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Recensione: Storia e cronologia del Necronomicon

Di Teofilo Nengappi

Storia e cronologia del Necronomic

Di Sebastiano Fusco

I libri di Mystero (Mondo Ignoto, 2002)

Sono grandemente lieto di poter associare il mio nome a quest’opera, per vari motivi. Si tratta di un’opera ritrovata due volte; una prima volta quando Sebastiano Fusco l’ha scritta; una seconda, quando proprio a me è toccato l’onore di riportarla alla vita. Essa era infatti stata abbandonata nell’hard disk di un elaboratore elettronico che aveva dato forfait. Anni dopo la prima stesura, attendendo Fusco nel suo studio, mi intrattenni smontando due analoghi elaboratori non funzionanti (di classe, absit injuria verbis, Macintosh) e ricomponendone uno intiero. Con grande stupore del magister, nel curiosare in quella memoria del passato trovammo proprio il volume del quale vado a parlarvi.

Devo dire che tra i materiali disponibili, ovvero le note di copertina e ancor più l’eccellente introduzione, il mio è solo un lavoro di sintesi.

In questo volume c’è tutto ciò che vorreste sapere sul "libro maledetto" del folle arabo Abdul Alhazred: la fonte, le origini, i contenuti, la tradizione e le edizioni, tutte ordinate anche in senso cronologico. Questa edizione critica, inoltre, comprende tutti i brani che ne ha riportato Lovecraft nei racconti, nelle lettere, nei saggi. In particolare raccoglie tutto ciò che Lovecraft ne ha scritto nell'epistolario edito e inedito a noi giunto, che consta di circa ventimila missive, spesso lunghe decine di pagine, e talvolta anche centinaia. 

La documentazione iconografica è di primissimo ordine: la riproduzione dei manoscritti originali e delle prime edizioni a stampa della "Storia del Necronomicon", con molti inserti autografi dello stesso HPL.

Attenzione: gli amanti delle radici islamiche del libro troveranno tutte le tradizioni, le leggende, le sapienze esoteriche diffuse nella magia araba e occidentale che hanno ispirato il libro. Inoltre sono alloggiate le schede dettagliate di tutti i testi, reali e inventati, che fanno da corollario al "Necronomicon" nella narrativa lovecraftiana, dal temuto "Libro di Thoth" agli abominevoli "Unaussprechlichen Kulten" di von Juntz, dalla "Daemonolatria" di Remigius ai "Manoscritti Pnakotici".

Un divertissement irrinunciabile è nei falsi "Necronomicon": le schede degli pseudobiblia, degli apocrifi e pseudoepigrafi nati sulla scia del libro dell'arabo.

La prefazione di Giuseppe Lippi

Ma oltre al libro, è godibilissima l'introduzione di Giuseppe Lippi. Per chi non lo sapesse, Lippi è una delle personalità più note dell’editoria fantastica italiana contemporanea. Curatore della collana Urania di Mondadori, affonda le sue origini in miriadi di altre competenze, alle quali non sfugge lo stesso HPL. Del genio di Providence, Lippi è appassionato, critico e traduttore, come d’altronde accade a chiunque rimanga invischiato nelle viscide secrezioni di Cthulhu e del suo mondo. E si vede fin dall’inizio: “Quante volte capita che il prefatore di un libro, al momento di cominciare a scrivere, non stia nella pelle dal desiderio di vedere il volume finito non già per rileggere il proprio testo, ma per avere tra le mani il lavoro cui gli è stato concesso l'onore di aggiungere un commento?  (...) L’opera, passata l'euforia iniziale (...), andrà ad accrescere quel piccolo mare di sapienza che è il Lovecraft lore del XXI secolo.

Diciamo subito che il volume di Fusco è il primo al mondo, che a noi risulti, dove una materia tanto elusiva venga sistemata in modo esauriente.

Inoltre (...) il presente studio chiarisce che l'interesse del Libro delle Leggi dei Morti risiede essenzialmente nel non esistere, e dunque non derivare da una dottrina occulta ufficiale.

Lovecraft, infatti, fu il primo esegeta della propria invenzione e ne elaborò le vicissitudini storico-editoriali. (...) Seguendo l'esempio di HPL e prendendolo a modello, Sebastiano Fusco raccoglie nel libro tutte le citazioni del Necronomicon fatte da Lovecraft nei propri racconti, quelle presenti nella sua corrispondenza, nei racconti dei discepoli e nei cataloghi dei librai (...).

Tutto ciò che c'è da sapere sul più temuto e ricercato libro di magia nera è qui, riassunto nelle parole di Lovecraft e dei suoi corrispondenti, chiosato e interpretato da Fusco, ma soprattutto ritrovato, perché l'autore di questa ricerca l'ha finalmente sot tratto alle imposture bibliografiche di second'ordine. Una volta letta l'edizione a stampa, allora sì che varrà la pena farsi un CD-rom del libro (quello di Sebastiano Fusco, non di Abdul Alhazred) per cercare rapidamente le centinaia di riferimenti, nomi e fatti che esso contiene. (*)

Bisogna soffermarsi sui due punti fondamentali della tesi di Fusco, e cioè che il valore del Necronomicon come creazione dello spirito - non della penna - dipenda dalla sua essenza "negativa" e dal fatto di non essere debitore a nessuna disciplina occulta a noi nota. Lovecraft visse la poetica contraddizione di essere un materialista-meccanicista dotato di un'immaginazione straripante. (...) Di conseguenza, e per conciliare le opposte tendenze, prese a guardare all'universo in una chiave formalmente negativa, perché una sistemazione "positiva" della ribollente visione cosmica che fermentava in lui avrebbe smantellato la costruzione meccanici sta che si era fabbricato, a livello conscio, negli anni. In un universo negativo, la morte è vita.

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