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Numero 11 Roma, 3 settembre 2001


Sommario

  1. Editoriale
  2. Le trasmissioni di Massimo Mongai su Radio Rai 2 sulla letteratura fantastica: testi e audio di Massimo Mongai
  3. Un'anteprima: la riduzione radiofonica di "Memorie di un Cuoco d'Astronave" su Radio Rai 2 da fine settembre a tutto ottobre, di Daniela Berni
  4. Intervista a Douglas Adams di Leo Sorge
  5. Il Premio Solaria ed intervista alla vincitrice Laura Iuorio (Fanucci Edizioni)
  6. Effettoni e rumoroni: Effetti Speciali e Final fantasy di Goffredo Sarsina
  7. Futuristico: autori di Fantascienza, interviste in TV a Novembre di Leo Sorge
  8. Registrazione delle testate di Leo Sorge
  9. E' Morto Fred Hoyle di Massimo Mongai
  10. Cos'è FS secondo Ray Bradbury, una intervista di E.Assante a Ray Bradbury su Republica
  11. E' uscito Fantasy-Urania
  12. Miliardi di tappeti di capelli di Andrea Eschbach a cura di Francesca Romana Fuxa Sadurny
  13. Astroporto 69 una immagine di Marco Melillo

Editoriale

Il numero è qui, l'indice è qui, buona lettura. Abbiamo saltato un po' di numeri e di mesi ma che ci volete fare, siamo indisciplinati e creativi e un po' (un bel po') pigri e lazzaroni. Ma cercheremo di recuperare. In compenso il numero è bello nutrito

Questa volta l'editoriale verte soprattutto su una questione non strettamente Fantascientifica. Se non avete notato il banner nella homepage notatelo ora. E' un banner contro la censura sulla rete, collegato all'approvazione di una norma che equipara le "riviste" sulla rete a quelle su carta, richiedendone una registrazione. Qualche mese fa a noi e ad altri amici è capitato di ricevere una richiesta di adesione alla protesta. Francesco Romeo ha aderito ed ha messo il banner, io non sono d'accordo e scrivo questo editoriale.
Sia chiaro: sono d'accordissimo con Francesco sul suo diritto di dire la sua (banner compreso) e sono d'accordissimo sul fatto che non solo sulla rete ma ovunque la censura non deve esistere. Ma ci sono molti ma...
Primo: nessuno in Italia né il alcun altro paese democratico può "pubblicare" un giornale, una rivista, qualunque cosa senza esserne responsabile. Scrivi, pubblichi, ok, ma devi essere responsabile di quello che dici. Scrivendo si possono commettere reati, si può fare del male, si può inficiare la verità e la democrazia, tanto per dire due cosine da poco.
Secondo: per questo esiste una serie di regole, in Italia ed in qualunque paese dmeocratico. Queste regole prevedono ad esempio la registrazione delle testate e l'iscrizione ad un registro speciale dei direttori delle testate stesse. Non è un "dovere" è un "diritto".
Terzo: chiunque può iscriversi a detto registro speciale dei giornalisti, deve essere solo maggiorenne, cittadino italiano o legalmente residente, incensurato e con un diploma di scuola media superiore. Mi dicono che se non hai il diploma devi solo fare una prova di cultura generale.
Quarto: a queste regole sono sottoposti Scalfari, Berlusconi, Santoro, Gad Lerner eccetera eccetera. Cioè tutti.
Quinto: ormai le e-zine stanno sostituendo le fanzine, anzi le hanno sostituite da un pezzo ormai. E le fanzine con un minimo di serietà spesso per non dire sempre avevano un direttore responsabile
Sesto: l'iscrizione dei siti web sembra sarà prevista solo per coloro che chiederanno fianziamenti pubblici.
Settimo: ciò è male. Secondo me dovrebbe essere facilitata ma estesa comunque a tutti coloro che fanno un sito con una certa regolarita. In realtà secondo me dovrebbe essere estesa ai contenuti. Lo vogliamo fare ancora una volta il discorso sui siti pedofili? Pensate: a me stanno emeritamente sui santissimi i nazi-fascisti di tutti i colori e parrocchie, eppure non ho dubbio che abbiano il diritto di scrivere quello che gli pare, sula rete o sulla carta. Certo oggi come oggi sulla carta sono responsabili, sulla rete no.
Ottavo: non confondiamo censura con regole, libertà con arbitrio, e soprattutto non facciamoci tante seghe mentali sulla libertà della rete tanto ve li siete mai andati a leggere i contratti dei server che danno tanto spazio? C'è sempre da qualche parte una clausola per cui, se vogliono, loro ci staccano la spina quando e come cappio gli pare.
O vi illudevate di essere veramente liberi solo perché nei siti ci scrivete quello che vi pare? Lo fate finché pare a loro. La legge se non ora poi, può introdurre dei limiti al "loro" potere.
O no?
In questo numero c'è anche un articolo di Leo Sorge che fa il punto sulla questione, dategli un'occhiata.

Massimo Mongai

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