Future Film Festival 2001
di Leo Sorge
E' arrivata e se ne è andata la terza edizione di una tra le
pochissime manifestazioni italiane che coniugano gli impieghi del digitale
al pubblico giovane. (http://www.futurefilmfestival.com).
E' giunta al suo terzo appuntamento il Future Film Festival, in breve
FFF, l'unico evento italiano dedicato alle produzioni d'immagini realizzate
con le nuove tecnologie informatiche. La rassegna felsinea, che ha aperto
i battenti da venerdì 19 a martedì 23 gennaio, è
stata ospitata nel cinema Multisala Nosadella. L'organizzazione è
di Giulietta Fara e Andrea Romeo.
La manifestazione,
che propone le nuove tecnologie del cinema d'animazione, ha l'intento
di individuare i percorsi e le sperimentazioni più interessanti
all'interno della produzione d'immagini digitali. Punti di forza del
Festival sono state le proiezioni d'anteprime e retrospettive accompagnate
da incontri con gli autori, analizzando la linea di confine che accomuna
il digitale con l'animazione tout court, e dando visibilità a
nuove tecnologie oltre che a nuovi linguaggi. L'edizione 2001 deve mostrarsi
all'altezza di quella dell'anno scorso, nella quale fu presentato nientemeno
che Toy Story 2, il primo film d'animazione a vincere dei premi nella
categoria 'commedia', come i film veri, e a partecipare all'Oscar ancora
in questa categoria.
Bozzetto e Cavandoli
Il FFF si è aperto quest'anno con il Future Film Short, sezione
non competitiva dedicata ai cortometraggi d'animazione digitale o che
contengono effetti digitali, con una selezione di prodotti provenienti
da tutto il mondo. All'interno della sezione una novità eccezionale:
la presentazione in anteprima mondiale della prima puntata della serie
Tony e Maria, realizzata in flash dal grande autore italiano Bruno Bozzetto
e interamente prodotta dal Future Film Festival per Internet. Si tratta
di una serie in dodici episodi di tre minuti ciascuno che, con il tratto
ironico di Bozzetto, attraversa i diversi generi cinematografici, dal
western al giallo.
Altro importante omaggio è stato quello che il FFF fa al grande
disegnatore Osvaldo Cavandoli, ospite della manifestazione insieme alla
sua terribile, litigiosa e indimenticata Linea. La sezione a lui dedicata
comprendeva una produzione semisconosciuta dei primi lavori, realizzati
per spot pubblicitari prodotti dall'artista con la tecnica del passo
uno.
Gli Yamadas
La Retrospettiva
di quest'anno è stata dedicata alla fantascienza con la sezione
Space Anime 2001 dedicata a episodi e film d'animazione giapponesi.
Le proposte di quest'anno spaziavano da Capitan Futuro a Cowboy Bebop,
fino agli ultimi prodotti con effetti digitali. Se lo scorso anno il
Festival aveva proposto un approfondimento sulla figura del robot, quest'anno
il FFF ha compiuto una vera e propria odissea alla scoperta di nuovi
territori inventati dalla fantascienza spaziale giapponese, che tanto
ha influenzato l'immaginario occidentale. In Space Anime 2001 è
dedicato un omaggio al mangaka Reiji Matsumoto, autore tra gli altri
dell'intramontabile Capitan Harlock.
Il Giappone è stato ancora protagonista con due novità
straordinarie: My Neighbors the Yamadas, l'ultimo lavoro di Isao Takahata
dello studio Ghibli, prestigiosa società giapponese che produce
animazione d'autore. My Neighbors the Yamadas è una critica al
modello di vita occidentale e rivaluta le tradizioni e il concetto di
famiglia nella cultura giapponese. Accanto a questo arriva in anteprima
nazionale Jin Roh, film d'animazione prodotto da Mamoru Oshii (autore
del famoso Ghost in the Shell). Jin Roh ha come sfondo le cupe atmosfere
delle fogne metropolitane.
Protagonisti del digitale
Grande interesse anche per la consueta galleria di personaggi che hanno
fatto il digitale. Si parte da James Ford Murphy, supervising animator
della casa di produzione americana Pixar Animation Studios (che ha realizzato
tra gli altri Toy Story 1 e 2), che presenta il nuovo cortometraggio
For the Birds e il making dello stesso. La casa di produzione Industrial
Light and Magic di George Lucas presenta in anteprima italiana i making
dei film Perfect Storm e Galaxy Quest e delle pubblicità realizzate
negli ultimi anni, insieme a questi è presentato anche il cortometraggio
sperimentale Synchronicity, sempre in anteprima italiana, dallo stesso
regista Hans Uligh.
È presente inoltre la statunitense Pacific Data Images (Il Principe
d'Egitto e La Strada per Eldorado), rappresentata da Jane Hartwell,
direttrice della produzione di Shrek, attualmente in produzione. Infine
la francese Buf, che sviluppa la lavorazione di effetti in 3D per il
cinema e la pubblicità, mostra i suoi ultimi prodotti, tra cui
le pubblicità per Nike, Kenzo, e per i film Fight Club e La Cellula.
C'è stato anche lo statunitense John Coven, stimato story board
artist che collabora con Bryan Singer fin dai tempi de I soliti sospetti
e ha realizzato gli story board dell'X-Men con Patrick Steward, le cui
tavole originali erano in mostra.
II sito del Festival sta diventando ormai un vero e proprio punto di
riferimento per tutti gli appassionati di animazione e digitale, tanto
che attorno al Festival si sta formando una sorta di FFF Digital Community.
Il Future Web Festival offre, inoltre, largo spazio ai Festival che
si svolgono su Internet, e che hanno al loro interno una competizione
di cortometraggi realizzati in digitale, con effetti speciali, in flash.
Tanti i Festival che ospitano e premiano produzioni per il web, ed il
FFF ha scelto di diventare la sede "fisica" in Italia di queste prestigiose
realtà della rete. D.Film, Fifi, Flash Film Festival, the Webby
Awards, Pirelli Internetional Award sono stati, infatti, a Bologna per
presentare le novità nel campo della rete e dei più innovativi
prodotti per l'animazione sul web.
Inoltre collegandosi a http://www.futurefilmfestival.com,
sito ufficiale del Future Film Festival, è possibile avere tutte
le informazioni sul Festival, le news e i trailer più aggiornati
nell'ambito del cinema d'animazione e delle tecnologie digitali.
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Gli anni sono arrivati tutti ...
di Sergio Valzania
Gli anni sono arrivati tutti, dal 1984 di Orwell al 1999 di fuga da
New York, e finalmente siamo nel 2001, l'anno della fantascienza per
definizione, quello di Odissea nello Spazio, del decisivo incontro dell'uomo
con l'alieno. Che non è avvenuto. Molte altre cose non sono avvenute,
ma non è questo a preoccupare, per arrivare sui satelliti dei
pianeti maggiori c'è sempre tempo. Piuttosto la fantascienza
è stata ridotta a genere antiquario da tutto quello che è
successo a sua insaputa.
Verne ci aveva azzeccato con sommergibili e bombardieri, coll'uomo sulla
luna, invece computer, digitalizzazione, carte di credito, internet
e telefonini sono arrivati imprevisti, creazione della fantasia degli
ingegneri prima che degli autori di romanzi. Il futuro allucinato previsto
da Heinlein, Dick e Asimov è pieno di affannose ricerche di cabine
telefoniche, di messaggi difficili da inviare, di ingombranti contanti,
di nastri che girano su mastodontiche bobine.
Certo, qualche colpo va ancora a segno, ma poche cose.E' di questi giorni
la notizia che il Corpo dei Marines degli Stati uniti sta mettendo a
punto un esoscheletro da combattimento che ricorda da vicino l'equipaggiamento
di Fanteria dello Spazio, ma la parte migliore del romanzo di Heinlein
rimane la descrizione preveggente e stravolta dei combattimenti che
si annunciavano in Viet-Nam, con i soldati che lanciano proiettili di
tutti i tipi contro ogni oggetto in movimento, circondati da una realtà
completamente aliena.
In letteratura
la fantascienza a cominciato a nascondersi, per sopravvivere. I maggiori
successi recenti sono stati quelli di Cricton, in particolare Jurassik
Park e Congo, ma entrambe le opere sono state proposte al pubblico nella
formula del best seller, guardandosi bene dall'annunciarli come i nuovi
confini di una fantascienza che ha ritrovato un rapporto vitale con
la ricerca. Si trattava di storie ricche di informazioni tecnologiche
proiettate in un futuro prossimo e possibile, ma si preferiva immaginarle
in un presente ignoto che in un domani che si appresta.
Da sottolineare anche la contiguità di Cricton con il campo espressivo
nel quale la fantascienza conserva invece una inattesa vitalità,
il cinema. Fin dalla nascita la pellicola aveva tentato la via del fantastico,
fra i pezzi di Mèliès c'è una riduzione di Dalla
Terra alla Luna, solo per fare un esempio, ma è proprio negli
ultimi anni, forte degli effetti speciali che il computer fornisce,
che il cinema fantascientifico ha conosciuto i maggiori successi, rispetto
ai quali 2001 era solo un'anticipazione. Spielberg ci ha dato Contatti
Ravvicinati, ET, Jurassik Park, Scott Blad Runner e Alien, Lucas la
saga di Guerre Stellari, ma i titoli da ricordare sarebbero moltissimi,
da Matrix a Truman Show, dall'italiano Nirvana al francese Quinto Elemento.
A fronte di questo vanno registrati in Italia due fenomeni, per adesso
appena accennati e striscianti, ma forse destinati ad un qualche esito.
Del resto siamo in un paese nel quale ormai quasi cent'anni fa nasceva
il futurismo, che della società delle macchine era innamorato
e si sforzava di raccontare un mondo diverso da quello nel quale si
trovava a vivere e che giudicava insopportabile. Al suo confronto sosteneva
che ogni futuro non poteva che essere migliore, persino quello spaventoso
delle trincee della prima guerra mondiale. I futuristi si batterono
per l'intervento e molti di loro si presentarono, con una coerenza un
po' all'antica, come volontari per il fronte non appena la guerra fu
dichiarata.
Oggi assistiamo in Italia ad una riscoperta letteraria della fantascienza,
coerente con la sua perdita di energia come genere a sé stante.
La figura dominante di questa operazione è Philip Dick. Qualche
anno fa non andava neppure nelle collane di genere, adesso i suoi titoli
tirano nuove iniziative editoriali, come quelle di Fanucci, o entrano
a buon diritto nelle collane maggiori dei grandi editori. Significativo
l'esempio di Sellerio, che dopo aver proposto in una collana specializzata
Tempo fuori Luogo e Le tre Stigmate di Palmer Eldricht, forse i migliori
romanzi di Dick in assoluto, li ha ristampati, con successo molto maggiore,
nella tradizionale Memoria. Ma anche il più esplicito Asimov
frequenta gli Oscar Mondatori come un qualsiasi altro long seller, insieme
a parecchi di quelli che furono suoi colleghi nella sezione americana
dell'Associazione Autori di Fantascienza. Feltrinelli ha pubblicato
nei Canguri L'Investigatore olistico Dirk Gently, opera meno nota di
Duglas Adams, la cui pentalogia della Guida Galattica per Autostoppisti
è uno dei capolavori riconosciuti del genere, costantemente ripubblicato
in collane sempre più serie, anche se di recente tornato alla
tradizione ne I Massimi della Fantascienza, dove è stato riproposto
da Mondatori raccolto in un tomo unico.
L'altra novità nostrana consiste nella nascita, tardiva, di autori
di fantascienza italiani, o per lo meno della loro comune pubblicazione.
Questo dipende strutturalmente dalla crisi del genere nella sua area
linguistica natale, quella anglosassone, che ha costretto i curatori
di Urania a ipotizzare un ricorso alla manodopera locale per alimentare
una pubblicazione dalle uscite serrate che si andava arricchendo fuori
misura di ristampe. Non si può negare però anche una certa
attenzione di ricerca genuina e disinteressata per quanto lo possa essere
quella di un editore. La nascita del Premio Urania, che garantiva la
pubblicazione al vincitore di un concorso nazionale è stato il
punto d'incontro naturale delle due tendenze.
Da questo processo sono nati testi piuttosto innovativi rispetto al
genere, a riprova di una necessità di rinnovamento universalmente
percepita.L'unico autore professionalmente affermato di questo allevamento
è ad oggi Valerio Evangelisti che ha saputo creare Eymerich l'inquisitore,
divenuto protagonista di una saga ai confini fra l'horror, il mistery
e la fantasy. Tradotto in mezza Europa, premiato in Francia ed approdato
alla riduzione radiofonica di due sue storie, una delle quali vincitrice
quest'anno del Premio Italia, Evangelisti si confronta con l'altro consolidato
filone italiano, di Luca Masali e Franco Ricciarello, interessati piuttosto
all'ucronia, ossia a quel ramo della fantascienza che si sforza di immaginare
che cosa che sarebbe successo se. L'attività che la tradizione
vuole preclusa agli storici.
Fra i nuovi autori italiani esistono anche dei divergenti che lavorano
quasi tutti a Roma: Massimo Mongai, che ha affrontato, con risultati
alterni, filoni più tradizionali, come la space opera, Roberto
Genovesi, il cui recente Inferi on Net tratta il mondo dei computer
in maniera diversa dal cyberpunk anglosassone e Francesco Grasso, due
volte vincitore del premio Urania del quale è uscito da poco
in edicola la seconda opera 2038:la rivolta, complesso racconto che
parte da Napoli per proiettarsi nella galassia.
Resta curioso il fatto che mentre gli autori professionisti del genere,
praticamente tutti anglosassoni, si impegnino nell'uscire da una formula
della quale si sentono prigionieri, in Italia esista una generazione
di scrittori che lavorano alla rivitalizzazione del formato classico,
apparentemente, o momentaneamente, appagati dall'uscita in edicola e
attenti soprattutto al pubblico tradizionale del genere. Del resto siamo
il paese dello spettacolo antiquario per eccellenza, l'opera lirica.
Ringrazio personalmente Sergio per averci passato questo articolo,
già uscito su "Il Gioranle".Come commento finale voglio solo
afggiungere due considerazioni su due concetti di questo testo che trovo
estremamente saignificativi.Il prio è che la nostra vita è
cambiata per invenzioni "fantascientifiche" non previste dalla FS ma
dovute alla "fantasia degli ingegneri" come l'ha chiamata Sergio.E'
proprio così: computer, internet telefonini, ma anche i post-it,
i video registratori, i CD, i video CD, la microelettronica e molto
altro sono il frutto di quella fantasia che molti non avrebbero pensatopossibile.Notoriamente
gli "ingegneri" sono persone con le scarpe grosse, piantate a terra
e dotati nell'immaginario comune di poca fantasia.Beh, evidentemente
non è vero.
La seconda: la FS di Cricton.E' vero, è venduta alla grande al
di fuori delle collane e riviste di genere, in america come in Italia.Sul
fatto che Jurassic Park sia una storia di FS non ci piove, ma al tempo
stesso la gente l'ha consumata come letteratura e cinema di massa e
basta, fuori genere.E' na strada da percorrere, anche se occorrerà
prima di tutto chiedersi "perchè" la FS non piace.Ci stiamolavorando
e c torneremosopra...
Massimo Mongai
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Il racconto del mese
Il racconto di Sabrina che accludiamo è un interessante
racconto già finito finalista al Premio Courmayeur.Entra a pieno
diritto a far parte di quella che speriamo finisca con il diventare
la prima raccolta italiana di FS scritta da donne. Scherzando e ridendo
questo è il quinto racconto con queste caratteristiche che pubblichiamo.
Non era intenzionale (non siamo sessisiti...) ma di fatto sta succedendo.
Quindi, care lettrici di NL, se avete un racconto di FS o FY o anche
solo di letteratura fantastica tout-court speditecelo e se ne parlerà.
La parola a Sabrina
intervista di Massimo Mongai
Cominciamo con qualche dato di riferimento, una minibiografia. Chi
sei, cosa fai eccetera...
sono nata 42 anni fa a Civitavecchia, ho fatto il liceo classico
e poi economia e commercio a Roma, faccio l'analista di sistema per
un'azienda d'informatica, e vivo in campagna con un marito, un figlio,
due cani e gatti in numero variabile.
Questo racconto, come nasce, che storia ha avuto?
Nasce quasi per caso, una sera a cena: vino, chiacchiere, ricordi
di viaggio in Irlanda. Si parlava dei miti paleocristiani e delle cattedrali
romaniche. Ricordo che abbiamo fatto un giro su internet per cercare
le immagini dei capitelli della cattedrale di Chartres, e da qualche
parte è sbucato anche il bando del "Premio Courmayeurs".
Quando finalmente tutti sono andati a dormire è nata Miryam,
la goldite, e il suo gatto. Avevo solo sette notti, prima della scadenza
del premio, e vi assicuro che ho dormito molto poco!
Miryam è il nome della protagonista. Una rossa, giovane,
bella, sexy e supercombattente. E' una vera e propria "bad girl"?
Una guerriera, una proposta di un ideale femminile?
Myriam esalta quello che molti di noi fanno quotidianamente: ufficio,
casa, palestra, bambini, traffico! Beata lei che è addestrata
alla concentrazione mantrica! Mi piacerebbe assomigliarle di più,
in fondo Miryam ha i miei stessi capelli ricci e rossi.
La "goldite". E' ispirata alla "spezia" di Dune?
In parte credo di si. Ma il tutto è stato anche influenzato
dal vertiginoso aumento del prezzo del petrolio di quel periodo, e dal
fatto che eravamo stati in Irlanda ospiti di un geologo che effettuava
prospezioni petrolifere. Era una buona ipotesi economica di partenza.
San Michele.Tutti i luoghi in cui si trova la goldite sulla terra
sono luoghi su cui sorgono luoghi di culto dedicati perfino nel nome
della località a San Michele.Perché questo arcangelo e
non un altro?
E' lui che ha scelto me e non io lui! Ci sono molte leggende e
tradizioni popolari basate sulle apparizioni dell'arcangelo nei luoghi
citati nel racconto, e le ipotesi di connessione tra di essi sono vecchie
di secoli.
Molti dicono che i luoghi dove sorgono antichi luoghi di culto cristiani,
a volte molto più antichi del cristianesimo stesso, siano luoghi
di localizzazione di energie spirituali o anche puramente fisiche; ad
esempio sotto molte basiliche cristiane sorgono cappelle dedicate a
Mytra o addirittura a dei più antichi. Secondo te ,c'è
qualcosa di vero?
'niente si crea e nulla si distrugge'. Anche gli antichi romani
costruivano templi in luoghi considerati sacri da tradizioni precedenti.
E' difficile stabilire se sia nato prima l'uovo o la gallina.
Ami i gatti , mi sembra di capire...
Si! Sono esseri indipendenti, ma capaci di una dedizione e di un'amicizia
davvero speciale. E' un rapporto alla pari, fatto di coccole e di rispetto
e di
battaglie! Non è facile imporre regole ad un gatto,
spesso sono invece loro ad imporle a noi.
Nel racconto c'è una nuova elaborazione del concetto dei
video porno! Molto divertente! Come dovrebbe funzionare?
E' un gioco a punti, ma passando di livello - spiaccicando mostri
viscidi, o superando trappole mortali - si attivano degli speciali stimolatori
che, virtualmente , provocano nel giocatore gli effetti descritti. Può
essere pericoloso giocare troppo!
Progetti?
Non ho ancora deciso cosa farò da grande! Ma sicuramente
continuerò a leggere e scrivere fantascienza.
Il racconto
3° class. Premio Internazionale di Letteratura del Fantastico "Comune
di Courmayeur" sezione Fiction - edizione 2000
Su gentile concessione della Keltia Editrice.
Leggilo On-line oppure
scaricalo in RTF
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Salta il Courmayeur 2001 !!!
di Carlo Benedetti
Andando a visitare il sito della Keltia editrice nella sezione
del Premio Courmayeur trovo la seguente articolo:
Il Siamo spiacenti di comunicare che il Premio Internazionale di
Letteratura del Fantastico creato e organizzato dallo Space O Club di
Aosta nel 1987 e da allora realizzato con la sponsorizzazione del Comune
di Courmayeur, quest'anno non avrà luogo.
Dopo 12 edizioni, 1947 racconti pervenuti, 808 Autori partecipanti
e 111 racconti fatti pubblicare, abbiamo purtroppo ricevuto la definitiva
dichiarazione della Amministrazione Pubblica del Comune di Courmayeur
attestante la loro intenzione di non proseguire oltre l'esperienza del
Premio Letterario che tanto lustro aveva dato alla citta in questi tredici
anni.
A noi dello Space O Club non resta che prenderne atto.
Purtroppo il ritardo con cui è giunta la decisione, non ci permette
di trovare in tempi utili soluzioni alternative per il finanziamento
del premio stesso che per quest'anno verrà dunque soppresso. Nel caso
si riesca a trovare un altro sponsor che renda possibile per il prossimo
anno la disponibilità dei premi, delle targhe e la stampa dei racconti
finalisti, provvederemo senz'altro ad informarvi tutti per tempo.
Cordiali Saluti Space O Club Segreteria
Sono molto spiacente di sentire ciò, e questa è la dimostrazione
di quanto disinteresse ci sia da parte delle amministrazioni nei confronti
di tutto quello che ,è non solo Fantascienza, ma cultura in generale.
Pensate solo le enormi difficoltà che ognuno di noi ha dovuto
affrontare per trovare lo spazio occorrente ad organizzare un qualsiasi
evento (presentazione di libri, iniziative, etc.), senza poi parlare
delle difficoltà di trovare dei finanziamenti ..
Il tutto spesso, viene fatto con la buona volontà e con le spese
sostenute in prima persona dagli appassionati.
Auguriamo ai cari amici dello Space O Club di riuscire a rimettere
in piedi la loro bellissima manifestazione che tanto lustro ha dato
non solo alla città di Courmayeur ma anche alla FS e la FY made
in Italy
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Concorso Future Shock
Riceviamo dai buoni amici di Future Shock e pubblichiamo
E' andato on
line il racconto di Piero Gai "Ultimo down", vincitore
del 1° premio del Concorso 'Future Shock' (IV Edizione), riservato
ad opere esclusivamente di fantascienza.
In particolare, mi sembra degna di nota la confessione autobiografica
posta al termine del racconto, in cui l'Autore, tra l'altro, sottolinea:
"Sono nato il 27 maggio 1966 a Feltre, provincia di Belluno, dove
chi s'interessa di fantascienza & affini viene etichettato come
'...uno che ha tempo da perdere'. Per un colpo di fortuna, mio padre,
piemontese doc (è nato ad Asti), grande appassionato del settore e di
lettura 'tout court', mi ha lasciato saccheggiare a piene mani la propria
collezione di 'Urania'. Dapprima, timorosamente attratto dalle copertine
così inconsuete ed inquietanti. Poi, finalmente, per dedicarmi a quelle
pagine. Murray Leinster ed H. Beam Piper sono tra i primissimi autori
(con l'onnipresente Asimov) nei miei ricordi di bambino, in grado di
lasciare una traccia indelebile. Da adolescente, ho poi continuato a
'divorare' letteralmente tutti i classici, iniziando ad operare le prime
scelte in base alle affinità con i vari autori (più Heinlein che Van
Vogt, tanto per fare un esempio). Non ho mai più abbandonato o rallentato
il ritmo di lettura.[. . .] L'onore accordatomi (con la vincita del
premio, ndr) viene a colmare una lacuna avvertita pesantemente: non
essere mai riuscito a raccogliere granché di positivo in quello che
considero il mio reale campo d'appartenenza.Speranze per il futuro?
Una, forse irrealizzabile. Che la fantascienza italiana cessi di comportarsi
come i famosi 'polli di Renzo' di manzoniana memoria, abbandonando il
culto esterofilo ai limiti dell'autolesionismo più ridicolo (quante
case editrici pubblicano inediti di autori famosi, che di notevole posseggono
solo titolo e firma...) per concedere un ritaglio di spazio anche agli
autori nazionali. Apprezzare il lavoro di scuole straniere, non significa
favorire colonizzazioni indebite e soffocanti".
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