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Troppa grazia!

Sulla terra non esistono afrodisiaci. Esistono certo droghe di vario tipo, che, come l'alcool in moderata quantità, hanno effetto disinibitorio; esiste la cantaridina, che però non è altro che un pericoloso eccitante delle mucose, che all'atto pratico, non ravviva certo fuochi spenti.Ma altrove, su altri pianeti, beh, sì, ne esistono...

...ma il punto fondamentale è che il cibo in sé è afrodisiaco.Su tutto il nostro pianeta e su molti altri, il pasto, dopo aver procurato energia alla sopravvivenza, ne produce anche per il sesso. Che è notoriamente uno spreco di energia...

Niente di meglio che un buon pasto, in quantità non eccessive, ben digerito ovviamente, per predisporsi al meglio al sesso. E, sempre, un goccio d'alcool in più da parte della donna.

(tratto da: "Eros e cibo", di R.Turturro)

Sul pianeta dei Buh-Kur-'Otzee non ci fu franchigia. Non si poteva scendere a "terra" per divagarci perché non c'erano strutture di assistenza per la vita umana se non quelle di un laboratorio di ricerca e anche se l'atmosfera era a base di ossigeno l'ecosistema nel suo insieme era pericoloso. E poi non c'era niente da vedere.

"A parte probabilmente dei film porno sui Buh-Kur-'Otzee che si divorano di baci...", disse Chef con il suo solito umorismo fra il macabro ed il grossier; devo dire che anche se lo sapevo fin dall'inizio del viaggio fu comunque una delusione, essere lì, sopra il pianeta, il mio primo pianeta extrasolare, vederlo dagli schermi e non poter scendere. Pazienza, mi dissi, per fortuna non ci sarebbe stato molto da aspettare: il prossimo pianeta, infatti, e la nostra prossima tappa di lì a 10 giorni, era Kumpawdaepheeawree, un pianeta non umano ma frequentabile e parzialmente colonizzato da umani, sia per l'atmosfera sia per la biologia locale. La franchigia inoltre sarebbe durata due settimane e dulcis in fundo, c'era una colonia di umani.

Si parlò molto a bordo dell'episodio, soprattutto fra umani, dato che il cannibalismo connesso al sesso aveva fatto un'impressione forte e non solo alle donne. Il discorso scivolò presto sul cibo e sulla cucina. Credo sia stata proprio SuZanne a dire qualcosa del tipo, eh, ci sono cose che proprio non si possono mangiare fisicamente!

"Beh, dissi io, sai, se si tratta di qualcosa di "commestibile" in senso strettamente biologico, la repulsione è solo psicologica o culturale; anzi è quasi sempre così"

"Ma che dici? Adesso tu saresti capaci di mangiarti un ragno?"

"No, io no, a meno di esserci costretto dalla fame vera, quella da sopravvivenza. Però i Pieroa, una antica popolazione india del Venezuela, fino a tutto il 21mo secolo mangiava regolarmente le tarantole. Arrostite, se ti interessa saperlo. Pare che sapessero di nocciola."

"Nocciola? Ma sei pazzo?"

"No, davvero, ho letto un interessante libro sull'alimentazione, di Samuel Bristowe, un antropologo, che nel secolo 20mo ha sperimentato diversi tipi di insetti, in Indocina: scarafaggi, ragni, un tipo di insetto detto "pulce gigante". Per non parlare dei cinesi che tuttora mangiano locuste e formiche arrosto. Coperte di miele o cioccolata. Ma anche senza niente".

"Oddio che schifo!"

"Eh, sarà, ma guarda che è sempre una questione di cultura. A parità di peso, ad esempio un etto di carne bovina ed un etto di larve di mosca o di termiti africane cotte, beh, gli insetti danno il triplo di proteine e di calorie"

"Ma chi se le mangia queste cose? Non sulla Terra, spero?"

"No, anche sulla Terra. Si tratta di abitudini alimentari locali, che la crisi alimentare di tre secoli fa non solo non ha cancellato, anzi, ha rafforzato. Certo resta un fenomeno minoritario ma non trascurabile. Anzi stanno riprendendo certi studi dei secoli scorsi per vedere se è il caso di introdurre di nuovo gli insetti nell'alimentazione umana. Del resto, scusa, ma a te non piace ed anche molto, il miele?"

"E allora?"

"Beh, il miele è letteralmente una secrezione di una ghiandola perianale di un insetto"

"Puah!" disse Jutta e si allontanò. E, siccome le avevo reso sgradevole il miele non volle nemmeno più fare con me e su di me quelle due o tre cosette che avevamo cominciato a fare appunto con il miele. Lo so, dovrei stare zitto, o meglio, stare molto attento quando parlo. Ma non ci riesco: sono una "boccalarga".

...oggi non si può diventare cuochi se non si hanno ben chiare tutte le implicazioni del mangiare. Ricordo la mia prima lezione di Filosofia del Cibo e dell'Alimentazione Umana. Eravamo in aula e il professor Haines fece proiettare un video in cui la telecamera zoommava su un tavolo su cui era un piatto e poi ci girava attorno. Sul tavolo, in un piatto di ceramica, c'erano uno spiedino misto, un uovo fritto, delle patate, delle salse, e, a lato, un piatto con dell'insalata mista ed una terrina che conteneva apparentemente del tonno; del caffé, del vino.

"Signori, sebbene il mondo moderno sia un mondo colto, ricco e tendenzialmente laico, religioni, miti ed irrazionalità varie, non solo sopravvivono, ma anzi prosperano.'

Haines era un notorio agnostico anticlericale e pontificava sempre un po'.

"Uno dei campi in cui tali follie della mente e dell'animo umano esercitano una grande influenza è il cibo. Per cui dovete imparare cosa aspettarvi, anche perché al di là di qualunque considerazione teorica o filosofica, è giusto che ognuno mangi ciò che vuole e non ciò che vuole qualcun altro"

Prese una penna laser e cominciò ad indicare sullo schermo.

"Questo piatto, signori, e queste bevande arrivano ad offendere fino a 15 religioni e circa il 72% della popolazione dei pianeti abitati dagli esseri umani. Almeno in teoria. Scartando le religioni più conosciute, come per l'Ebraismo e l'Islam (per il maiale, il tipo di macellazione, la mescolanza di carne e latte, crostacei e molluschi, l'uso dell'alcool per i soli musulmani) sappiate che" ed indicava di volta in volta i cibi " il manzo (e la carne in genere) non viene mangiato dagli Indu, dai Jainisti, dai Buddisti e da varie religioni e sette cristiane in occasione di feste e momenti specifici; il caffé è tabù per Mormoni e Jainisti, ma per i Mormoni è tabù anche il té, mentre non lo è per i Jainisti, i quali, in compenso, non mangiano in genere neanche formaggio, aceto (questo nemmeno gli Hare Krishna), carote e patate. Le cipolle sono tabù per i buddisti ed i funghi lo sono per gli Indu e per gli Hare Krishna. Come sapete i Neo-Umanisti non mangiano pesce, ma non lo fanno nemmeno i Navajo e tutte le tribù Apache che popolano ancora numerose la terra e soprattutto Wakatanka, il terzo pianeta del sistema di Algol. Sapete bene qual'è l'atteggiamento dei Neo Umanisti nei confronti di ciò che non è totalmente e letteralmente terrestre..."

Non ci crederete ma la lezione durò più di un'ora. Alla fine disse:

"Ovviamente, per un integralista di queste religioni il tabù si estende a tutte le posate, i piatti e le pentole che abbiano toccato il cibo impuro. Al tempo stesso, un cibo o una sostanza che è male in una cultura può essere bene in un'altra. Anzi, accade spesso. Pensate anche solo al vino, che è tabù per i Musulmani ma che rappresenta il sangue di Dio per i Cattolici. Che gli "assassini" (gli hashishin") erano una setta scita del 1200 che praticava abitualmente l'uso mistico dell''hashish, appunto e che l'hashish stesso veniva e viene tuttora regolarmente assunto sotto forma di dolci; che il "bhang", una mistura di latte e cannabis indica (marijuana), normalmente in uso durante molte cerimonie Indu; che la coca era un dono divino per gli Inca.ed era assunta masticandola. E così via, potrei tediarvi a lungo. Ma avete i manuali e un anno intero di lezioni dinanzi a voi, quindi per oggi basta. Ma ricordate: state sempre molto, ma molto attenti a cosa date da mangiare e a chi. E' chiaro?"

Beh, quel corso era un mal di testa, vi assicuro. Che poi l'esame di Filosofia del Cibo non consisteva in un esame orale, ma nella preparazione di un piatto che fosse "corretto" e su misura per un "cliente" di cui dovevamo capire tutti gli eventuali tabù alimentari solo guardandolo, senza parlare per tre minuti e facendogli tre domande non dirette sulla sua religione o filosofia, che dovevamo indovinare!

Comunque era quasi un paradiso rispetto ad una AES. Almeno sulla terra se sbagli, un umano,nella peggiore delle ipotesi, si arrabbia o vomita. Nello spazio, se ti trovi a dover cucinare per una specie diversa dalla tua e sbagli ricetta, puoi anche ammazzare l'ospite, che è veramente il massimo della scortesia!

(Tratto da "L'Umanità dentro e fuori il Sistema Solare", di R.Turturro)

Passai quella settimana in uno stato di distratta agitazione; per fortuna molti passeggeri umani erano scienziati destinati alle ricerche sul pianeta ed erano scesi su Fraejaenee; altri avevano preso una "coincidenza" con una astronave Zingara che andava in tutt'altra parte del Cosmo; lasciai fare tutto ai miei aiutocuochi ed ai robot e detti mano libera a Chef, dando di tanto in tanto un'occhiata e curando personalmente solo la cena del ristorante dei passeggeri paganti. Mi chiusi in camera mia a leggere ed a studiare tutto quello che potevo su Kumpawdaepheeawree.

Gli umani di Kumpawdaepheeawree non erano terrestri in senso tecnico; provenivano tutti da ONU-UNO, il primo pianeta colonizzato dagli umani, dall'Onu di 60 anni fa, la vecchissima e meritoria associazione di antiche nazioni terrestri; ma da lì gli Onuniani, dopo circa 45 anni, avevano fondato una stazione commerciale su Kumpawdaepheeawree, che aveva prosperato, anche per l'ospitalità ed il buon carattere dei Kumpawdaepheeawreeni, una razza di antropoidi pelosi ed agili, di taglia e di aspetto simili ai babbuini terrestri, solo dotati di un becco e con sei arti: il sei era il numero base del pianeta e come sulla Terra tutte le strutture viventi più evolute (esclusi gli insetti) hanno quattro arti o residui di essi, su questo pianeta tutte le forme di vita ne hanno sei.

I Kumpawdaepheeawreeni sono una razza civilissima e molto antica; secondo delle accreditate leggende la loro attuale civiltà è la quarta ad aver raggiunto lo spazio negli ultimi 300.000 anni; le precedenti lo avrebbero raggiunto e poi perso e perfino dimenticato, involvendosi e regredendo in un ciclo che sembra una costante del pianeta; ognuna delle civiltà era radicalmente diversa dalle altre e quella attuale era evoluta, pacifica, solida ed ospitale tanto quanto le altre erano state (pare) il contrario.

Erano vegetariani, ma per biologia e non per scelta culturale, anche se non avevano niente in contrario a che gli umani sul pianeta si nutrissero di carne.

Le loro città erano di diversa foggia e tipo e dimensione, a secondo del tipo di etnia e cultura locale che le produceva; insomma un mondo variegato ed interessante.

Gli umani del pianeta lo erano ancora di più.

Li incontrammo quando salirono a bordo gli ispettori doganali Kumpaws (abbreviazione usata ed accettata da tutti) e con loro alcuni umani che collaboravano, da cittadini planetari quali erano diventati, con le autorità del pianeta.I Neonuniani, che chiamavano se stessi Neos, erano razzialmente un misto, sia di meticci sia di tipi razziali terrestri puri. Ma fra loro si erano verificati interessantissimi casi di mutazioni, solo in parte naturali, seppi poi, per lo più compatibili con la biologia terrestre (per cui interfecondi con gli altri umani dell'universo) ed in qualche caso no. Si erano così create due sottorazze pseudoumane, che in realtà erano due vere e proprie razze Aliene. Si trattava dei Neos Alfa e dei Neos Beta. Gli Alfa erano molto alti, oltre i due metri, longilinei e magrissimi; considerate che il peso normale e medio per un adulto ventenne alto due metri e mezzo era di circa 80 chili e l'impressione che se ricavava era quella di un cartone animato, di un disegno distorto. Il colore della pelle variava dal bronzo chiaro a quello scuro, i capelli dal castano al biondo, gli occhi immancabilmente viola. Erano bellissimi ed inquietanti al punto che si tendeva a dimenticare che l'aspetto più significativo della mutazione non era visibile. Gli Alfa infatti erano una razza acquatica: non respiravano l'ossigeno presente nell' acqua, ma potevano restare per tempi lunghissimi in immersione, 30, 40 ed alcuni anche oltre i 60 minuti, come i mammiferi marini terrestri, e come questi vivevano nelle acque del pianeta, sia marine sia fluviali o lacustri, tutte comunque dolci, marine comprese.

Dato che i Kumpaws non avevano mai tenuto al mare, gli Alfa si erano diffusi moltissimo. Nessuno sapeva con esattezza quanti ce ne fossero: vivevano in palafitte sui laghi e sui fiumi, e su isole galleggianti, formate di piante marine, a ridosso delle coste e nelle lagune del pianeta. Erano perfettamente adattati alla biologia planetaria, diversamente dagli umani doc i quali, per sopravvivere sul pianeta, dovevano evitare certi cibi, certe sostanze e sottoporsi periodicamente a forti cure immunitarie. Avevano mantenuto con gli umani un rapporto di parentela, di affinità fra terzi cugini (e comunque non erano interfecondi con la razza umana), ma erano probabilmente, proprio a causa di questa parentela, la razza più aliena che un essere umano potesse incontrare: così simili eppur così diversi.

I Beta erano ancora pochissimi ed erano una linea evolutiva che era andata nella direzione opposta: piccoli, di altezza inferiore al metro, agilissimi e fortissimi, erano un popolo arboricolo che viveva nelle foreste e nei boschi in prossimità alle città. Si erano poco diffusi, soprattutto in confronto agli Alfa, e stavano talmente per conto loro che era quasi impossibile incontrarne uno. Sia i Beta che gli Alfa erano una conseguenza di esperimenti genetici illegali condotti sul pianeta dai primi coloni, i quali progettavano di creare creature sub-umane di cui servirsi come operai-schiavi, una sorta di animali domestici molto evoluti. Esperimenti di questo tipo erano illegali per gli umani e per molte altre culture e razze dell'universo. Ma non per tutte. Il progetto aveva preso la mano ai coloni originari, che si erano trovati con una serie di esperimenti falliti ed orribili, presto cancellati con varie violenze, e con queste due razze psuedo-umane fra i piedi, con grossi problemi di relazioni. Erano stati i Kumpaws a mediare, proprio in forza della loro flessibilità ed esperienza plurimillenaria ed avevano messo pace fra le tre razze.

Neos , Alfa e Beta erano bisessuati, a sangue caldo ed onnivori. Le cucine Alfa potevano essere pericolose per gli umani ma quelle Neos, e Beta no. Quelle Kumpaws dipendeva, ma si veniva informati direttamente.

Scendemmo a Terra per la nostra, pardon, la mia, prima Franchigia a tre giorni dall'arrivo in orbita ed atterrammo con lo shuttle nello spazioporto principale di Kumpawdaepheeawree.

Chef prima di partire mi aveva detto:

"Attention, mon petit, la prvima franchigia è la più pericolosa"

"Che dici, Valvolone? E perché dovrebbe?"

"Dà alla testa. Vedrai, vedrai...au revoir e torvna sano se puoi."

Scendemmo in 15, ma io facevo gruppo con quattro novizi come me: SuZanne, Jutta, Peter e Bobo, due gemelli monozigoti svedesi, alti biondi ed identici come le due classiche gocce d'acqua.

Avevamo dieci giorni di libertà ed un pianeta intero da visitare e danneggiare! Passammo i primi tre giorni a Kumpawdaepheeawree, in un albergo umano convenzionato con la compagnia. Visitammo la città, che era incredibilmente esotica, ovviamente: fra Kumpaws, Neos, Alfa e Beta avevamo sotto gli occhi un ininterrotto spettacolo di alienità varie, che sembravano oltretutto vivere senza attriti di nessun tipo. Il pianeta anzi era famoso per questo. Era uno dei pochi in cui un popolo aveva permesso l'immigrazione di un altro, che per di più si era sdoppiato; pare che i Kumpaws fossero molto tolleranti perché, dicevano, c'erano già passati molte volte, prima della nascita dell'Agorà ed erano sicuri che anche questa volta il tutto si sarebbe risolto in un abbandono del pianeta da parte degli stranieri.

Io cercai di mangiare tutto il mangiabile! Ero avido di sapori ed esperienze nuove e più nuove di quelle non ne potevo immaginare. I Kumpaws essendo vegetariani ed abitando quel pianeta da oltre 500 millenni, avevano sviluppato una varietà di verdure semplicemente inimmaginabile. Erano infatti gli unici concorrenti che avevamo nell'Agorà in campo agricolo. E non contenti delle loro verdure si erano sbizzarriti anche con quelle che gli umani avevano portato sul pianeta, l'aglio per primo. Il risultato erano dei ristoranti in cui chiedere una insalata come contorno semplicemente non aveva senso: quella che noi chiamiamo insalata, per intenderci verdure di diverso tipo da servire crude e condite con alcune salse di base, e come contorno ad un pasto di carne o pesce, per i Kumpaws significava scegliere fra 300 vegetali diversi con non meno di 80 diversi condimenti.

Le verdure da cuocere e cucinare in vario modo poi, che costituivano il pasto principale, erano più di 1500 e la frutta arrivava a 800 specie diverse. Una sera in un ristorante, trovammo dei vicini di tavola Kumpaws molto cortesi, ed uno di loro era per di più un cuoco professionista. Ci presentammo e parlammo a lungo, devo dire io più degli altri, anche perché loro ad un certo punto uscirono mentre io rimasi a parlare con Peesal-low-vaer-daeh, questo il nome del cuoco. Era relativamente giovane per la sua specie, che arriva al corrispondente di 200 anni terrestri, e ne aveva 60.

Dopo la cena mi invitò, in quanto collega, ad accompagnarlo al ristorante dove lavorava e mi permise di assistere nei due giorni successivi al suo lavoro. Ero entusiasta ovviamente ed imparai moltissime cose nuove, anche se non facilmente traducibili nella cucina non solo di bordo, ma anche semplicemente terrestre dato che la maggior parte dei materiali di partenza non venivano esportati. Organizzai comunque una serie di acquisti di verdure e frutta fresche per la cambusa di bordo, uno dei motivi per cui ero sceso a terra. Persi di vista i mei amici, ma ero troppo indaffarato a mangiare ed ad imparare.E poi avevo capito che SuZanne cominciava ad avere una certa attrazione per Bobo e che io ero già nel dimenticatoio; tanto valeva non pensarci più, mangiare e non mettersi a regger moccoli. La mattina di tre giorni dopo, Bobo mi tirò giù dal letto, irrompendo nella mia camera

"Alzati, Rudy, e vestiti in fretta: ci sono dei guai in corso"

Senza nemmeno darmi tempo di protestare, mi trascinò semivestito fuori dell'albergo, verso un taxi che ci aspettava fuori. Nel taxi trovai SuZanne, agitatissima. Mi spiegarono che la sera prima, usciti dal ristorante, erano andati in giro per la città. Erano entrati in una specie di locale notturno, umano, molto bello e ben frequentato, e dopo un po' scoprirono di essere entrati in un bordello. I bordelli su Kumpawdaepheeawree sono non solo legali ma sono dei veri e propri centri sociali, un misto fra il classico bordello e la discoteca o i multicenter terrestri, in cui si può passare una settimana intera a divertirsi. Solo che lì si divertivano sul serio. I bordelli erano esclusivamente umani, frequentati da Neos e turisti di passaggio dato che Alfa e Beta, pur simili a noi, non lo sono fino a questo punto.

"Si, ma cosa è successo?"

"Vedi, beh, insomma, io e Peter ci abbiamo scherzato su un po' ed abbiamo proposto, ma scherzavamo santiddio, di andare a vedere come fanno l'amore le donne Neos..."

SuZanne , dopo l'episodio con me, si era abbastanza attaccata a Bobo. Jutta pendeva per Peter che però non se la filava molto. Insomma, Jutta aveva reagito male alla proposta scherzosa di Bobo e Peter. Non sarebbe successo nulla se non avessero scoperto che quello non era solo un bordello femminile, che c'erano anche prostituti uomini. So cosa pensate, che per un uomo fare il prostituto è praticamente impossibile, se deve "recitare" diciamo così, un ruolo attivo. Ma su Kumpawdaepheeawree , fra i tanti vegetali ce n'era uno, la "poon-tah-raelluh", che era compatibile con la nostra biologia e che per la razza umana era potentemente afrodisiaco ed induceva fra l'altro un priapismo non doloroso per i maschi umani, oltre ad una vera e propria maggiore potenza sessuale: provocava eccitazione e dispendio enorme di energia fisica e del grasso corporeo ma si trattava di un problema secondario e risolvibile con diete iper-super-caloriche. In questi termini era comprensibile si fosse creata una categoria di prostituti maschi eterossessuali.

Tutte cose che mi aveva detto Pee-sal-low-vaerdaeh. Ad essere onesti ne avevo fatto anche una certa scorta personale, pur non avendo avuto modo di provarla personalmente

"Non mi dirai che Jutta..."

"Beh, all'inizio lo ha detto scherzando, secondo me. Poi però ha mangiato un piatto di verdura rossa che era in abbondanza al buffet e...."

"Oddio! Era rossa carminio a foglie strette e con venature blu?"

"Si, appunto credo che sia stata quella che..."

"Quanti piatti ne ha mangiati?"

"Sei. Sembrava non mangiasse da una vita, ed avevamo appena cenato! Beh, dal terzo in poi ha cominciato a cambiare atteggiamento. Ha cominciato a sfottere Peter, chiedendogli se era disposto a fare una gara: a chi se ne faceva di più in una notte, diceva. E Peter è stato al gioco, ma solo per prenderla in giro. Quando abbiamo visto che si è diretta verso l'ingresso delle camere da letto con uno dei "ragazzi" del posto abbiamo anche cercato di fermarla, prendendola in giro, poi un po' più sul serio. Ma non ci ha dato retta"

Sei porzioni! Sei porzioni di"poon-tah-raelluh", del più potente afrodisiaco mai conosciuto da cultura umana! Dico sei bombe di voglia di sesso e per di più di energia chimica concentrata! Beh, sarebbe stato interessante chiederle i particolari, dopo.

"Avresti dovuto vedere come ci è rimasto male Peter"

"Quel maiale di tuo fratello" sbottò a quel punto SuZanne "avrebbe potuto pensarci prima. E' dalla partenza che snobba Jutta, quel figlio di puttana e che la prende in giro!"

"Ma, dai, è solo timido"

"Quel porco assatanato di un cinghiale svedese, timido? Ma te lo sei dimenticato il primo fine turno a bordo?"

"Ma che c'entra, lui in realtà è innamorato di Jutta e quando si innamora si sente debole e per difendersi..."

"Fa le orge di fine turno con l'equipaggio?"

"Ma non è stata un'orgia!"

"Insomma dove sono ora?"

"Peter è di fuori ad aspettare"

"E Jutta?"

"E' ancora dentro..."

"A farsi..."

"A farsi."

20 ore. Ininterrotte. Eh sì, ne avrebbe avute di cose da raccontare. Ché poi il problema di fondo era che ormai non esisteva più una morale sessuale certa e definita e comune a tutti. Dato che i comportamenti variavano tanto anche con l'età, spesso nel corso della sua vita, un terrestre medio (o un umano medio, se per questo) passava attraverso diversi comportamenti e fasi morali, per così dire. Per cui, una donna si poteva sentire una laida prostituta perché aveva perso la propria verginità, o assolutamente normale ad avere un paio di amanti di entrambi i sessi per notte. E idem gli uomini, ovviamente. E tu tendi a condividere, non fosse altro per cortesia, l'idea che un amico ha di sé. Jutta era abbastanza giovane ed inesperta, ed era più sul versante "timida vergine" che su quello della mangiauomini. Chissà come si sarebbe sentita, dopo...

"Ma noi che dobbiamo fare?" chiesi

"Ma tirarla fuori da li, ovviamente!" urlò SuZanne

La prima cosa che mi venne in mente, giuro, fu che parlava per invidia. Poi mi resi conto che come situazione era assurda e che aveva le sue implicazioni pericolose: che ne sapevamo delle malattie, veneree e non, di quel pianeta? E del livello di igiene del bordello? E delle implicazioni biochimiche e psicologiche della cosa? Eh sì, occorreva tirarla fuori.

Arrivammo al locale. Bello devo dire, elegante e raffinato e già in funzione per le colazioni mattutine, anche se non con moltissima gente. Trovammo Peter all'ingresso, tesor e preoccupato. Forse era innamorato per davvero. Entrammo e ci rivolgemmo al proprietario del posto. Non parlava galattico, ma solo Neouniano. Però uno dei suoi assistenti, di discendenza spagnola, parlava quella lingua, ed io, che avevo fatto uno stage di cucina spagnola a Madrid, l'avevo imparata tre anni prima.

Spiegai la situazione

"Senor, il padrone chiede se la senorita è minorenne o giuridicamente vincolata a qualcuno dei presenti"

"No. Ma è drogata!" disse Peter

Quando spiegammo di che tipo di droga, si misero a ridere e

"Senor, la "poon-tah-raelluh" non è una droga! E' un'insalata come le altre e su questo pianeta chi è sotto l'effetto di essa è giudicato perfettamente sano di mente. L'erba fa solo venire a galla le voglie."

Insomma, non sentirono ragioni. Peter disse che non gliene importava niente e si diresse verso le camere da letto. Al che, fummo scortesemente buttati fuori a calci dai buttafuori, appunto. Ci alzammo dalla polvere, un po' pesti. Decidemmo di andare alla polizia Neos.

Stessa scena. Se Jutta aveva mangiato quell'insalata di sua volontà, se non era minorenne e schiava, non c'era niente che potessimo fare. Sapute le dosi, si misero a ridere e ci dissero di tornare dopo che fosse passato l'effetto. Di lì a una diecina di giorni. A proposito, la signora usava anticoncezionali? E quanti soldi aveva sulla sua carta di credito approvata sul pianeta? Ogni "prestazione" effettuata nel bordello avrebbe dovuto essere pagata.

Tornammo molto preoccupati all'albergo.C'era il rischio che tornasse incinta, malata e coi debiti...

Fui io a decidere cosa fare.

"Ragazzi, non resta che fare una cosa. Chiamare Chaka via intercom e chiedere il suo intervento"

"Sei pazzo!?" dissero Jutta, Peter e Bobo contemporaneamente.

"Pensateci un attimo e vedrete che non c'é alternativa"

Chiamai io, con comunicatore da polso. Chiesi di parlare col capitano direttamente, solo che, trovandosi l'astronave sull'altro lato del pianeta, stava dormendo. Non era quindi dell'umore migliore, quando gli esposi succintamente la situazione.

Dopo cinque minuti di silenzio.

"Capitano...?" dissi.

"Sono ancora qui," signor "Turturro" quando ce l'aveva con me mi chiamava signore.

"Parleremo dopo di tutto, con lei ed i suoi amici. Nel frattempo ha dei suggerimenti?"

"Si, signore, ecco...penso che una squadra da sbarco di una dozzina di addetti alla sicurezza, potrebbe risolvere la situazione"

"Sta suggerendo una aggressione armata alla colonia Neos?"

"Non proprio, signore, sto suggerendo una azione di commando, rapida, indolore e clandestina, signore. Se ci pensa, vedrà che non ci sono altre alternative che aspettare che sia passato l'effetto dell'insalata, signore..."

Tacque ancora per un po' poi:

"Accenda il tracker, signor Turturro e vada con i suoi amici di fronte a quel bordello. Ora!" e riattaccò.

Un'ora dopo (sessanta lunghissimi ed interminabili minuti dopo, nei quali non vi dico che cosa stavo pensando) una scialuppa atmosferica della Mummeenuh atterrò in uno spiazzo a poca distanza dal bordello e si mosse fin dove poté arrivare come un overcraft, ne scesero 12 marines armati in tuta da combattimento guidati dal sergente Mc Kullodaigh, che a stento tratteneva le risa, e che ci chiese:

"Ok, ragazzi, fateci da guida nel parco divertimenti"

Calo un pietoso velo su quello che seguì. Ebbe un solo pregio: grazie alla preparazione dei nostri addetti alla sicurezza, fu breve. E senza vittime. Entrarono, furono molto gentili con i buttafuori e non tentarono nemmeno di convincerli con le parole; entrarono poi nelle stanze, sfondando molte porte e spandendo schiuma paralizzante un po' dappertutto, disturbando una dozzina di coppie e di gruppi che stavano usando tutta la loro fantasia per riuscire a capire cosa facessero gli abitanti di Gomorra prima della pioggia di fuoco (cosa facessero a Sodoma lo si sa; ma a Gomorra? Che facevano di così terribile che se n'è perso il ricordo?). Trovarono Jutta in una posizione imbarazzante con tre altri signori. Dovettero trascinarla via di forza, urlante e scalciante.

"Checche! Impotenti! Lasciatemi stare! Io qui ci voglio restare! Fatevi gli affaracci vostri, cosi mosci!" urlava, per citare solo le cose riferibili.

Chaka ci fece la pelle. Metaforicamente. Aspettò un giorno intero, per calmarsi evidentemente, se no la pelle ce l'avrebbe levata per davvero e non metaforicamente. Il giorno dopo il nostro rientro ci ordinò di andare da lui, e quando fummo lì, in linea e sull'attenti, ci guardò con uno sguardo a meno 20 gradi centigradi e disse:

"Sarete lieti di sapere che il rappresentante di Kumpawdaepheeawree presso la nostra filiale sul pianeta mi ha detto che il pianeta non subiva un attacco da una astronave probabilmente da oltre 42.000 anni. Ed in assoluto un attacco da parte di una astronave aliena non è mai successo nei 300.000 anni di storia conosciuta di questo pianeta"

Avevamo già concordato la linea di difesa fra noi: subire in silenzio. Quindi rimanemmo sull'attenti. Zitti.

Continuò per una diecina di minuti descrivendoci minuziosamente i nostri difetti e le pene corporali cui avremmo potuto essere sottoposti.

"Pagherete, naturalmente, tutti i danni fatti dal nostro reparto. E potete considerarvi fortunati che la mano d'opera sul pianeta sia molto a buon mercato, altrimenti avreste dovuto passare una decina d'anni come schiavi su questa o su altre, meno comode, navi della compagnia. Di franchigia non se ne parla più per voi, anzi passerete tutto il vostro tempo libero dai vostri personali lavori ad aiutare gli altri settori della nave, per tutta la durata della nostra permanenza sopra questo pianeta. Deciderò con calma tutte le altre numerose punizioni che vi saranno inflitte nel corso dei prossimi mesi.Ora FUORI DI QUI!"

Ci era andata molto bene, pensammo. Poi abbiamo cambiato idea per come ci rese impossibile la vita nei successivi 30 giorni, ma insomma, ce la cavammo.

A Jutta, il medico di bordo non somministrò niente, non conoscendo antidoti specifici, se non dei generici sedativi, e dopo un paio di giorni un po' pesanti in cui rimase confinata nell'infermeria, che per fortuna era insonorizzata, le passò. Al che subentrò il panico per quello che aveva fatto. Per fortuna a bordo avevamo due psicologi in gamba, fra cui la dottoressa Jin-Qao, una cinese di grande esperienza e sagacia: la aiutò a razionalizzare il tutto, senza bisogno di ricorrere ad ipnosi o farmaci ma semplicemente usando psicologia behavioristica spicciola e teoria del Tao in dosi massicce.

Vedete, oggigiorno un comportamento sessuale molto disinibito, anche se è molto ma molto disinibito, non è affatto considerato immorale da nessun umano che sia a contatto con il mainstream della cultura umana. Non esiste più una ipotetica morale pubblica. La vita sessuale e sentimentale negli ultimi tre secoli è diventata così complicata che , fra alti e bassi, fra rivoluzioni e riflussi, la regola dominante è: fatti i fatti tuoi e non giudicare nessuno. E di eccessi sessuali da adolescenti ne abbiamo fatti tutti un po'.Ma se non esiste una morale generalizzata (se non quella dell'unica regola universale: tutto, ma solo fra adulti consenzienti) è anche vero che esistono le posizioni personali; ciò che è lecito per te può non esserlo per me e ciò che è eccessivo per me, può non esserlo per un altro; Jutta era una classica brava ragazza di campagna sub-cupolare, anche perché veniva da una colonia marziana, dove erano ancora molto puritani, quanto a cose di sesso, e dove certe cose non si facevano. Aveva già avuto le sue esperienze di vita, certo, ma una così non se la sarebbe mai nemmeno sognata; né se la sarebbe mai andata a cercare. Dovette metabolizzare il tutto, ma ci riuscì: in fondo era una ragazza sana e robusta.

Quando Jutta si decise a raccontare come era andata ci fece restare a bocca aperta. Disse che lo stato di eccitazione era altissimo e totale, ma per nulla artificiale o forzato: era una vera e propria amplificazione e liberazione dei desideri sessuali più riposti; aveva, paradossalmente un effetto anche calmante: uno si vedeva galleggiare dinanzi agli occhi della mente un desiderio folle, da sempre rimosso perché destabilizzante, lo voleva realizzare ed al tempo stesso non aveva né paura né ansia e tutto si svolgeva normalmente; i ritmi biologici della stanchezza e del sonno erano alterati ma non in modo eccessivo: faceva l'amore per due - tre ore di seguito, poi mangiava con i suoi amanti, poi crollava addormentata per 30, 40 minuti e poi si risvegliava per il desiderio che la riprendeva, ma perfettamente riposata. Naturalmente gli chiedemmo con quanti uomini e quante volte lo aveva fatto e lei rispose imbarazzata che non lo sapeva bene, dato che ricordava una serie ininterrotta di atti e situazioni; secondo me non disse la verità; lo sapeva eccome, solo che non aveva il coraggio di dircelo. Non ci disse mai quanto aveva speso.Ne parlò molto di più con alcune amiche, ma ne nacque una specie di congiura del silenzio.

Come da manuale, Peter smise di fare lo spiritoso con lei cominciando a manifestare un più costante interesse; e cominciò lei, con lui, ovviamente a fare la spiritosa e a mandarlo in bianco.Chef commentò che i maschi della specie umana sono veramente strani e che Peter, se proprio voleva aver anche lui una esperienza con tre amanti maschi tanto valeva che se li trovasse per davvero anziché sotto forma di fantasmi dentro il corpo di una donna, per di più "boche" . Io gli dissi che la sua era psicoanalisi d'accatto, e lui rispose sostenendo di avere accesso ad oltre 40.000 volumi sull'argomento ed io lo mandai a farsi verificare i chip. Però, dopo un po', i due smisero di fare gli stupidi e filarono d'amore e d'accordo per altre due tappe del viaggio , finché Peter non dovette scendere alla sua destinazione.

Questa storia ha un breve epilogo strettamente personale. Vedete, io avevo portato a bordo solo una piccola dose di quell'insalata, e non lo avevo detto a nessuno, soprattutto perché, grazie alle punizioni di Chaka, me l'ero dimenticato. Quando la trovai, beh, non sapevo bene come usarla. Certo non potevo mica propinarla di nascosto ad una ragazza approfittando di un invito a cena in cabina o cose così. Però c'era una certa Alta, carissima amica di SuZanne, molto carina, che mi aveva in simpatia. Beh, la invitai a cena e le chiesi ad un certo punto, così come per caso, se, casomai, nell'eventualità, sai quell'insalata famosa, se la voleva assaggiare.

Mi sgranò gli occhi addosso e mi disse:

"Ne hai?"

"Beh, un po'..."

"Se la prendi anche tu, sì!"

Durante il fine turno le spiegai anche quel paio di cosette che mi aveva insegnato SuZanne a proposito della prostata e dell'assenza di gravità e del miele e lei me ne insegnò un'altra a proposito di...beh, via, siamo gentiluomini. Peccato, veramente peccato che i semi non attecchiscano fuori di Kumpawdaepheeawree.

Fonduta erotico-mediterranea "a la mode de Kumpawdaepheeawree"

Ricetta tratta da " Il Turturro, Manuale di Cucina Spaziale, 8va Edizione" di Rudy "Basilico" Turturro

Dosi

Non indicabili

Preparate un soffritto di olio, aglio, peperoncino, cipolle e peperoni tagliati il più possibile fini; appena il tutto imbiondisce, aggiungete pomodori a pezzettoni e passata di pomodoro e fate ammalvire a fuoco lento, finché i vegetali non si sono quasi completamente sciolti.

A parte, preparate un ciotola con non più di 200 grammi di "poon-tah-raelluh", mi raccomando, non più di 20 grammi.Conditeli con un pesto di aglio e acciughe.

A parte, preparerete dei pezzettoni di bruschetta (pane tostato con aglio e olio strofinati).

Verserete il sugo così ottenuto in una ciotola di coccio abbastanza capiente (potrete cucinare direttamente nella ciotola) che porterete a tavola su un fornello a spirito di quelli per la fonduta alla borgognona.

Intingete il pane nel sugo bollente, mangiateci insieme una forchettata di "poon-tah-raelluh" e beveteci sopra ad ogni boccone un sorso di vino frizzante, secco e gelato.

Note e variazioni

Già mi immagino la vostra obiezione: come ci arrivo su Kumpawdaepheeawree a comprare la poon-tah-raelluh? A parte il fatto che si trova anche congelata nei migliori negozi di raffinatezze spaziali, vi concedo che , costando letteralmente a "peso di platino" è un po' cara.

Vi dò due alternative:

la prima andrebbe bene anche agli Umanisti: in pochissimo burro fuso, ma non bruciato, sciogliete una quarantina di grammi di hashish, possibilmente di quello nero afgano, ma anche quello commerciale andrà bene; amalgamatelo lentamente ed aggiungete pasta d'olive, pasta di funghi, un po' di tartufo ed un pizzico di aglio spremuto. con questo paté guarnite le fette di pane tostato

Se nella vostra area, l'hashish è ancora illegale ( ebbene sì, miei cari lettori, esistono ancora luoghi sulla Terra e nell'Agorà in cui questa follia accade) voi e la/il/i vostra/o/i partner praticate 30 giorni di astinenza da sesso ed alcool, contemporaneamente a 30 giorni di addestramento quotidiano di mezzofondo, per almeno tre ore al giorno, sempre di pomeriggio inoltrato o verso sera. Il 31mo giorno, fate preparare tutto da un cuoco o da un amico, sostituendo la "poon-tah-raelluh" con abbondanti cime di cicoria di tipo romano; allenatevi per un'ora soltanto e dedicatevi poi, subito dopo una doccia tiepida, alla cena; gli ingredienti sopra indicati e lo scatenarsi delle endorfine da "estasi dell'atleta" per le mancate due ore d'allenamento, dovrebbero dare un effetto molto simile a quello della poon-tah-raelluh.Provare per credere!

 

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