* che apparvero sparse in varie raccolte.

Il robot con Asimov* si trasforma in maniera radicale. Diretto discendente del Golem ebraico e di Frankenstein, fino ad allora la figura dell'automa antropomorfo era stata vista come una creatura negativa che si rivolta verso l'uomo, il suo creatore. Asimov* invece, con i suoi racconti, lo reintegra assoggettandolo al genere umano e lo fa grazie alle tre leggi della robotica. Robot integrati, dunque, ma non per questo accettati di buon grado dalla razza umana che ancora li teme e li evita guardandoli con sospetto. Gli automi diventano perciò una metafora delle pulsioni razziali che Asimov*, da buon illuminista, ha sempre combattuto.

Da segnalare, a tal riguardo, è The Bicentennial Man (L'uomo bicentenario, 1976) in cui Andrew Martin, il robot positronico, diventa lentamente un uomo grazie a continui innesti di protesi e materiali biologici, fino a rivendicare il "diritto di morire".

Altra figura che si ritrova in questi racconti è quella di R. Daneel Olivaw, forse il robot più famoso di Asimov*, perché protagonista della quadrilogia robotica insieme a Elijah Baley, il detective terrestre. E sarà proprio R. Daneel Olivaw a superare tutti gli altri robot sintetizzando la Legge Zero della robotica, un completamento delle regole che Asimov* aveva scritto negli anni Cinquanta.

 

Rudy RUCKER*, Software, 1982

[Software, i nuovi robot, Phoenix, Bologna 1995]

E' difficile affrontare un tema come quello dei robot in epoca postindustriale. Rucker* lo fa con questo romanzo, primo capitolo di una trilogia (seguito da Wetware, scritto nel 1988, e Freeware apparso di recente, ambientati nello stesso futuro prossimo e con alcuni personaggi comuni), rinnovando il mito e inserendo nuovi elementi.

I bopper - robot intelligenti - stanno cercando di interfacciarsi con gli esseri umani e dare così vita ai meatbop. I robot, infatti, si sono evoluti e negano le tre leggi di Asimov*. Come a dire: non è più possibile difendersi dalle macchine, si può solo sperare di allearsi con loro. Tutto è partito da Cobb Anderson che ha risolto il problema dell'intelligenza artificiale introducendo nel software di cui i robot sono dotati il principio genetico della "casualità", provocando così una selezione artificiale molto simile a quella che nel genere umano è stata la selezione naturale.

Scritto con uno stile diretto e piacevole, Software è un intrigo robotico ricco di colpi di scena che non rinuncia ad affrontare con competenza scientifica temi alti come lintelligenza artificiale, levoluzione o il sottile confine tra lumano e la macchina.

Il romanzo ha vinto la prima edizione del premio Philip K.Dick, istituito proprio nel 1982 dopo la morte dello scrittore, e Wetware ha ottenuto lo stesso premio nel 1988.

 

Marge PIERCY, He, She and It, 1991

[Cybergolem, Elèuthera, Milano 1991]

Shira, una tecnologa, dopo la separazione dal marito lascia la Yakamura-Siemens - la multinazionale per la quale lavorava - e si rifugia a Tikva, una città libera in cui vive sua nonna Malkah, scienziata di fama.

Tikva è una sorta di comunità abitata da artigiani high-tech in lotta contro il potere delle multinazionali che dominano il mondo. Qui Shira entra in contatto con Yod, un cyborg indistinguibile dagli umani a cui Malkah sta cercando di dare uneducazione sentimentale raccontandogli la storia del Golem di Praga.

He, She and It fonde le atmosfere cyber con il genere distopico e recupera uno dei miti - quello del golem - alla base della speculazione fantascientifica. Il romanzo si snoda su un doppio livello narrativo: da una parte la scoperta del mondo da parte di Yod insieme a Shira - un mondo tecnologico e gravemente minacciato dalleffetto serra - che sfocia in una bizzarra storia damore, dallaltra le atmosfere praghesi del Seicento dove il rabbino Loew ha fabbricato il Golem, antenato di Frankenstein nonché di tutti i robot della tradizione fantascientifica.

Proprio intorno a Yod si articolano le vicende che vedranno la contrapposizione della libera città di Tivka alla Yakamura-Siemens intenzionata ad impossessarsi del cyborg.

Tra i migliori romanzi cyberpunk pubblicati negli anni Novanta, He, She and It ha vinto il premio Clarke del 1994.

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