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La Pappa della Regina

Conosciamo poco o niente delle cucine aliene. Conosciamo meglio i metabolismi, ma la cucina è altra cosa dal metabolismo, e ne conosciamo poco, perché in effetti non è che ci possa interessare molto. Una cucina interplanetaria vera e propria non esiste, (o non esiste ancora), esiste solo la possibilità di cucinare verdure e carni di animali alieni compatibili con i metabolismi umani, una percentuale minima di un totale però molto alto.

Il che, da un lato, vuol dire che aveva ragione Brillat-Savarin a parlare degli incredibili miracoli e nuovi cibi che sarebbero arrivati sulle mense con il secolo successivo: lui per di più parlava solo della Terra!

La quantità di cibi, animali e vegetali che potrebbero riversarsi sulle nostre mense è, purtroppo, infinita. E dico purtroppo perché non sarà mai possibile riuscire ad assaggiarli non dico tutti, ma nemmeno una significativa, seppur minima, parte.

La coscienza di questo limite mi ha a lungo amareggiato. Aver avuto il grande privilegio di provare di persona innumerevoli cibi alieni, mi ha dato una sia pur piccola misura di ciò che perdiamo tutti. Ci sono, in questo stesso momento, tavole imbandite (o rami imbanditi o grotte imbandite o superfici o volumi o comunque luoghi, caso mai non imbanditi, ma in cui vengono serviti alimenti) di cibi deliziosi, di sapori nuovi, per i quali varrebbe la pena di percorrere anni luce (in senso per altro letterale) per nutrirsene, per assaggiarne. E io non lo potrò fare mai.

Ogni volta che assaggio un nuovo formaggio, umano o Alieno che sia, io mi chiedo: ah, è buono, è eccellente, ma quale, migliore di questo, mi perdo e mi perderò sempre? Quali e quanti?

Analogo discorso va fatto per le tecniche, che dico, le arti culinarie. E' pur vero che tali arti sono legate prevalentemente al metabolismo della specie, e perfino che moltissime specie non cucinano affatto. Ma per lo più, anche gli alieni, cucinano. E molti fra loro sono i cuochi ed i gourmet, e se una gran parte dei loro cibi è compatibile con il metabolismo umano, anche le loro arti culinarie lo sono. Ad esempio la cottura a vibrazione dei..... o i sistemi di distillazione dei...., tanto per citarne due.

E' un abisso, amici, è un abisso. Nel quale comunque, e dunque, un vero gourmet o un bravo cuoco non devono assolutamente perdersi.

(Tratto da: "Quali cucine Aliene, per quali gourmet?", di R.Turturro)

Il "cibo Reale" è quello che permette la trasformazione di un essere asessuato in uno sessuato, maschile o femminile che sia, come per gli insetti, ma non solo. Ad esempio gli.... per i quali, la piena coscienza e lo stato superiore si raggiunge solo se il cibo Reale determina la trasformazione in individui superiori.

(Tratto da: "L'Umanità, Fuori e Dentro il Sistema Solare, di R.Turturro)

I vari episodi nei quali eravamo stati coinvolti negli ultimi tragitti avevano completamente sballato il piano di viaggi che ci era stato assegnato alla partenza. Quindi ci venne affidato un altro compito speciale. Fu Chef a svegliarmi, accendendo al massimo il dispositivo di ventilazione della mia stanza, facendo suonare a tutto volume il mio impianto per le microsfere e via infastidendo in questo modo.

"Vite, vite, mon petit, corvvi dal capitano,che ti cervca"

"Imbecille!Smettila con questi scherzi stupidi!" smise "E poi la vuoi smettere di far finta di essere la macchietta di un comico che fa la macchietta di un francese? Sei fatto di silicio!"

"Ah, oui, ma la mia CPU l'hanno fatta a New-Orvleans, frvantumando ed impastando il silicio di uno dei 'pavé' delle strvade del centvo.Sono mezzo frvancese, quindi!"

Giuro.Diceva proprio delle stupidaggini così.

"Che cavolo vuole il capitano?"

"Che corvvi da lui, petit-cochon-a-maman!"

Andai.

"Mastro Turturro lei dovrà sostituire 'n-Dowajdusolow. Ha obiezioni?"

"No, signore, in linea di massima, non so, non credo, ma, di che si tratta?"

"Di una cosa breve per fortuna. 'n-Dowajdusolow deve restare su Riserva per una settimana circa, con i suoi assistenti, perché gli Oocch-aelle per festeggiare il salvataggio di Mario stanno organizzando feste su feste ed hanno chiesto la cortesia di servirsi dei nostri cuochi ox, "cortesia" che, visto quello che hanno offerto in pagamento alla compagnia, non ho potuto rifiutare. Ma noi dobbiamo partire per andare su un pianeta di questo sistema a prelevare un passeggero speciale e portarlo non molto lontano da qui. Il viaggio durerà meno di una settimana fra andata e ritorno, e sono stato informato che il nostro ospite si nutre di un unico cibo, che verrà consegnato congelato in più che adeguate quantità, insieme a lui. Anzi a lei. E' una femmina, per meglio dire una Regina."

Toh, c'erano ancora regine nell'universo? Sulla Terra erano scomparsi re e regine da almeno due secoli.

"Si , signore.E di che tipo di cibo si tratta?"

"Pappa, mastro Turturro, Pappa Reale."

La Regina era una Formica. Lunga nove metri. E si nutriva di pappa reale.

Ovviamente non era una formica vera e propria, piuttosto una formicoide. Apparteneva però ad una razza di pseudo insetti estremamente simili, soprattutto per organizzazione sociale, alle formiche terrestri. E ovviamente la pappa reale non era uguale a quella delle api o delle formiche terrestri, non fosse altro per quantità: era sotto forma di cubi di sostanza surgelata di un metro per lato, e ne imbarcarono un centinaio.

La specie cui apparteneva la Regina, aveva stipulato un accordo con la Terra per una sorta di colonizzazione congiunta. Si trattava di una nuova e promettente tecnica di terraformazione. In una prima fase, la Regina, già fecondata sul suo pianeta d'origine, avrebbe partorito milioni e milioni di uova dalle quali sarebbero nati milioni di individui asessuati, semisenzienti, di varie dimensioni, da quelle di una formica terrestre fino a circa un metro di lunghezza. Costoro avrebbero iniziato a scavare gallerie e cunicoli di tutte le dimensioni, praticamente dissodando il terreno, concimandolo ed alterando la chimica locale per renderla più compatibile alle formiche stesse e agli esseri umani.

Il pianeta in questione, ancora senza nome, non era molto invitante; ma era una vera miniera di metalli preziosissimi di tutti i tipi. E dato che le miniere e le fabbriche necessarie allo sfruttamento di questi metalli sarebbero state molto grandi e necessariamente supportate da personale umano, sarebbe stato necessario ed economico terraformare il pianeta, piuttosto che lasciarlo non abitabile. Di qui l'idea dell'intervento , a titolo sperimentale per ora, delle formicone, anche perché queste sono, pare, in grado di modificare il proprio metabolismo rendendolo più simile, se non identico, a quello della nostra specie . In cambio di metalli, ovviamente.

"Si tratta di un esperimento che potrebbe rivoluzionare le tecniche di colonizzazione umana nella Galassia. E non solo umana, forse. Richiede un periodo iniziale non più lungo delle tecniche attuali, meno di 200 anni. Ma è molto più metodico ed economico. Inoltre se le biologie delle nostre due razze sono compatibili anche nel lungo periodo, si potrebbe pensare seriamente a colonizzazioni congiunte per i prossimi 10.000 anni. E in realtà anche di più."

Caspita! dissi fra me e me.

Chaka sorrise. Evidentemente mi leggeva in faccia.

"Si, mastro Turturro, si tratta forse di un giro di boa per la specie umana. Potremmo, insieme alle Formiche, colonizzare in 200 anni da uno a mille pianeti sterili e privi di tutto, tanto per cominciare. Sebbene la notizia non sia coperta da segreto, è da considerare riservata. Ecco perché, per questa missione, mi va benissimo che i nostri amici ox siano a terra su Riserva. Inoltre, sempre per riservatezza, partiremo con un equipaggio ridotto ai minimi termini. Motivo per cui, non solo, se la notizia trapela, la considererò uno dei possibili responsabili, ma se dovessi anche solo sospettare che è stato lei, io la scuoio vivo, è chiaro?"

"Si, signore, ma... mi scusi, allora perché mi ha detto tutto? Se mi avesse lasciato all'oscuro, non avrei corso di questi rischi."

Fece un ghigno allegrissimo e satanico.

"Sarebbe stato l'unico a bordo a non saperlo. E non avrei mai voluto lasciarle questa tranquillità d'animo. Soprattutto a lei.Vada, vada pure..."

E pensare che Chef diceva che gli stavo simpatico.

Partimmo. Io andai a vedere la "pappa reale" per capire bene come comportarmi, ma in effetti c'era poco da fare: le istruzioni su ogni scatolone, scritte in koinè erano semplicissime e chiare. Dicevano di non fare assolutamente nulla per conservare il materiale dato che i contenitori erano autoconservanti e di aprire il contenitore due ore prima di fornirlo alla Regina, e basta. Potevo benissimo non partecipare a quel viaggio, chiunque avrebbe potuto sostituirmi. Evidentemente era proprio una piccola malevolenza di Chaka

"Scioco! Non hai capito che hai fatto colpo?" mi disse Chef quando espressi le mie perplessità.

"Sarebbe a dire?"

"Sarvebbe a dirve che in rvealtà Chakà vuole continuave a mangiarve, anche se non capisco pervché,le sbobbe che gli prvepavi tu!"

"Naaaa!? Maddai? Chaka che ama la mia cucina?"

"Beh, se la ama non lo so, so pervò che negli ultimi due mesi è ingrvassato di scinque chili..."

Ma tu pensa! E proprio vero che la vita ci riserva sorprese in continuazione.

Bon. Avendo meno pasti da preparare, mi dedicai al massimo alla cucina, cercando di fare del mio meglio.E devo dire che mi dedicai a Chaka in particolar modo. Mi ero fissato l'obiettivo di farlo ingrassare di almeno dieci chili in totale, prima del ritorno sulla Terra. Non fosse altro che per vendetta. Variai il menù tutti i giorni! Tutti mi fecero i complimenti a gran voce, tranne Chaka.Il quale prendeva sempre doppia porzione di tutto.MA complimenti, nisba! I nervi!

Comunque , il terzo giorno mi venne in mente, che in fondo c'era un essere senziente a bordo per il quale io, di fatto, non cucinavo.La Regina.

Certo , diligentemente le portavo il contenitore nella sua stiva, glielo lasciavo lì e poi me ne andavo. Lei passava gran parte del suo tempo dormendo o chiaccherando con Runjo. E a me venne in mente che forse qualcosa si poteva fare, a quella pappa. Mi documentai. Chiesi informazioni a Chef e al computer centrale della nave, feci fare delle analisi. Ma alla fine mi dovetti arrendere: niente da fare. La pappa era un prodotto di alcune operaie specializzate della specie delle formicone: era,proprio come la pappa reale degli analoghi insetti terrestri, un cibo completo che permetteva alla larva di sviluppare pienamente le proprie capacità riproduttive.Ogni uovo deposto dalla formica regina, sulla terra, ha la possibilità di dare una regina o un maschio, a patto che la larva venga nutrita con la pappa reale appunto; altrimenti la larva si sviluppa in operaia o guerriero, di nuovo a secondo o dello schema genetico o dell'alimentazione. Ma non gli si poteva fare proprio niente.Era l'unico cibo di cui la Regina si nutriva, così com'era, punto e basta. Che monotonia, pensai! E mi misi l'animo in pace.

Tre giorni dopo, mentre ero in camera mia, mi chiamò Chaka. Era di nuovo di cattivo umore e mi ordinò di raggiungerlo nella stiva della Regina. Ci andai senza sapere cosa aspettarmi e lo incontrai strada facendo.

"Signor Turturro" esordì Chaka, con il termine che indicava guai in arrivo "Lei ha seguito le istruzioni nel fornire il cibo alla Regina?"

"M-m-ma si, certo , signore, ma perché?"

"E non ha preso iniziative di nessun tipo? Non ha per caso aggiunto aglio o rafano alla pappa reale?"

"Ma no, signore, che dice?"

"La regina mi ha appena chiesto informazioni dettagliate su chi e come la sta nutrendo e ancora non ho avuto modo di sapere perché. Se mi ha combinato un altro dei suoi casini, Turturro, le faccio fare un giro di chiglia senza la tuta spaziale!"

Giungemmo alla stiva e ci presentammo alla Regina. Lei parlava tramite un traduttore zingaro che aveva con sé. Chiese chi era il Nutritore ed io mi feci avanti.

"Io. Per lo meno sono io che apro i contenitori, ...Regina" dissi, e stavo per dire, Maestà. Giuro. Era proprio grossa, cavolo, mi sovrastava di almeno mezzo metro.

"Nutritore il cibo che tu mi fornisci è strano."

Chaka mi fulminò con lo sguardo.

"Regina, io mi limito ad aprire il contenitore e, senza nulla aggiungere, porto il cibo qui."

"Mi sembra di aver capito che la vostra specie ha riti molto complicati per la nutrizione; una grande varietà di alimenti e molteplici forme di preparazione degli stessi.E che tale compito è affidato a specialisti della vostra specie, allevati a questo scopo, detti "cuochi".Risponde a verità? E risponde a verità che tu sei un "cuoco"?"

"Effettivamente, Regina, è così: io sono un cuoco.Ma io non ho aggiunto nulla al tuo cibo.Non avrei potuto.So che le Regine, diversamente dagli altri membri della specie, non si nutrono di altro."

"E come lo sai?"

"Mi sono informato, Regina"

"E perché?"

"Perché mi sarebbe piaciuto sapere se potevo fare qualcosa per migliorare il tuo pasto."

Tacque a lungo.O per lo meno ci sembrò un lungo periodo.

"Che strana specie siete. Mi avevano accennato a alcune vostre particolarità, ma questa preoccupazione per il cibo e per di più per il cibo degli altri, mi stupisce grandemente.Comunque tu qualcosa hai fatto."

"Ma no! Giuro che non ho cucinato niente" dissi guardando terrorizzato Chaka, che mi guardava come un gatto guarda un topo.No, peggio.

"Ma non è possibile, Cuoco. Ho già molte volte mangiato lontano dai nutritori questo cibo, su altre astronavi.E non era così.Qualcosa devi aver fatto."

"Ma, veramente..." Chaka stava parlando sottovoce al suo comunicatore da polso, secondo me organizzando la fucilazione per me "...mi sono limitato a...ecco, a miscelarlo, idratarlo e mantecarlo.Ma giuro che non ho aggiunto niente!"

"Spiega dettagliatamente ciò che hai fatto."

Spiegai tutto. La temperatura della pappa due ore dopo l'apertura del contenitore era di circa 80 gradi. Fumava, infatti. Ma dato che la temperatura corporea delle formiche era di oltre 200 gradi, in realtà al loro palato doveva essere fredda; commestibile ma fredda. Avevo controllato la banca dati di bordo ed in effetti, in una piega di un documento scordato in fondo ad un file, il dato c'era: era l'informazione di un biochimico umano che, anni prima, prendendo un campione di quella pappa direttamente da un insetto Nutritore si era ustionato. Pensai allora di aumentare la temperatura prima di portare la pappa alla regina. Ma già che c'ero verificai anche la densità e la perdita probabile di liquidi in quelle due ore. E in effetti era notevole: Chef la calcolò intorno al 30% del totale di acqua. Era quindi commestibile ma fredda e secca, rispetto agli standard delle formicone. Aggiunsi acqua calda nella misura del 20%, ma mi accorsi che per riuscire a fare un buon lavoro (ad occhio certo, mica potevo assaggiare una pappa di 200 gradi; ma i grumi sono grumi!) era meglio travasare tutto in una pentola della mia cucina e "mantecare", ripassare a fuoco lento mescolando con un bastone di metallo inossidabile, e poi rimettere il tutto nel contenitore, dopo averlo lavato e sterilizzato. Questo non era cucinare nel vero senso della parole...

Chaka mi guardava strano.Poi rivolto alla Regina

"Regina, mi sembra di capire che, comunque, il cibo sia stato di tuo gradimento?"

La Regina agitò le antenne, il che voleva dire senza dubbio qualcosa, ma chissà cosa.

"Assolutamente, Capitano, assolutamente. Anzi, vi prego, non interrompete queste procedure! Per la prima volta, da quando ho lasciato il mio pianeta ed il mio nido, mangio nuovamente un cibo degno! Mi ero rassegnata a farne a meno, anche perché fra poco il mio viaggio avrà termine e appena le larve delle nutritrici cominceranno a produrre la mia pappa, di nuovo assaporerò il sentore del nido. Ma questa è una grande scoperta! Vedi, o capitano, la mia specie, non "cucina": produce e consuma il cibo, ed ha imparato a conservarlo per periodi più o meno lunghi.Ma abbiamo sempre accettato con passività forse eccessiva, il fatto che, dopo la conservazione e fuori dalle valve delle nutritrici, il cibo non avesse lo stesso sapore. Ed invece questo "cuoco" ha trovato il sistema di rendere gradevole il cibo anche dopo la conservazione. L'ha "cucinato" per me."

"Ah, ecco" disse Chaka, perplesso.

"Ma c'è di più. Queste informazioni vanno assolutamente comunicate al pianeta nido. Non c'è più motivo per cui le mie sorelle debbano nutrirsi di un cibo inadeguato!"

"Cioè...?" chiese perplessissimo Chaka.

"Vuole la ricetta, praticamente." dissi io con un sorriso smagliante.

Non avevo messo aglio, giuro. Non quelle prime volte. Ma dopo sì.

Nei tre giorni che rimasero, io e la regina facemmo diversi esperimenti, aggiungendo sostanze estremamente semplici (ad esempio sale, zucchero, aceto, appunto aglio o peperoncino: i sapori base) alla pappa per vedere se era possibile migliorarne il sapore.

La Regina ne fu entusiasta. Mi dette alcune informazioni di base sulla loro biochimica che mancavano dal data base di bordo, e ci divertimmo un sacco. Alla fine, volle che scrivessi tutto in koinè e spedissi via overdrive il testo al pianeta nido, raccomandandolo caldamente di persona.Praticamente avevo scritto il primo libro di cucina della storia della sua specie.

"Ma come ti è venuto in mente, petit?" mi chiese Chef ( giuro che sembrava veramente incuriosito)

"Beh, ho fatto un paragone umano. Ci si può nutrire di un pesce surgelato, mangiandolo a morsi. Ma fa schifo. O no?"

Un discreto successo, insomma. Dico soprattutto quello su Chef, naturalmente. Ero soddisfatto di me, non lo nego. Sarei stato meno soddisfatto e meno tranquillo se avessi saputo che di lì a poco avrei abbandonato l'astronave e che avrei rivisto (anzi risentito) Chef solo dopo quasi un anno. E che sarei finito davanti ad una corte marziale.

La vera grande cucina non è fatta di piatti complicati. Può essere fatta di piatti complicati, ma la complessità in sé e per sé , non è segno di niente.Se mai di insipienza. La vera grande cucina è fatta di cose semplici.

A questo proposito vi voglio raccontare due episodi.

Un vecchio amico di mio padre, Nino Piglic, frequentò una durissima e prestigiosissima scuola di cucina, su Baellgruhdaw, pianeta remoto e con usi molto formali, ottocenteschi, direi: una società divisa in caste, con molti ricchi e altrettanti poveri e ristoranti sempre molto esigenti. A venti anni si prese il diploma, ed era senza dubbio uno dei migliori della sua classe.Anzi, decisamente il migliore.Gli esaminatori lo sapevano, e quando toccò a lui, di comune accordo, decisero di sottoporlo a questo esame: gli dettero un coltello e gli dissero che in cucina c'era un maiale; andasse di là ad ucciderlo e tornasse con una braciola; aveva tre ore di tempo. Lui lo fece e tornò con la braciola , tagliata, nel piatto. Dopo di che gli fecero cucinare due uova al tegamino, "au beurre noir", al burro nero, bruciato. Cosa che fece perfettamente.Il direttore della scuola gli disse:

"Non è stata cattiveria sottoporla a questo stress. Le capiterà nel corso della sua lunga carriera di trovarsi nella situazione che ha appena affrontato. Ed a molte altre che non si sogna neppure. Un bravo cuoco deve saper macellare, e deve essere capace di affrontare gli imprevisti. Inoltre le uova al burro nero, fatte in modo perfetto, pur nella loro estrema semplicità, sono uno dei piatti più difficili. Bravo."

Secondo episodio. Escoffier ideò un piatto, che in onore della madre, chiamò "Il cuscino della bella Aurora". Ridotto ai minimi termini, si tratta un pasticcio di carni in pasta. Richiede praticamente due giorni di lavorazione, otto diversi tipi di carne, non meno di trenta ingredienti e via complicando. Non è una ricetta: è un delirio, una follia, un inutile spreco di complicazioni ed una esercitazione di sadomasochismo. Ma è anche un piatto delizioso. Oggi viene eseguito rarissimamente, ma anche in passato, vi potete ben immaginare come non fosse un piatto popolare. Ad una riunione dell'Associazione Cuochi del Sistema Solare, qualche anno fa, esso fu preparato da un famoso cuoco di cui non vi dirò il nome (ognuno dei presenti aveva preparato un piatto speciale per la cena conviviale dell'ultimo giorno). Il "cuscino" fu assaggiato e lodato come si conviene. Dopo, nei corridoi, nei separé, nella varie "separate sedi", nessuno ne parlò male, cosa che notoriamente, fra cuochi indica la totale mancanza di invidia nei confronti dell'autore di un piatto: in altre parole , più un cuoco critica un piatto, più, sotto sotto, gli è piaciuto. Ripeto: nessuno criticò il "Cuscino". Eppure era fatto perfettamente.Ne valeva la pena?

(Tratto da "Pettegolezzi di bordo", di R.Turturro)

Pappa Reale di Regina al Caffè

Ricetta tratta da " Il Turturro, Manuale di Cucina Spaziale, 8va Edizione"

di Rudy "Basilico" Turturro

Dosi per 500 grammi di prodotto

500 grammi di ricotta di vacca, magra

100 grammi di zucchero ( o una quantità adeguata di dolcificante)

100 grammi di polvere di caffè.

1 tazza di acqua calda leggermente salata

Mescolare. Amalgamare il tutto con poca acqua calda. Tutto qui.

Note e variazioni

E' semplicissima da fare, ma è un dolce estremamente adatto a qualsiasi dieta. Se usate dei dolcificanti sintetici poi, l'unico apporto calorico è quello della ricotta magra in sé e per sé: una porzione abbondante, diciamo 200 grammi, ha le stesse calorie di una mela, solo che sembra un peccaminosissimo dolce ipercalorico. Se la fate freddare nel freezer è praticamente il più dietetico dei gelati.

Ho assaggiato la "pappa reale" delle formicone, ovviamente non alla temperatura di 200 gradi centigradi alla quale sarebbe canonico mangiarla. E devo dire che, per un palato umano allenato, non è niente di eccezionale, anche se molto nutriente. Sa vagamente di ricotta vaccina. Una delle versioni che alla Regina era piaciuta moltissimo era quella al caffè. Potete provarla nella mia ricetta sopraindicata: da fredda ha lo stesso sapore o quasi.

 

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