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Questo racconto è apparso sul numero 1 della nuova rivista di fantascienza, realtà artenative e misteri del passato Fictionaire del gruppo Pluricom.
Ritorna il personaggio del primo libro di Massimo Mongai il mitico cuoco di astronave Rudy "Basilico" Turturro che ci presenta una scheda di un ristorante da lui visitato e per noi recensito.

 

Guida Galattica Per Gourmet

Ovvero
Come Scegliere, Fuori Dalla Terra,
Il Ristorante Giusto,
Senza Rischiare La Pelle
di M.Mongai
1999
Prefazione di Rudy "Basilico" Turturro

 

Può questa guida aiutarvi a trovare il ristorante giusto su Debeb 4? No. Perché? Perché non ci sono stato, quindi non ho avuto modo di mangiarvici, quindi non ne ho scritto.
Non vi sembri una lapalissianità che mi potevo risparmiare. Sono ormai molte le guide dei ristoranti, planetarie ed interplanetarie, che sono scritte “per sentito dire”, diciamo così, per pareri di amici, per cortesie da fare ad amici e non diciamo oltre. In parte per disonestà, questo diciamolo, del recensore; in parte per una impossibilità considerata obiettiva a raggiungere, che so, un ristorante in un pianeta a 2000 Parsec dalla Terra. Il che però è un altro modo di dire che il recensore è disonesto.
Sto dicendo, molto semplicemente, che alla fin fine gli unici che possano davvero dire come si mangia sui pianeti sono i viaggiatori, gli spaziali degli equipaggi e fra loro, tendenzialmente almeno, i migliori sono i cuochi di bordo.
E non solo per una certa qual esperienza da “palato allenato”, chiamiamola così, che quello ce lo potrebbe avere anche un viaggiatore esperto. No, il fatto è che il cuoco di bordo sviluppa una attenzione, professionale, a mille particolari, cui un umano standard non professionista della ristorazione spaziale proprio non pensa.
Lo dico sempre e da sempre: l’alcool è due cose, volatile ed innocuo per gli umani e volatile e letale per il 15 per cento delle specie senzienti dell’Agorà, ergo servire delle “crepe flambee” in una tavolata di Hustaemeee ad esempio significa fare una strage. Ed eliminare fisicamente i propri commensali avvelenandoli con il cibo sarà anche una prassi accettabile per i Borgia, ma per uno chef degno di questo nome è il massimo dell’ignominia!Questa è la prima vera regola di uno chef di bordo: quello che nutre te può uccidere un altro. E viceversa.
Ma a maggior ragione occorre attenzione quando si va per ristoranti alieni. Non è detto che ciò che sembra commestibile lo sia veramente. E anche se lo è, potrebbe essere qualcosa che trova commestibile voi. Non si può andare in giro per l’universo a mangiare quello che capita, dove capita.
Esiste la possibilità di confrontare i sapori? Non è una domanda oziosa per il cuoco di una astronave; siamo sempre lì: come l’alcool, anche il sale è letale per molte specie senzienti, e ovviamente non meno di una quarantina di ingredienti comuni nelle cucine umane o umano-compatibili.
Ma a volte capita di dover assaggiare cose impensate, e capita sempre ai cuochi Alieni-Ox, i grandi, veri “chef”, i “capi” della cucina interplanetaria, coloro che a bordo delle AES cucinano per le varie specie di bordo con l’esclusione della specie principale, quella proprietaria della astronave stessa ( che ovviamente ha già a bordo un cuoco suo).
Ora se una specie può mangiare il sale, mi devo chiedere se ciò che gli sto preparando sia o meno salato. E fin qui è facile.
Ma altri sapori sono più difficili da interpretare, o sperimentare. Ad esempio gli abitanti di Alfa del Centauro 4to, una razza di antropoidi a quattro arti e che si esprime per onde sonore, quindi ci si può parlare in koiné ed anche con una certa facilità, amano moltissimo un sapore che loro definiscono “retrodentale acido”.
In realtà questi sono i termini in lingua terrestre della traduzione in koiné, motivata dal fatto che questi centauriani hanno delle speciali papille gustative sullo strato di mucosa in prossimità della parte posteriore dei denti (che sono disposti in quattro file e sono più di 200) e che vengono attivate dai sapori molto acidi; intendiamoci: acido vuol dire che loro si bevono l’acido solforico come aperitivo.
E dicono che ha, appunto, questo “eccezionale, celestiaco e squisitissimo” sapore “retrodentale acido”.
Capite? Quando la fisiologia è radicalmente diversa, ma anche quando è molto simile, ci sono sempre immense incomprensioni in agguato, a tavola.
Dirò una bestemmia: o si è molto bravi o cucinare per gli Alieni è meglio lo facciano dei robot, i quali non hanno un’anima da metterci, forniscono solo papponi o poco più; ma non commettono errori, nutrono e non avvelenano i clienti.
Se si è bravi, se si è veramente geniali, beh, il discorso cambia.
Non a caso ormai esiste una “cuisine” interspecie. Anzi ne esistono diverse e si stanno creando dei sottogruppi dell’Agorà in relazione alle cucine: ad esempio esiste una cucina Aliena-ox generale che comprende almeno 3 portate per 315 diverse specie di Alieni che respirano ossigeno, ma ne esiste una che ne prevede 245 per 35 specie; non a caso queste ultime non solo respirano tutte ossigeno, ma sono tutte antropoidi, pelose, quadrumani, onnivore con tendenza o origine da carnivori e si esprimono in lingue sonore, modulate con la bocca e delle corde vocali molto simili; pur essendo razze anche molto diverse fra di loro (perché si va da una specie arboricola alta mediamente 80 centimetri per arrivare fino ad una specie anfibia i cui maschi sono lunghi anche tre metri).
Ora le 35 specie in questione hanno costituito un sottogruppo dell’Agorà che fa ovviamente ottimi affari. Perché? Ma ovviamente perché oltre a tecnologia, informazionie materiali (dai prodotti ai minerali) si scambiano anche derrate alimentari.
In tutta l'Agorà, noi terrestri vendiamo aglio, cipolla e molti libri di cucina su come usarle; e loro a noi vendono l'afrodisiaca “poontuhraelluh”, le famose spezie arturiane, il callopolpo, i fregnalotti, le bumpie crude e le strapanzotte.
A tavola si fanno notoriamente buoni affari; anzi, i più importanti vengono conclusi proprio da una stretta di mano alla fine di un lauto pasto. Ma se non si può condividere il cibo come si fa a mettersi a tavola insieme?
Per tutta l’Agorà gli affari di moltissime specie seguono i sentieri delle cene e dei pranzi, ed insieme agli affari e ai pranzi viaggia la reciproca comprensione. Ciò, alla luce di quanto ormai sappiamo delle crisi xenoclaustrofobiche e delle xenocatastrofi interplanetarie, è bene: è parere di molti, degli Zingari per primi, che la creazione di elementi culturali realmente comuni fra le specie ( e la cucina è un elemento culturale di grande spicco) non possa che favorire quella comprensione reale che è l’unica garanzia al non scatenarsi di una xenocatastrofe come quelle che hanno già distrutto le precedenti versioni dell’Agorà.
Comunque il motivo principale per cui mi sono deciso a scrivere questa guida è un altro. Non ne ho mai parlato in pubblico, non l'ho mai rivelato a nessuno ma io per primo sono venuto meno ai consigli di prudenza che dò sempre e che perfino qui, in questo libro, sono e saranno la regola di base. E' accaduto una sola volta e non accadrà mai più.
Vi risparmio tutta la storia antecedente, i fastidi che avevo avuto a bordo di quella nave che mi aveva portato su Hurcheegawluh, e ve la faccio breve. Arrivato sul pianeta andai alla ricerca del ristorante Slofud, di cui mi aveva parlato molto bene un amico, Phabreezeeawroossaw, un abitante di quello stesso pianeta, che all'ultimo momento, poco prima di salutarci, mi aveva raccomandato di mangiare proprio lì le uova di bazzone, bagnandole di "Sangue di Serpente", un alcoolico locale.
Atterrato ed in franchigia lo cercai e lo trovai. Appena entrato fui piacevolmente colpito dall'atmosfera d'insieme. Pur essendo elegante e gradevole, raffinata anche, non aveva nulla di pretenzioso. L'arredamento era nello stile tipico dei pianeti-colonia di primissima colonizzazione, molto metallo, molta plastica, ma il tutto alleggerito da arazzi in tele e pelli locali, segno evidente della riuscita della colonizzazione, dello stabilirsi di una comunità umana stabile e prospera. Alle pareti ologrammi che rappresentavano diverse zone del pianeta, senza quelle provinciali esibizioni di snobismo per cui certi ristoranti espongono solo ologrammi terrestri o peggio da spazio-fondo, come a dire, ci siamo stati o veniamo da lì.
No, un onesto ristorante, senza pretese ma con uno stile personale, radicato in una tradizione locale, quindi non una scopiazzatura di altre new-wave d'importazione. Anche se non avevo seguito le mie regole d'oro, ma un indirizzo preciso, ero comunque arrivato ( a quanto pareva e per lo meno al primo sguardo) nel tipo di ristorante che preferisco. Le tre regole d'oro che io seguo nella ricerca di un ristorante, per chi non lo sapesse, sono queste: quando sei in una città o un pianeta che non conosci per trovare un posto dove si mangia bene devi prima di tutto abbandonare le strade principali e buttarti per vicoli; secondo seguire il naso, cioe' gli odori: se nell'aria vicino al ristorante c'è un buon odore, probabilmente ci si mangia bene; terzo, l'occhio: guarda bene l'ingresso, i dintorni se sono puliti o meno, ma soprattutto il menù esposto: se il menù non c'èo se i prezzi sono troppo alti o se non capisci nulla di quello che c'è scritto lascia perdere!
Con queste regole, sui pianeti abitati da umani, tendenzialmente si finisce con il trovare i posti dove mangiano i locali, quindi la cucina locale vera e a basso prezzo, non quella costosa e finta per i turisti, il che è l'ideale per farsi un'idea di come si mangia veramente su quel pianeta o in quella città.
Bon, ero entrato. Un maitre in giacca bianca mi si avvicinò e mi condusse ad un tavolo. Appena mi fui seduto fece un cenno ad un cameriere e mi porse una lista di vini.
Intorno a me una ventina di tavoli, una metà circa dei quali occupata da con avventori locali, luci soffuse, indirette, ma sufficienti, una leggera musica classica di fondo. Un posto rilassante dopo il periodaccio che avevo appena finito di passare.
Il cameriere si avvicinò e mi chiese se desideravo qualcosa immediatamente: acqua, pane e burro, una salvietta bollente, del chackarumbai?
|Accettai la salvietta bollente e chiesi cos'era il chackarumbai. Si trattava di un profumo locale, che veniva tradizionalmente bruciato sul tavolo da pranzo a titolo augurale, un ricordo del periodo proto-coloniale del pianeta quando si dovevano usare i fumogeni anti insetti per poter mangiare in pace fuori dalle tute.
Rifiutai il profumo, e dopo pochi secondi mi detersi mani e viso con la salvietta calda ed umida, un uso umano antico; e fu un altro buon inizio.
Al maitre, che si presentò immediatamente subito dopo che ebbi finito dissi:
-Guardi, per iniziare gradirei una semplicissima insalata mista, di insalate locali crude e condite se possibile con olio d'oliva e sale, o con solo sale...
Lo guardai per vedere se assentiva e lui lo fece. Non era una cosa automatica ordinare una insalata, non è mai una cosa automatica, sappiatelo.Ci sono pianeti dove le insalate non... va beh, lasciamo perdere.
-Dopodiché mi rimetto completamente nelle sue mani. Anche se un amico mi ha parlato molto bene delle vostre uova di bazzone...
Il maitre esitò solo un secondo, poi sorrise compiaciuto.
-E' vero, signore, e ce ne vantiamo, senza falsa modestia. Oggi abbiamo uova di bazzone freschissime e le serviamo "au beurre noir" e mi permetto di consigliargliele caldamente- disse il maitre con un sorriso accattivante.
-Perfetto. Il burro è annerito nel modo tradizionale francese?
-Più o meno, signore, il burro viene lasciato bruciare, naturalmente, ma è tratto dal latte di un mammifero marino locale e non da latte di vacca. Ma il sapore è pressoché identico.
-Perfetto. Sangue di Serpente ne avete?
-Sì signore. Le consiglierei di accompagnarle con il Sangue di Serpente della casa, un prodotto locale, artigianale, di non alta gradazione.
-Perfetto!
Ero quasi euforico. Ero molto contento di essere in quel ristorante. Tutto sembrava far presagire una esperienza culinaria al tempo stesso nuova ed affascinante, da un lato, e calma e familiare dall'altro. Il servizio continuava ad essere efficientissimo e l'insalata mi fu portata poco dopo, accompagnata da crostini di pane vero, bruscato ed agliato, con olio, aceto e limone a parte, condissi io come preferivo. Praticamente un piccolo paradiso, considerando la media dei ristoranti extraterrestri.
Condii e mangiai l'insalata mista, che fu ottima; poi arrivarono le uova ed il "Sangue di Serpente"
E qui cominciarono le delusioni.
Il "sangue di serpente" era in un bicchiere grosso, un calice di cristallo da almeno 75 centilitri, molto bello devo dire ed istoriato con figure di serpenti, stilizzate ed eleganti. Ed il vino al suo interno era rosso accesso, invitante.
Ma era pieno di ghiaccio!
Il piatto con le uova (grosse, con i tuorli rossi e molto allungati) mi fu porto con inchini e sorrisi, ma vicino ad esso mi misero anche un piattino con del pepe macinato.
Ora, notoriamente io non sono un purista a tutti i costi. Qualche volta, d'estate bevo vino rosso ed acqua mescolati alla pari e tenuti in frigorifero, perché trovo che sia dissetante e pazienza per il sapore ucciso dal freddo. Non sono un purista fino al punto di misurare la temperatura delle bottiglie di rosso prima di berle, ai 12 o 13 o 18 gradi consigliati o quello che sia. Scaraffo i rossi per tempo se posso, e se non posso, pazienza. Ma mettere del ghiaccio dentro il vino rosso, beh, questo mi pareva proprio troppo: a parte in fatto che lo diluisce, e quindi se il vino merita un assaggio attento, lo rovina; ma soprattutto il troppo freddo ghiaccia e stordisce il palato!
E il pepe macinato? E no, scusate, ma su questo non transigo! Io il pepe o lo macino ad hoc sul piatto; o preferisco evitarlo. Se voglio un piatto piccante preferisco la polvere di peperoncino, ma il pepe lo uso più per il sapore che per il piccante; appena macinato ha un sapore ed un aroma che sono completamente impagababili e persi dal pepe macinato da anche solo pochi minuti.
Non dissi niente e sorrisi a maitre e cameriere che si allontanarono.
Mi guardai intorno, presi un altro piattino vicino a me e con il cucchiaio estrassi il ghiaccio dal bicchiere e ce lo poggiai.
Dopodiché cominciai a mangiare le uova di bazzone, senza peparle. Fin dalla prima forchettata rimasi stupito dal sapore. Erano eccezionali! Un incredibile sapore di burro, uovo, tartufo, aglio, ed altri dieci sapori difficili da identificare! Un piatto divino!
Cominciai a mangiare a quattro palmenti, innaffiando il tutto con lunghe sorsate di Sangue di Serpente, che era all'altezza delle uova, uno dei vini più buoni che avessi mai assaggiato. In un tempo massimo di tre minuti avevo finito tutta la porzione e metà del bicchiere! Non ci crederete ma quando trovo un piatto che non conosco e che mi piace divento vorace come una idrovora, alla faccia di tutte le regole del mangiar piano e sano.
Ero lì sazio e stupito a centellinare gli ultimi sorsi di Sangue di Serpente quando ebbi la terza delusione. Il fondo del bicchiere di quel vino eccezionale era pieno di posa, segno di una bottiglia maltrattata e di vino invecchiato sì ma mal versato, se non addirittura non decantato.
Comunque a parte queste tre piccole delusioni devo dire che avevo mangiato in un modo veramente raro ed unico.
In quel momento il maitre venne verso il mio tavolo sorridendo. Stavo sorridendo a mia volta pronto ad iniziare una disquisizione sul quel piatto eccezionale ed a riceverne tutte le informazioni possibili, quando lo vidi fermarsi improvvisamente e cambiare espressione.
Il suo sguardo cadde sul ghiaccio che si stava sciogliendo lentamente nel piattino, sul piccolo contenitore di pepe intatto e sulle mie stoviglie , piatto e bicchiere, vuote.
-Sono molto soddisfatto...- esordii
-AAAARTHUR! CHIAMA LA GUARDIA MEDICA! SUBITO! UN'ALTRO DI QUEGLI IMBECILLI HA MANGIATO LE UOVA DI BAZZONE SENZA ANTITODO!- urlò l'uomo con la faccia sconvolta.
Io ero rimasto stupito, e mi alzai , onestamente anche un po' irritato nel sentirmi definire un imbecille.
-Guardi che io sono un cuoco professionista e....
E mi piegai in due dal dolore che mi aveva attanagliato lo stomaco! Un dolore lancinante come non ne avevo mai avuti in vita mia. Caddi a terra ed il maitre mi fu sopra e cominciò a prendermi a pugni la pancia.
Non so se per i pugni del maitre o per quello che avevo mangiato, pietosamente svenni.
Non ricordo altro di quella sera, e dopo di allora ho solo dei confusi ricordi di ospedale, di risvegli e di riaddormentamenti.
Infine mi svegliai del tutto e condussi vita d'ospedale, immobilizato a letto, senza che nessuno mi dicesse niente del perché ero lì e di cosa era accaduto, per almeno un paio di giorni. Nessuno dei membri umani dello staff (pochi) aveva tempo per rispondere alle mie domande ed i roboinfermieri ovviamente non rispondevano proprio.
Infine, verso il terzo giorno del mio risveglio vidi entrare nella mia stanza il maitre, severo ed accigliato, in compagnia di un altro signore e di un medico.
Si sedettero tutti e tre vicino al mio letto ed il medico mi disse
-Lei conosce già il signor Arz Bellapiuma, maitre e proprietario dello Slofud; questo è il suo avvocato. Vogliono da lei una dichiarazione, onesta e sincera, a proposito di ciò che ha fatto. Ne va della licenza del ristorante, quindi sia onesto, perché se si arriva in tribunale potrebbe essere sottoposto alla Macchina della Verità che su questo pianeta funziona perfettamente ed è valida in tribunale.
-M-ma- cosa è successo?
-Lei non ha messo l'antidoto sulle uova di bazzone!- disse il maitre guardandomi seriamente.
-Ma io non sapevo che si dovesse mettere un'antidoto sulle uova. E poi dov'era?
-Quella specie di piattino con quella polvere nera.
-Ho pensato che fosse pepe!
-Noi non serviamo pepe già macinato! Ma solo nel macinapepe-disse l'uomo indignato.
-Appunto. Anch'io lo prendo solo macinato di fresco. Quindi non volevo usarlo sulle uova.
-Ma lei non le ha mai mangiate prima le uova di bazzone?
-No.
-E non glielo hanno detto che vanno uccise prima di mangiarle?
-N-n-no. Ma che sta dicendo, erano cotte!
Il maitre fece un sospiro
-Il bazzone è un uccello granivoro del nostro pianeta, ed è commestibile, a non buono come le sue uova. Le sue uova costituiscono uno dei passaggi intermedi della riproduzione di uno specifico parassita, il Gz. Il Gz nella sua forma finale è un animale multi-mimetico, che finisce i suoi giorni nella forma del maschio del bazzone ed è un carnivoro ed un predatore. Feconda in questa sua forma le uova della femmina del bazzone, accoppiandosi con lei, che non è in grado di distinguere il bazzone vero dal Gz nella forma finale; le uova che la femmina depone nascono sterilizzate rispetto al patrimonio genetico della femmina, mentre daranno alla luce una forma intermedia del Gz che porterà poi alla forma finale. Se un animale divora le uova così fecondate, il parassita si trasferisce nel corpo del predatore e da lì in altri. Ora le uova sterili di bazzone, quelle con il parassita, sono buonissime proprio per la presenza del parassita, che non muore se non a temperature altissime. La normale cottura non lo uccide, lo lascia vivo e saporito. Per mangiarlo senza diventarne preda occorre ucciderlo con quella polvere che le è sembrata pepe macinato e che invece è un collaudato insieme di spezie, di antigeni e di veleni, una combinazione studiata apposta per uccidere il parassita senza alterare il sapore delle uova. Altrimenti, appena entra in un altro corpo, il parassita prende il controllo del nuovo ospite diramando pseudopodi in tutto il sistema nervoso e linfatico.
-Quindi è per questo che mi sono sentito male?- chiesi spaventato
-No. Il parassita ci mette almeno dieci giorni ad agire, lei si è sentito male perché ha levato il ghiaccio dal Sangue di Serpente.
-Ma il vino rosso non va bevuto gelato ed annacquato, scusi!
Si guardarono stupiti.
-Ma quale vino rosso?
a mia volta li guardai stupiti io
-Ma io a tavola, cosa ho bevuto?
-Sangue di serpente: il sangue di uno dei serpenti locali.
-Ossantiddio! M-m-a lei aveva detto che era alcolico!
-E allora? Noi alleviamo personalmente i nostri serpenti da calice, come li chiamiamo e ne preleviamo settimanalmente il sangue, senza ucciderli: li mungiamo, praticamente, di un sangue che è molto zuccherino; portiamo il sangue a temperature oltre i 100 gradi, iniziando con dei fermenti specifici la fermentazione dello zucchero, poi lo filtriamo e lo servivamo. Solo che a temperatura ambiente un sottoprodotto dell'emoglobina di questo specifico serpente si scinde e precipita...
-La posa!
-La che...? Ah, sì, esatto. Quella "posa" è una neurotossina che si produce solo a temperature superiori ai 3 gradi, e nella sua forma associata all'emoglobina è immediatamente scissa dai succhi gastrici umani quindi è innocua; ma se si forma nel sangue del serpente e si deposita, nella sua forma "depositata" è anche uno dei veleni nervini più potenti che esistano in natura. Ne bastano poche molecole per uccidere un essere umano. Come stava per capitare a lei. E se non le avessi preso a pugni il plesso solare come ho fatto, paralizzandoglielo e praticamente deteriorandoglielo, lei sarebbe morto per paralisi cardiovascolare in pochi minuti.
-Ma questi sono piatti pericolosissimi!
-Affatto. Se mangiati e bevuti secondo tradizione sono solo ottimi esempi di alta cucina. Lei da dove viene?
-Dalla Terra.
-Figurarsi... Comunque ci sono esempi di piatti come questi anche sul suo pianeta. Lei ha mai mangiato il pesce "fogu" o ne ha mai sentito parlare?
-Sì, mi pare...
-In Giappone, da secoli, è una prelibatezza da gourmet, ricercata e costosa. E tutto perché un certo organo, non so se la cistifellea o il fegato, contiene una tossina che é un veleno potentissimo. Il pesce non si cucina nemmeno, viene servito crudo, ma se viene tagliato male e se il veleno si diffonde nelle carni è letale. Occorre una licenza governativa speciale per tagliare il fogu. La carne del pesce è leggermente impregnata di quella stessa tossina, che è un pò tonificante ed un pò inebriante. Ma di tanto in tanto un cuoco si sbaglia e muoiono i clienti. Quindi di che si meraviglia?
-Non mi avevano detto che era così pericoloso!
-Male. E peggio per lei. Sul pianeta lo sanno tutti.
-Ma come fate con i turisti?
-Li avvertiamo. Ma lei è entrato tutto soddisfatto, sparato, tronfio e sicuro di se', ha ordinato le uova di bazzone come se le conoscesse da sempre! Abbiamo dato per scontato che sapesse come si mangiavano. E comunque all'arrivo sul pianeta le è stata fornita una breve guida dei rischi e di avvertimenti vari. Lì c'è scritto tutto su bazzone e sangue di serpente.
Insomma avevano ragione loro. Un pò per la fretta di sbarcare, un po' per stupidità la guida non l'avevo letta con attenzione (errore che non ho più commesso da allora) ma solo le solite cose sull'atmosfera, se era respirabile o meno, le precauzioni antimicrobiche ed altre banalità. Rimasi (a mie spese!) in quell'ospedale quasi due mesi, fra trapianti, ricostruzioni e riabilitazioni. Ci avevo quasi lasciato la pelle. Dopo di allora non ho avuto più il coraggio di mangiare uova di bazzone, anche se poi le ho trovate ancora, anche fuori di Hurcheegawluh.
Quando incontrai di nuovo Phabreezeeawroossaw lo gonfiai di botte, per non avermi detto tutto e lo accusai (cosa vera del resto) di non sapere cosa mangiava o beveva e di non saperlo consigliare agli altri. Poi facemmo pace, ma questa è un'altra storia.
Insomma, è per questa mia esperienza quasi drammatica che ho deciso di scrivere la mia Guida Galattica Per i Gourmet, onde evitare guai ad altri.
Certo, basandola rigorosamente e solo sulle mie esperienze personali e dirette. Anche perche', mangiando fuori casa, se si sopravvive per raccontarlo, forse ne vale la pena...

Località

Guurbutelluh

Distanza da Terra

4,5 Anni luce

Nome

Luhpuhgnowttelluh

Traduzione

Alla Piccola Forma Di Pane

Indirizzo

Alveare 1212

 Cucina Umana

No

Cucine Umanocompatibili

Sì: Neo, Alfa, Cucina Di Bordo

Cantina Vini Terrestri

No

Cantina Vini Sistema Solare

No

Cantina Vini Extrasistema

Atmosfera Metaforica

Esotica, gradevole, inquietante

Atmosfera Reale

Respirabile

Servizi Igienici

No

Precauzioni Fisiche

Usuali da Xenocontatto

Precauzioni Psichiche

Usuali da Xenocontatto

Chiuso

Mai

Ferie

Mai

Coperti

2300

Prezzo Medio In CCS

40

Servizio

Robotizzato, non classificabile

Nota
Gli alveari solo le unità abitative del pianeta, e qualunque tassista, con l’indicazione del numero vi ci potrà portare.
Aroozpluhfeekaettawsuh, lo chef, è un ottimo esecutore delle ricette umano-compatibili, nonostante non abbia, tecnicamente parlando,nemmeno un palato.
Lui non mastica, sugge.
Ma sa cucinare una più che accettabile cucina umana.
Il suo pane è ottimo, le sue insalate pulite e uccise prima di essere servite, le sue paste sono saporite anche se senza anima (cosa inevitabile in un senza-palato).
Ricordatevi di stappare i vini lontano dai locali: sebbene poco volatile l'alcool del vino resta letale per loro.
I coperti sono tanti perché il locale è anche la mensa del Gruppo di Uova (=tribù) 1212.
Durante il loro pasto guardatevi pure intorno, se vi va: non li disturberete.
La maggior parte dei commensali sono larve o operai, che praticamente non sono veri senzienti, essendo poco più intelligenti di un cane.
Il servizio essendo robotizzato ha tutti i vantaggi e gli svantaggi delle macchine: non tardano, ma per sbaglio possono uccidervi; quindi il“non classificabile” è d’obbligo.
I servizi igienici mancano perché i locali non evacuano; dovrete trovare delle soluzioni alternative: le mani lavatevele a bordo e per il resto, beh, dovrete aspettare.
Il prezzo notevolmente basso è senza dubbio un’attrattiva; è vero anche che ciò che ricevete vale non molto di più di quanto lo pagate.
Buoni i primi, anche se non eccezionali, accettabili i secondi, notevole la zuppa di vongole veraci (ma, ahimé, sono quelle mutanti!), immangiabile qualunque dessert: credo proprio che in cucina si siano dimenticati di riempire il contenitore dello zucchero nel robocuoco e nessuno gli ha ancora detto niente.
E loro, essendo appunto dei senza-palato, non se ne accorgeranno mai.
Che dire? C’è di meglio, ma non sul pianeta. Per cambiare la dieta-da-tuta va benissimo. D’altra parte per cambiare la dieta-da-tuta tutto va benissimo...

 

Legenda della scheda dei ristoranti

Località

Il nome del pianeta, tenden-zialmente; la definizione to-pologica d’insieme quando non di un pianeta si tratti

Distanza da Terra

Espressa in anni luce o in parsec. All’interno del sistema solare o in minuti luce o in chilometri

Nome

Il nome del ristorante nella lingua del posto o in koiné

Traduzione

Quando possibile, ovviamente

Indirizzo

Quando possibile, ovviamente

 Cucina Umana

Si intende la cucina umana standard, sia terrestre sia extraterrestre, purché umana

Cucine Umanocompatibili

Solo ed esclusivamente vini fatti di uva terrestre, coltivata sulla Terra e vinificata sulla Terra

Cantina Vini Terrestri

Il riferimento è solo ai vini lunari, marziani e delle serre idroponiche satellitari

Cantina Vini Sistema Solare

Vini dei pianeti abitati da esseri umani nei quali è possibile la vinificazione standard terrestre

Cantina Vini Extrasistema

E’ evidente che per mangiare occorre levarsi la tuta. Se l’atmosfera è non-Ox non si può mangiare visto che non si può respirare

Atmosfera Reale

Conta. Anche questo fa parte del mangiar bene

Atmosfera Metaforica

Dipendendo dalla fisiologia di una specie non è detto ci siano sempre. E’ bene saperlo per regolarsi

Servizi Igienici

Quante sorprese, quante sorprese!

Precauzioni Fisiche

Quante sorprese, quante sorprese!

Precauzioni Psichiche

Chiuso

Le usuali informazioni di ogni guida

Ferie

Coperti

Prezzo Medio In CCS

Servizio