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Cornelia La Guile

di

(c) 1999 Francesco Romeo


Questa è la storia di una donna eccezionale, che con il suo sacrificio salvò la terra dall'invasione dei Pleagons. Ecco come andò:
Cornelia viveva del suo lavoro, e i suoi figli del loro, anche il gatto viveva del suo lavoro, che consisteva nel catturare i topi nella cantina del vicino, Martin Le Duque.
Per inciso eravamo a New Orleans nel 1928.
Quella famosa mattina anche Cornelia si alzò, per la duecentotrentaquattresima volta in quell'anno (si alzava tutte le mattine), versò una tazza di caffè dal bricco, e si accorse che qualcosa non andava per il solito verso: il caffè era viola!
- "Ohibò" - pensò Cornelia - "ho di nuovo fumato troppo, e chissà com'era quell'erba..."
Guardando meglio, si accorse anche che nel bricco c'era qualcosa che si muoveva, e non sembravano per niente pesci rossi. Quelle figurette, anch'esse viola, che fluttuavano nel caffè viola sembravano... i personaggi di quel film che aveva visto due mesi prima, o forse che aveva solo sognato dopo un'abbondante cena con Frank.
- "I marziani nel mio caffè viola!" - esclamò Cornelia - "ma perché il mio caffè è viola?"
Doveva risolvere quell'enigma, non c'era tempo da perdere, altrimenti sarebbe arrivata tardi al lavoro.
Prese il bricco, lo mise sul fornello, attese che il caffè (che era sempre viola) bollisse, ne versò una buona dose nella sua tazza decorata coi colori del suo datore di lavoro (nero e viola), e lo bevve tutto di un fiato, come faceva da quando lavorava.
- "Buono!" - pensò Cornelia, e se ne versò altre due tazze, lasciando il bricco vuoto.