Editoriale
Il numero è qui, l'indice è qui, buona lettura. Abbiamo
saltato un po' di numeri e di mesi ma che ci volete fare, siamo indisciplinati
e creativi e un po' (un bel po') pigri e lazzaroni. Ma cercheremo di
recuperare. In compenso il numero è bello nutrito
Questa volta l'editoriale verte soprattutto su una questione non strettamente
Fantascientifica. Se non avete notato il banner nella homepage notatelo
ora. E' un banner contro la censura sulla rete, collegato all'approvazione
di una norma che equipara le "riviste" sulla rete a quelle su carta,
richiedendone una registrazione. Qualche mese fa a noi e ad altri amici
è capitato di ricevere una richiesta di adesione alla protesta.
Francesco Romeo ha aderito ed ha messo il banner, io non sono d'accordo
e scrivo questo editoriale.
Sia chiaro: sono d'accordissimo con Francesco sul suo diritto di dire
la sua (banner compreso) e sono d'accordissimo sul fatto che non solo
sulla rete ma ovunque la censura non deve esistere. Ma ci sono molti
ma...
Primo: nessuno in Italia né il alcun altro paese democratico
può "pubblicare" un giornale, una rivista, qualunque cosa senza
esserne responsabile. Scrivi, pubblichi, ok, ma devi essere responsabile
di quello che dici. Scrivendo si possono commettere reati, si può
fare del male, si può inficiare la verità e la democrazia,
tanto per dire due cosine da poco.
Secondo: per questo esiste una serie di regole, in Italia ed
in qualunque paese dmeocratico. Queste regole prevedono ad esempio la
registrazione delle testate e l'iscrizione ad un registro speciale dei
direttori delle testate stesse. Non è un "dovere" è un
"diritto".
Terzo: chiunque può iscriversi a detto registro speciale
dei giornalisti, deve essere solo maggiorenne, cittadino italiano o
legalmente residente, incensurato e con un diploma di scuola media superiore.
Mi dicono che se non hai il diploma devi solo fare una prova di cultura
generale.
Quarto: a queste regole sono sottoposti Scalfari, Berlusconi,
Santoro, Gad Lerner eccetera eccetera. Cioè tutti.
Quinto: ormai le e-zine stanno sostituendo le fanzine, anzi le
hanno sostituite da un pezzo ormai. E le fanzine con un minimo di serietà
spesso per non dire sempre avevano un direttore responsabile
Sesto: l'iscrizione dei siti web sembra sarà prevista
solo per coloro che chiederanno fianziamenti pubblici.
Settimo: ciò è male. Secondo me dovrebbe essere
facilitata ma estesa comunque a tutti coloro che fanno un sito con una
certa regolarita. In realtà secondo me dovrebbe essere estesa
ai contenuti. Lo vogliamo fare ancora una volta il discorso sui siti
pedofili? Pensate: a me stanno emeritamente sui santissimi i nazi-fascisti
di tutti i colori e parrocchie, eppure non ho dubbio che abbiano il
diritto di scrivere quello che gli pare, sula rete o sulla carta. Certo
oggi come oggi sulla carta sono responsabili, sulla rete no.
Ottavo: non confondiamo censura con regole, libertà con
arbitrio, e soprattutto non facciamoci tante seghe mentali sulla libertà
della rete tanto ve li siete mai andati a leggere i contratti dei server
che danno tanto spazio? C'è sempre da qualche parte una clausola
per cui, se vogliono, loro ci staccano la spina quando e come cappio
gli pare.
O vi illudevate di essere veramente liberi solo perché nei siti
ci scrivete quello che vi pare? Lo fate finché pare a loro. La
legge se non ora poi, può introdurre dei limiti al "loro" potere.
O no?
In questo numero c'è anche un articolo di Leo Sorge che fa il
punto sulla questione, dategli un'occhiata.
Massimo Mongai
torna al sommario
|