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Intervista a Mario Farneti

di Massimo Mongai

copertina di Occedente di m. FarnetiHo intravisto Mario Farneti a Fiuggi e ci siamo limitati a scambiarci poche informazioni personali per ritrovarci poi. L'ho cvontattato e gli ho fatto questa intervista. Se volete ulteriori informazioni su di lui potrete visitare il suo sito: www.farneti.it e vedere Mario Farneti e gli altri esordienti della Nord all'Italcon 28 di Fiuggi (Real Video)

Perché scrivi FS?

Gli scenari futuribili e non convenzionali mi hanno sempre affascinato. Fin da bambino, mi sono dilettato ad immaginare realtà e mondi paralleli, dove le regole del nostro mondo venivano modificate o addirittura capovolte. Oltre a ciò, ho sempre pensato che la fantascienza potesse fare da fermento e da stimolo a nuove scoperte utili al progresso dell'umanità, e che la predisposizione ad immaginare realtà non convenzionali fosse una significativa manifestazione del libero pensiero.

Come mai hai scelto l'affascinante ma non facile tematica dell'ucronia?

La passione per l'ucronia è nata proprio dall'esigenza di rompere gli schemi della realtà così come noi la percepiamo e l'accettiamo.

Credo sia normale, riguardo a particolari eventi della nostra vita, chiederci come sarebbero andate le cose, se ci fossimo comportati in maniera diversa. In fin dei conti, senza accorgercene, creiamo quotidianamente delle ucronie. Non è quindi un esercizio insolito. Per quanto mi riguarda è stato automatico passare dal particolare al generale ed immaginarmi, per esempio, in un differente contesto storico-politico.

Credo che l'ucronia possa anche rappresentare un strumento utile a meglio analizzare gli eventi del mondo, perché ci aiuta a superare la presunzione che la realtà rappresentata dal Fatto Compiuto sia la migliore possibile, cosa che non è per nulla provata.

Cosa sarebbe successo se l'Italia non fosse entrata in guerra...? E' sostanzialmente la tematica del tuo libro, ma è anche una domanda che si sono posti in molti in Italia, da sempre.

Se lo sono chiesti in molti e non posso negare di aver sentito formulare questa domanda molte volte in famiglia. Ero un bambino negli Anni '50, quando gli echi della guerra non si erano ancora spenti, e a quel tempo sentivo spesso gli adulti dibattere circa gli errori politici di Mussolini. Maturai la convinzione che il più grave fosse stato quello di allearsi con Hitler. Be', io ho scritto "Occidente", correggendo l'errore del Duce e, da quel momento, ho lasciato che gli eventi scorressero da soli, secondo una successione logica e fino alle estreme conseguenze.

Mario farnetiE' una domanda "di destra"? Il tuo è un romanzo di FS destrorsa? E tanto per continuare una vecchia polemica: secondo te la FS è di sinistra e il fantasy di destra?

La domanda non è né di destra né di sinistra. E' solo una domanda logica.

Purtroppo, il fatto di omologare alcune cose a destra e altre a sinistra è un vecchio vizio degli italiani. E' uno dei motivi per i quali, gran parte della cultura espressa dal nostro paese nel dopoguerra, è stata relegata, dal resto del mondo, in serie B. Si tratta di un'ossessione dalla quale è avvelenata gran parte dei nostri intellettuali e che influisce in maniera negativa sulla loro produzione.

Io sento di aver superato questa disputa e di vivere in un nuovo secolo, anzi in un nuovo millennio. Gran parte delle cose nate nel XX secolo sono ormai morte e sepolte, insieme con chi ne è stato protagonista. Chi tenta di farle rinascere, o è un idiota o è in malafede. Quando avremo superato questo tipo di omologazione, saremo anche in grado di proporre la nostra cultura al mondo, senza più il complesso d'inferiorità generato da vent'anni di fascismo, da una guerra disastrosa combattuta dalla parte sbagliata, e dal fatto di essere stati sì liberati, ma anche conquistati.

La FS di destra e il fantasy di sinistra? Non è questo il parametro col quale classifico un'opera letteraria e tutti dovrebbero imparare a fare lo stesso.

Chi hai corrotto o minacciato per riuscire a far pubblicare un articolo sul tuo libro sul Times di Londra? Scherzi a parte, com'è andata? Il caso, un contatto personale, altri articoli?

Ahimè, non ho potuto corrompere nessuno, perché sia io, sia mia moglie viviamo di stipendio e abbiamo quattro figli da mantenere, né, tanto meno, avrei mai potuto minacciare qualcuno, a causa della mia indole pacifica (nonostante le cose che scrivo...). Fu invece una grossa recensione pubblicata su "Avvenire" da Umberto Folena, a suscitare l'interesse di Richard Owen, corrispondente di "The Times" da Roma. Incuriosito, Owen acquistò il mio libro in un'edicola della Stazione Termini di Roma e lo lesse durante un viaggio in treno. Ne rimase entusiasta e mi contattò per un'intervista. Mi dette appuntamento sotto l'obelisco di Mussolini al Foro Italico dove il suo fotografo mi scattò alcune decine di foto. L'articolo uscì su otto colonne nell'edizione del sabato: non credo sia accaduto a molti altri autori italiani.

Quali commenti del tuo libro ti sono sembrati più precisi o più sbagliati?

Non penso ci siano stati commenti sbagliati. Né so dare torto a chi ha avanzato critiche circa lo scarso approfondimento psicologico dei personaggi. Si tratta però di una mia precisa scelta, volevo infatti rappresentare uno scenario di solare positività in cui non erano ammessi mezzi toni, e dare anche maggiore rilievo all'azione, cosa che i lettori hanno dimostrato di apprezzare.

Ha però sbagliato sicuramente chi ha tentato di omologare il mio libro attraverso il criterio classico destra-sinistra, e mi meraviglia il fatto che a cadere nel trabocchetto sia stato un grosso scrittore di fantascienza nostrano. Buon per lui che l'abbia scritto in Francia e da noi l'abbiano letto in pochi.

Progetti?

"Occidente 2", che sto scrivendo e che uscirà entro il 2002.