Il Foglio di Fantafolio

Dietro Starship Troopers

Dal CD dell'internazionale

Concludiamo con questo articolo la presentazione degli articoli a tematica "fantascientifica" tratti dal CD dell'internazionale.Sebbene riguardi un film su cui già tutto è stato detto e ridetto insieme al contrario, e per di più si tratta di un film uscito due anni fa, questo articolo è una vera e propria intervista al regista in cui lui esplicita i riferimenti persali, ossia quali altri film lo abbiano influenzato e come nella realizzazione del film stesso; e sono qausi tutti ovviamente film di FS.Vale la pena, non trovate?

Film violento e reazionario o satira della propaganda travestita da informazione? Il nuovo kolossal di Paul Verhoeven ha suscitato polemiche feroci. Ecco come si difende il regista, e quali sono i film che lo hanno influenzato

A CURA DI FRÉDÉRIC BONNAUD, LES INROCKUPTIBLES, FRANCIA

Il trionfo della volontà di Leni Riefenstahl (1935)

Abbiamo utilizzato lo stile di questo film in Starship Troopers, soprattutto nelle sequenze iniziali. Si trattava di individuare l'immaginario utilizzato da un governo totalitario. Il Federal Network (parodia delle televisioni all news tipo Cnn) è ovviamente un elemento chiave della macchina propagandistica del governo al potere in Starship. Questo governo utilizza le immagini come uno strumento per raggiungere i suoi scopi. Quando si cerca un esempio di questo tipo nella realtà, i film nazisti di Leni Riefenstahl sono le opere più celebri e più riuscite. Se guardiamo quei film senza tener conto del loro contenuto ideologico, ma soltanto sotto il profilo tecnico o estetico, sono molto interessanti e ispirati. Naturalmente dopo ci si può domandare: come fare per sedurre le folle e far loro amare un leader come Adolf Hitler? Penso che il nostro film dica chiaramente: "State attenti! Questo governo cerca di sedurvi con i suoi slogan e con le sue immagini, vuole farvi dimenticare una realtà fatta di guerra e di morte". E la verità di fondo dei film della Riefenstahl è quella di aver contribuito a uno sterminio di massa. Possiamo separare per un attimo l'aspetto artistico di quei film da quello ideologico, in modo da poterli analizzare a fondo; ma alla fine ci rendiamo conto che i due aspetti sono intimamente legati. Si può dire: "Questi film avevano uno scopo disgustoso, ma sono comunque belli e ispirati", resta però il fatto che la loro bellezza serviva proprio a quegli scopi disgustosi. Sono cresciuto in un'Olanda occupata dai nazisti. Perché allora i critici americani hanno pensato che utilizzassi l'immaginario della Riefenstahl deliberatamente, quando invece si trattava di criticare l'uso delle immagini per obiettivi politici criminali? Tutti sanno che il cinema della Riefenstahl è stato al servizio di un'ideologia nauseante, tutti sono d'accordo nel condannarlo; per quale motivo allora supporre che io sia l'eccezione, che faccia la stupida apologia del fascismo e delle sue immagini? Mi sembra di dire al pubblico nel modo più chiaro che ci sia: "Fate attenzione alle immagini e all'ideologia del potere". Quando questo potere vi martella con messaggi del tipo: "Unisciti a noi!", dovete sapere con esattezza a cosa andate incontro. Pensare allora che io abbia fatto un film americano a grande budget filonazista è un po' ingenuo e, al limite, anche un po' offensivo nei miei confronti; equivarrebbe a dire che giro i miei film come uno zombie senza cervello, che non rifletto su quello che faccio, che produco immagini senza preoccuparmi del loro significato.

Assalto alla Terra di Gordon Douglas (1954)

Avevo visto questo film quando ero piccolo e non me lo ricordavo bene. Sapevo solo che c'erano creature giganti. Poco prima di cominciare Starship il produttore mi ha proposto di vederlo. Abbiamo quindi rivisto Assalto alla Terra con occhio professionale, analizzandolo a fondo. Quando il film non mostra le creature giganti ma solo ombre minacciose, è veramente straordinario. Invece gli insetti giganti, quando si vedono direttamente, non sono più credibili, le tecniche dell'epoca erano troppo rudimentali. Ma penso che i primi due Alien abbiano preso ispirazione da Assalto alla Terra molto più di quanto abbia fatto Starship. La presenza del nemico invisibile era già stata fatta in modo eccellente in Alien, che cosa aggiungere? Un'altra possibilità era quella di orientarsi verso un film alla Lovecraft. Del resto ho cercato di adattare per il grande schermo The Doorstep, ma non sono riuscito a far decollare il progetto. Lovecraft scriveva: "Non posso descrivere un orrore indescrivibile". Ma se dovessi adattare Lovecraft, procederei in modo diverso da lui, cercherei proprio di rendere visibili le creature indescrivibili. Nel nostro film il nemico è frontale, visibile. Starship si svolge in pieno giorno, in una luce viva, si vedono perfettamente gli insetti (Verhoeven si agita come in un cartone animato, mima i gesti e i rumori dei combattimenti). Con le loro dimensioni, il loro numero e la loro ferocia i nostri insetti funzionano in modo diverso. Assalto alla Terra era basato sul fuoricampo, sul non visibile. Noi invece, se si prende come esempio la sequenza della battaglia del forte, siamo proprio nel solco di La carica dei 600. Se mai ci sarà un seguito di Starship approfondirò la rappresentazione delle creature e le renderò il più possibile orribili e disgustose.

La notte dei morti viventi di George A. Romero (1968)

Ho visto la maggior parte dei film di questo genere negli anni Cinquanta. Ma nel genere gore, il film che viene in mente è Non aprite quella porta di Tobe Hooper. Gli elementi gore sono sempre presenti nei miei film e non sono cominciati con Starship. Penso che l'attrazione per il gore provenga dalla mia memoria infantile, dai miei ricordi della guerra. In Olanda scorreva il sangue e ho visto le case dei miei vicini devastate e i corpi mutilati dagli aerei tedeschi.

Arcipelago in fiamme di Howard Hawks (1943)

Non ho visto questo film, o altri film di guerra. Oppure è passato molto tempo e non me li ricordo più! I film di guerra non mi hanno mai particolarmente colpito. Non è un genere che mi affascina. Diciamo che trovo interessanti alcune cose di Apocalypse Now, che del resto non è uno dei miei film preferiti. Mi piacerebbe un giorno fare un film sulla Seconda guerra mondiale. Il film dei miei sogni su questo soggetto non è ancora stato fatto. Quello che più si avvicina alla mia sensibilità è Patton, generale d'acciaio di Franklin J. Schaffner.

Full Metal Jacket di Stanley Kubrick (1987)

Un film interessante. Ovviamente abbiamo cercato di allontanarci il più possibile dalle sequenze del campo militare del film di Kubrick e soprattutto dal personaggio del sergente istruttore. Ma era quasi impossibile non far pensare a Full Metal Jacket perché i centri di addestramenti militari si assomigliano tutti e i sergenti americani si esprimono tutti allo stesso modo, con lo stesso vocabolario. Del resto l'attore che interpretava questo ruolo nel film di Kubrick era un vero sergente. Rispetto a Kubrick abbiamo cercato di esagerare il fanatismo, la durezza e la crudeltà di un campo militare. La scena del coltello conficcato nella mano sintetizza questa esagerazione. Questo senso del grottesco può essere ciò che distingue Starship da Full Metal Jacket. E la scena sotto le docce? Non è diversa? (ride) Questa sequenza naturista deriva dalla pittura espressionista degli anni Venti, nella quale si faceva un grande uso del nudo. I giovani artisti espressionisti erano affascinati dal naturismo, andavano spesso sulle sponde dei fiumi o in riva al mare per mettersi nudi e disegnarsi a vicenda. Il mio stesso capooperatore, quando era ragazzo, andava spesso in vacanza in campi naturisti con sua madre. Lo si ritrova anche tra gli impressionisti; nel Déjeuner sur l'herbe di Manet quasi non si nota che una donna è nuda (ride). Nelle nostre scene sotto la doccia, uomini e donne sono nudi insieme ma è normale, non ci si fa caso.

Il massacro di Fort Apache di John Ford (1948)

Non mi ricordo molto bene di Fort Apache. Mi sono piuttosto ispirato a La carica dei 600 di Michael Curtiz, soprattutto per le sequenze del forte. E poi ho molti ricordi di scene con cowboy in situazioni disperate, circondati da indiani che attaccano da tutte le parti. Ho visto decine di film con scene del genere. Ho pensato più alla guerra del Golfo trasmessa dalla Cnn che ai western? Allora vuol dire che gli americani sono gli insetti giganti, non crede? Perché sono proprio loro che attaccano l'Iraq e si avventano sul nemico e non il contrario. Ma sarebbe strano, gli insetti non hanno mai provocato guerre. E del resto gli americani non hanno provocato tutte le guerre.

Il selvaggio di Laszlo Benedek (1954)

Non ho pensato a questo film. L'influenza del Selvaggio la si ritrova più in uno dei miei film olandesi, Spetters, che mostra dei gruppi di motociclisti. La bellezza un po' plastica, artificiale, dei personaggi di Starship è legata soprattutto al suo aspetto fumettistico. Non ho la pretesa di paragonare questa estetica a quella di Roy Lichtenstein, ma c'è una tendenza verso questo tipo di approccio. Quando abbiamo preparato le basi un po' futili del nostro progetto, "adolescenti che partono nello spazio per combattere insetti giganti", si imponeva subito la necessità di adottare uno stile appropriato per proteggerci da una certa stupidità. Lo stile fumettistico, con il suo aspetto levigato, privo di realismo, ci aiutava.

Guerre stellari di George Lucas (1977)

Senza Guerre stellari non avrei mai avuto la prima idea di Starship. Ormai Guerre stellari, per ogni regista che desideri fare un film di fantascienza nello spazio, è un'opera di riferimento, uno spartiacque: c'è un prima e un dopo. Fin dalla fase di design siamo stati influenzati da Guerre stellari. Così abbiamo concepito le nostre astronavi come enormi motori che non assomigliano agli aerei di Lucas. Quando i motori superano la velocità della luce, abbiamo utilizzato un effetto diverso da quello di Guerre stellari, un effetto più realistico, poiché la curvatura delle forme deriva più o meno dalle teorie di Einstein. Abbiamo fatto tutto il possibile per allontanarci dalla saga di Lucas. Ma esiste un rapporto evidente tra i due film.

Robocop di Paul Verhoeven (1987)

In un certo senso Starship potrebbe essere il secondo capitolo di Robocop. I due film hanno lo stesso sceneggiatore, lo stesso stile visivo, lo stesso senso parodistico ai limiti del grottesco. Nei due film c'è una base politica. Inizialmente lo sceneggiatore non voleva includere di nuovo una dimensione politica nel suo lavoro, ma lo abbiamo persuaso del contrario. Altrimenti il film sarebbe stato troppo unidimensionale. Con il Federal Network, satira della Cnn, otteniamo un'idea più precisa di quello che può essere la propaganda militarista, l'abbrutimento ideologico attraverso le immagini. Questa idea era un mezzo pratico e rapido per avvertire il pubblico, per fargli arrivare un messaggio ironico e sovversivo. In questo periodo si pubblicano cassette che contengono conversazioni segrete fra Kennedy e i suoi consiglieri, fra Nixon e i suoi consiglieri e così via. Quelle cassette ci danno un'idea, talvolta positiva ma il più delle volte negativa, della politica americana ai più alti livelli. Ho tutto questo in testa quando faccio un film come Starship. Mi si rimprovera di pervertire il pubblico al quale mi rivolgo. La gente da te si aspetta sempre che tu sia un messaggero, il piccolo annunciatore di buone notizie. Non accetta l'idea che il pubblico sia sufficientemente adulto e vaccinato per avere una sua idea personale di un film. Secondo i critici bisognerebbe mettere sempre i puntini sulle i, portare un messaggio chiaramente positivo. Non sono questo tipo di regista. Per me l'arte e i messaggi insistiti sono una contraddizione in termini. Se si enuncia un messaggio evidente, si manda all'aria l'ambiguità che deve essere la qualità principale di qualunque arte. Perché fare dell'arte se questa non è sovversiva? Non bisogna avere paura dell'ambiguità, la gente è abbastanza grande per cavarsela da sola. In ogni modo nessun film cambierà i valori essenziali di questa o quella persona. Per quanto riguarda gli adolescenti, Starship non sarà mai visto come un elogio del fascismo (e in ogni caso non lo è), è prima di tutto una storia di insetti giganti! Allo stesso tempo non voglio essere troppo esplicito nel mio proposito antifascista. Altrimenti non avrei fatto un film; sarei montato sopra un palco con un cartello con su scritto: "Abbasso il fascismo!". Uscendo dal cinema dopo aver visto il mio film penso che nessuno spettatore sarà sedotto dalle mie immagini satiriche di propaganda, a tal punto da volersi arruolare per combattere gli insetti giganti. In un certo senso Starship è un film brechtiano e gli americani non sono molto abituati allo straniamento brechtiano. Il film non si basa su quella superidentificazione tipica di tutti i grandi film americani. Secondo un approccio hollywoodiano convenzionale, Starship avrebbe dovuto finire diversamente. Noi non siamo stati capaci di seguire questo sviluppo lineare, abbiamo preferito il dubbio e lo scetticismo.

(A.D.R.)