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Sommario
Nel prossimo numero
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EditorialeLa
presentazione del libro di Roberto Genovsi è andata benissimo.
In sala una cinquantina di persone e al tavolo, come potete vedere dalle
foto, oltre a Roberto e a Massimo Mongai, De turris, Sergio Valzania
e Massimo Vincenti. Avevamo
promesso due articoli: "FS, eros, pornografia e la demitizzazione dell'eore:"Festa
di Morte" di P.J.Farmer, con bibliografia" scritto da Goffredo Sarsina;
e una nostra indagine: "perché NON amo la Fantascienza".Ci sono
entrambi letteralmente esplosi fra le mani! Nel senso che che c'è
molto da dire.Abbiamo deciso di rifletterci sopra un po' e di pubblicare
tutto nel numero di Gennaio. Buona lettura. Carlo Benedetti |
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Intervista a Francesco Grassodi Massimo Mongai "Mentre intervistavamo Francesco, sua moglie Itala "dava alle stampe" una bellissima bambina di nome Alice! Un caloroso benvenuto alla nuova terrestre e auguri fantascientifici a tutti e tre!" D - Quanto c'è di autobiografico in questa storia? Tu non sei né un mutante né un napoletano. Sei siciliano. Una FS "meridionalista"? R - Mah, anagraficamente sono siciliano (nato a Messina), ma in verità non ho mai vissuto in Sicilia. Quando mi si chiede "di dove sei?" ho sempre la sensazione che mi si annodino i neuroni: io ho vissuto in Calabria, in Toscana, in Campania e ora a Roma. Meridionale? Immagino di sì. Mutante? Magari. Quanto all'autobiografico, mi viene in mente quanto diceva Baricco (scrittore cui invidio molte doti, tra cui soprattutto la straordinaria capacità di far eccitare qualunque individuo di sesso femminile di età compresa tra i dodici e i sessant'anni semplicemente arrotolandosi le maniche della camicia). Il prode Alessandro invitava i giovani scrittori a piantarla con il raccontare la propria storia e cominciare a inventarne di nuove. Ben detto, Al! Oso aggiungere (rovesciando la frittata) che magari a volte sarebbe poi bello viverle, le storie che si raccontano. D - La droga. Anzi, le droghe. Oltre all'eroina e alle varie sintetiche dall'extasy alla polvere degli angeli, girano molto alcool, psicofarmaci, hashish tra i più giovani. Secondo me le droghe in realtà non hanno e non hanno avuto mai nulla di sovversivo: sono sociostabilizzanti, distraggono i più ribelli. Si dice che fosse la CIA a favorire l'importazione di marijuana nella California degli anni sessanta, per far stare "stoned" quelli di Berkeley. Sei d'accordo? R - Caspita che bella domanda. Io ovviamente sottoscrivo la tua lista,
Massimo. Anzi vi aggiungerei La Domenica Sportiva, Raffaella Carrà,
gli 883 e il Grande Fratello di Canale 5. Tutti elementi (come dici
tu) "sociostabilizzanti" (correggerei, permettimi, con "sociorincoglionenti"). D - Masaniello. Oppure, a Roma, Cola di Rienzo. Forse Bossi in pianura padana. Cos'è, gli italiani hanno e avranno sempre bisogno di un qualche "capopopolo"? R - Mah, non capisco bene cosa c'entri Bossi in questa lista, a meno
a che tu non intenda augurargli la stessa fine di Tommaso Aniello. Mettendo
da parte l'ironia (una vera impresa, per uno con il mio carattere) credo
che mi permetterò di citare Brecht (ma spero di sbagliare la
citazione, così da non apparire troppo saccente): "Fortunati
i popoli che non hanno bisogno di eroi". D - Lara. Una donna come personaggio, se non principale, alter-ego, narratore, coprotagonista. Una scelta politically correct. Un caso. Una figlia in arrivo? R - Ah, guarda, non troverai nessuno più politicamente scorretto
di me. Figurati che Lippi ha censurato alcuni passaggi del romanzo perché
troppo provocatori (c'erano finanche nomi e cognomi). Quanto alle donne
protagoniste, è una costante delle mie ultime produzioni (cito
ad esempio il racconto "Lacio drom" vincitore del premio Cristalli
Sognanti). Mi trovo molto bene a usare personaggi femminili come voci
narranti: posso lasciar loro maggiore sensibilità, e in più
mi permette maggior distacco dai miei punti di vista. D - Non credo in un futuro catastrofico, anzi, credo nelle "magnifiche sorti e progressive" dell'umanità. E ne scrivo. Ma il rischio c'è. C'è? C'è davvero? Al di là delle mode letterarie? R - Massimo, guarda che anch'io sono un ottimista. Il progresso, le
magnifiche opportunità e tutta quella roba lì mi ha sempre
intrigato. D - Napoli. Già da sola, com'è realmente, è una città fantascientifica o almeno "fantastica". Fondale? Panorama? Quinta? Scenografia? Personaggio? R - Io ho vissuto quasi quattro anni a Napoli. Non posso dire di averla
apprezzata in tutte le sue espressioni, ma senza dubbio artisticamente
è straordinaria: basta raccontarne la vita per le strade per
fare letteratura. D -Io sono fanatico e lo sanno tutti. Mi secca doverlo ammettere, ma sarei ancora più fanatico se avessi vinto due volte, anziché solo una, il Premio Urania. Che effetto fa? Ma che vuol dire fanatico? Essere orgogliosi dei propri interessi e
sbandierare ciò che si fa (o si crede di fare) bene? Allora siamo
tutti fanatici. D - La FS in Italia oggi. Come stiamo messi? Lo stato dell'arte, sia degli italiani, sia del fandom, tutto un po' secondo te. R - Mah, in parte ho risposto nel punto precedente. Il fandom è
molto meno settario e chiuso di quanto noi stessi pensiamo. Per lungo
tempo ci siamo chiesti il perché di un certo ostracismo degli
editori nei confronti degli autori italiani... Forse abbiamo sbagliato,
e di certo sbagliamo a chiedercelo oggi: il problema vero sta nella
caduta verticale dell'attenzione della gente per l'oggetto libro. La
fantascienza non c'entra niente, anzi oggi presenta un rifiorire su
altri media, dal cinema al fumetto, passando per la pubblicità
e il videogioco. E' proprio il libro ad essere messo male: tra un po'
il WWF lo adotterà come simbolo al posto del Panda. Mi ha fatto restare a bocca aperta. [Monica Lewinsky] Non ho mai visto un romanzo più bello. [Andrea Bocelli] Io avrei fatto qualche taglio. [Lorena Bobbit] Non ci credo che Grasso abbia vinto di nuovo il Premio Urania! Voglio il riconteggio delle schede! [Al Gore] Non ho tempo per un commento, ora: stasera ho l'autore per cena. [Hannibal Lecter] Guaglio', questa storia ti acchiappa per le palle e non ti lascia piu'. Altro che Conan! [Pietro del Grande Fratello] A causa del microfono alla cintura, a Pietro gli e' caduto nel lavandino. Mi sono consolata col romanzo di Grasso. [Cristina del Grande Fratello] Mi ha fatto rizzare i capelli in testa. [Kojak] Un libro per cambiare l'Italia. [Silvio Berlusconi] Un libro per cambiare l'Italia. Perché noi non facciamo propaganda. [Francesco Rutelli] Se qualcuno si azzarda a criticare il romanzo di Grasso, mandatelo da me! [Mike Tyson] Un commento da me? Ma io non capisco nulla di fantascienza! [Giuseppe Lippi] 2038: La RivoltaNapoli, anno 2038. Un giustiziere senza volto dichiara una efferata
e sanguinaria guerra privata contro gli spacciatori di una misteriosa
droga chiamata exitrazina. Lara, giornalista de "Il Mattino",
decide di imbarcarsi in una personale "caccia al giustiziere",
seguendo le tracce (leggi cadaveri e distruzione) che il feroce nemico
degli spacciatori lascia nei rioni malfamati della metropoli partenopea. Da
"In cerca di Masaniello" Al museo nazionale di S. Martino c'è un ritratto. La targa non
riporta il nome dell'autore. Recita semplicemente "Tommaso Aniello,
agitatore politico napoletano, 1620-1647". |
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Il racconto e intervista a Federica Mazzeidi Massimo Mongai Per non aumentare più del dovuto le dimensioni della rivista il racconto La Camaleonta di Federica Mazzei viene inserito in una apposita pagina separata dal numero 8 de Il foglio di Fantafolio dentro il nostro archivio dei racconti. Abbiamo intervistato Federica Mazzeo, l'autrice del racconto. Le
chiediamo di presentarsi (chi sei, cosa fai, dove vivi, cosa vuoi fare,
ecc) Il tuo racconto è un racconto di letteratura non mimetica o transrealista. E'quasi perfettamente un racconto di FS. Ora le donne raramente leggono fantascienza e ancor più raramente ne scrivono. Come mai ti sei cimentata in questo "genere"? - L'idea è nata, devo ammetterlo!, da un desiderio vendicativo-liberatorio. Una volta, durante una conferenza, un mio amico mi disse che falliva con le donne perchè temeva le "vagine dentate". Allora mi venne da ridere. Poi ho capito che si trattava di un'immagine persecutoria piuttosto comune negli uomini. Inutile dire che, quando ho partorito l'idea del racconto, mi sentivo magicamente investita da questo fantasma. E così mi sono detta: rendiamolo reale, diamogli uno spessore, un colore, una luce riconoscibile. Credo, più astrattamente, che nessun racconto possa davvero prescindere da ciò che l'autore vive nel momento in cui decide di scrivere di qualche cosa in particolare. Si tratta poi di trasformare questa urgenza in qualcosa in cui altri si possano riconoscere, ed il racconto, quando è scritto, deve smettere il prima possibile di appartenere simbioticamente al suo autore. Resta vero che le donne non leggono FS. Secondo te perché? - Forse perchè da piccole hanno dovuto abdicare a padri e fratelli che, dovendo portarti un pomeriggio al cinema e scegliere tra Biancaneve e Guerre Stellari, non ci pensavano su un secondo! No, in realtà credo che le donne associno la FS a un giochetto mentale e perverso, e probabilmente si sentono disturbate dall'insidia concretistica della "scienza" nei confronti della fantasia, che per la donna è una dimensione rarefatta, volatile. C'è una donna divoratrice. Ricorda qualcosa...(madre castratrice, madre cattiva, le parche, lilith...) - Sì, è una madre, ma non esattamente una madre cattiva. Crudele come può essere la natura, vorace e totalizzante come lei. E' un grembo che partorisce e poi si riappropria della sua creatura, diventandone l'amante. E' una paura ed un desiderio primitivo, ed ha la forza e l'irrazionalità di quella radice primordiale. Hai scritto altre cose simili? Trame? - No, questo è l'unico esemplare! A parte il tuo lavoro attuale e futuro, hai intenzione di continuare a scrivere? Se sì, altre cose di FS? - Intenzione di scrivere senz'altro. In ogni caso, continuo a farlo: cerco di impormi un tempo da dedicare soltanto alla scrittura. Per quel che riguarda il genere, credo di essere più incline alla narrativa transrealista che alla fantascienza. Ma ho in mente un'altra trama con il "cannibalismo affettivo" come oggetto, e chissà, magari sarà fantascienza allo stato puro! |
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I Titoli dei romanzi "gialli, horror,noir" secondo la categoria Alice CD.1970-1999, Italiani ed esteri
Totali: Esteri 3.410 Italiani : 323
Questi sono i numeri relativi ai titoli venduti in Italia nel periodo
1970-1999 nella categoria usata da Alcie CD "gialli, horror, noir" Nel periodo preso in considerazione Totale FS/FY 2.365 Totale G/H/N 3.410 In altr parole un autore su dieci di gialli, horror e noir è
italiano, mentre solo 3 mezzo su cento nel gruppo fantascienza-fantasy. |
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Presentazione del corso presso la Scuola Omero"Come si scrive un romanzo di Letteratura Non-Mimetica:: Fantasy, Fantascienza, Horror" a cura di Massimo Mongai
Massimo Mongai è nato a Roma il 3/11/50, Laureato in Giurisprudenza, Ex bibliotecario presso l'Università di Roma(1976-1981), Ex copywriter per diverse agenzie (1981-1995) Autore di: |
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"Memorie di un cuoco d'Astronave" di Massimo Mongai premiato al Salon du Livre Gourmand, Perigueux, Francia.La "International Cook Book Review" è una rivista internazionale
che si occupa specificamente di libri di cucina. Organizza ogni due
anni un Salone del Libro di Cucina. Che quest'anno si è tenuto
in Francia a Perigueux, in Dordogna. |
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X-MEN di Bryan SingerA cura di Francesca Romana Fuxa Sadurny Da poco uscito nelle sale cinematografiche italiane, X-MEN è un film di fantascienza convincente e ben realizzato, tratto dall'omonimo fumetto. Il film ruota intorno alle figure di quattro personaggi, tra questi spiccano Patrick Stewart e Ian McKellen. L'uno amato dal pubblico più giovane per il suo ruolo di Capitano Picard nelle ultime serie cinematografiche di Star Trek, l'altro famosissimo per i suoi ruoli ambigui e coinvolgenti in film come Riccardo III e Demoni e Dei. Patrick Stewart interpreta la figura del professor Xavier, dotato di poteri telepatici, e Ian McKellen interpreta il ruolo del temibile Magneto, capace di plasmare il metallo a suo piacimento: entrambi appartengono alla razza dei mutanti, appunto X-Men. Come nei più avvincenti film di fantascienza l'eterna contrapposizione fra il bene e il male viene qui rappresentata dalle figure di questi due attori: Xavier, pronto a svolgere un'opera di pacifica sensibilizzazione dell'opinione pubblica mondiale sull'esistenza dei mutanti, Magneto, incapace di dimenticare la follia omicida e l'intolleranza che si annida fra gli uomini, deciso ad imporre la propria razza a costo di trasformare gli avversari in mutanti. Questa sua ostinata sfiducia nel mondo degli umani non mutanti trova origine nel lontano passato nazista in cui Magneto visse come deportato. Il film, infatti, inizia con una scena molto toccante di violenta separazione di una famiglia (che, poi, si scopre essere quella di Magneto) in un campo di concentramento tedesco. La vicenda che si sviluppa sembra ambientarsi in un futuro dei nostri giorni composto da mutanti e da essere umani. I primi impauriti dei loro poteri, nascosti nei ghetti e umiliati dai "normali", i secondi forti della loro condizione di "normali" e incapaci di accettare profondamente il "diverso" che è negli X-Men. In questo scenario si inseriscono le figure di Wolverine, di Rogue e di un importante uomo politico americano. Wolverine non sa dei suoi poteri ma li sfrutta per vivere, Rogue è spaventata dal suo e decide di recarsi in una speciale scuola dove potrà imparare a gestirlo, mentre l'uomo politico è deciso a tutti i costi ad eliminare socialmente e politicamente i mutanti. Si avvicendano, così, le storie di uomini e mutanti, si costruiscono amicizie e si rompono legami affettivi: tutto ruota intorno a Rogue e a Magneto. La particolarità di questo film di fantascienza non è tanto rappresentata dall'idea dell'esistenza di mutanti né dei poteri che questi soggetti riescono a sviluppare, anzi gli X-Men ricordano, per certi versi, personaggi famosi di libri di fantascienza come "I mendicanti di Spagna" o i "telepati", l'aspetto più interessante del film è, invece, la figura controversa di Magneto e la perfetta trasposizione in termini fantascientifici di un problema grave e avvertito da tutta lopinione pubblica mondiale: l'accettazione della diversità. Quello che il film trasmette fra le righe è proprio il senso di disagio che si prova ad essere diverso tra uguali, è l'intolleranza verso ciò che non consociamo e che temiamo, è la atavica sfiducia nelle istituzioni pubbliche. Magneto incarna il deportato che non riesce a dimenticare o, forse, non vuole ma gli si può dare torto? Spesso auspichiamo ad una pacificazione mondiale, chiediamo a chi è più coinvolto di noi di mettere da parte l'astio e di combattere per la pace, ma ci siamo mai chiesti cosa sente un uomo che ha vissuto e visto le peggiori atrocità? Possiamo serenamente immaginare un futuro senza prevaricazioni sociali e senza violenza? Su questi punti si incontrano e si scontrano i due grandi P. Stewart e I. McKellen, fino all'ultimo fiato. Ben realizzati gli effetti speciali, bravissimi Stewart e McKellen, bravo anche l'attore che impersona Wolverine. Divertente anche il finale in parte inaspettato: la prigione in cui Magneto viene chiuso, dati i suoi poteri di deformazine del metallo è tutta di plastica! |
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X-MEN: Il cinema a fumetti o il fumetto al cinema?di Francesco Romeo Sono andato a vedere X-MEN dopo che me ne avevano parlato due miei colleghi, non appassionati di fumetti e nemmeno di fantascienza. Entrambi non erano stati particolarmente impressionati dalla trama, ma entrambi mi avevano detto "vallo a vedere!" Ai titoli di testa un breve fremito nel vedere fra i produttori il nome di Stan Lee, proprio come succedeva nella copertina dei fumetti Marvel. Devo premettere che non sono mai stato un accanito lettore di X-MEN, i miei gusti sono sempre stati decisamente onnivori e ho sempre letto un pochino di tutto, non ricordavo quindi molto dei personaggi e delle storie, ma fin dall'inizio mi sono ritrovato immerso in un'esperienza visiva molto simile a quella che provavo leggendo i fumetti Marvel. Nessun preliminare, ingresso immediato nel ritmo della storia, spiegazioni solo inframezzate qua e la, più che altro per rendere il tutto comprensibile agli spettatori non "fumettari". Onestamente il plot ha uno spessore minimo, la parte preponderante la fanno gli effetti speciali, e secondo me proprio qui è il bello, che si passano due ore attaccati alla sedia a vedere un fumetto "nella realtà", con il cattivo che più cattivo non si può, e i buoni che salvano il mondo a costo della propria vita. Proprio come nei fumetti Marvel dei vecchi bei tempi... |